I COYOTE. GLI INTERMEDIARI CHE AVVICINANO I PROPRIETARI PERCHE' CEDANO LE TERRE PER L'EOLICO.

I COYOTE.  GLI INTERMEDIARI CHE AVVICINANO I PROPRIETARI  PERCHE' CEDANO LE TERRE PER L'EOLICO.

Giannina Puddu, 16 dicembre 2024.

In Messico, nell'area dell'istmo di Tehuantepec a Oaxaca, gli intermediari che sono incaricati di contattare i proprietari terrieri per convincerli a cedere i loro terreni per ospitare impianti eolici,  li chiamano "coyote", lo stesso appellativo attribuito ai trafficanti di esseri umani che, in cambio di migliaia di dollari, attraversando il deserto, trasportano i messicani che vogliono migrare illegalmente negli Stati Uniti.

I "coyote" usano metodi di persuasione non ortodossi e sfruttano l'ignoranza delle persone per convincerle a firmare contratti che neppure capiscono perchè non conoscono la lingua in cui sono scritti.

Nell'istmo, il primo impianto eolico è stato realizzato nel 1994, sono state installate 1600 turbine eoliche per una capacità totale di 4199 MW, circa il 62% dell'energia eolica totale prodotta in Messico.

Il grande sviluppo promesso agli indigeni locali, in cambio di questo impianto, non è mai arrivato.

Le imprese multinazionali (MNE), i governi locali e pochi  indigeni residenti nell’Istmo, hanno beneficiato della presenza delle turbine eoliche, mentre, la stragrande maggioranza dei residenti denuncia che il suo stile di vita sia stato, definitivamente,  compromesso.

Gli studiosi che hanno analizzato la relazione tra la produzione di energia "green" e le scienze sociali hanno evidenziato, tra l'altro, le dinamiche dello sfruttamento di tipo coloniale e l'"accaparramento" delle terre dalle persone vulnerabili nel contesto degli investimenti in energia eolica nel Sud del mondo.

Science Direct ha svolto una ricerca su questa realtà, concludendo che Similmente a come i gruppi d'élite hanno beneficiato dei tradizionali sistemi energetici basati sui combustibili fossili, ora beneficiano degli investimenti eolici a spese dei gruppi vulnerabili.

Ha sviluppato la sua ricerca seguendo lo schema riportato nella 

Tabella 1. Quadro di giustizia energetica "a tre gambe" e dimensione di giustizia cognitiva mancante.

Termine Definizione
Giustizia distributiva La distribuzione giusta ed equa dei costi e dei benefici a livello individuale e sociale [2] , [33] .
Giustizia riconoscitiva Il diritto all’autodeterminazione e al riconoscimento dei diritti, dei valori, delle culture e dei sistemi di conoscenza della persona [29] , [33] .
Giustizia procedurale L’attuazione di processi istituzionali equi e giusti [33] , convenzioni internazionali, dichiarazioni e principi del “consenso libero, preventivo e informato” (FPIC) [40] .

Ha citato il prof. Visvanathan che definisce il concetto di giustizia cognitiva come segue:

La giustizia cognitiva esige il riconoscimento delle conoscenze, non solo come metodi ma come modi di vita.

Ciò presuppone che la conoscenza sia inserita in un'ecologia delle conoscenze, dove ogni conoscenza ha il suo posto, la sua pretesa di cosmologia e il suo senso come forma di vita.

In questo senso, la conoscenza non è qualcosa da astrarre da una cultura come forma di vita; è collegata a un sostentamento, un ciclo di vita, uno stile di vita; determina le possibilità di vita.

Shiv Visvanathan, professore presso la Jindal Global Law School e direttore del Centro per lo studio dei sistemi di conoscenza presso l' OP Jindal Global University , in India, ha anche scritto che:

I movimenti sociali odierni hanno individuato nelle idee di "progresso" e "sviluppo" un'enfasi genocida rispetto ai modi di conoscere indigeni.

Questi concetti sottolineano una divisione tra "arretrati" e "avanzati", consentendo alle società "avanzate" di cancellare o eliminare la conoscenza indigena e tradizionale in nome del progresso.

Nell'istmo, il nuovo progetto eolico Gunaa Sicarú è attualmente sospeso e sotto processo presso la Corte di Parigi ai sensi della legge francese Duty to Watch.

Processo promosso da un gruppo di ONG guidate dalla ONG messicana ProDESC.

Gli agricoltori indigeni, arrabbiati per i danni al loro paesaggio e le scarse consultazioni associate all'imponente progetto di energia eolica, hanno ottenuto dal tribunale in Francia, che il loro caso andasse avanti.

Le comunità zapoteche dell'istmo di Tehuantepec e sostenute in Europa, hanno avviato un'azione legale contro il colosso energetico francese EDF, sostenendo che la società non ha impedito la violenza e le intimidazioni nei confronti dei residenti che si opponevano ai parchi eolici sulla loro terra ancestrale.

Dopo oltre tre anni di battaglie legali, i giudici della Corte d'appello di Parigi hanno autorizzato il proseguimento del procedimento civile con una sentenza emessa il 18 giugno di quest'anno.

L'avvocato senior Guillermo Torres, del gruppo di campagna messicano ProDESC, ha dichiarato, riferendosi alle multinazionali dell'eolico, che "Le loro attività possono essere soggette a revisione giudiziaria ogni volta che non rispettano la legge".

La mia personale visione è che, in un futuro non lontano, l'ordine sarà ribaltato, riconoscendo che, per il bene di questo Pianeta, lo stile di vita degli "arretrati" sia più adeguato e all'avanguardia di quello dei sedicenti "avanzati".