I BAMBINI INDIGENI AMERICANI SEPOLTI SOTTO LA COLPA DELL'OCCIDENTE. L'IMPERIALISMO PARTE DALLA SOSTITUZIONE FORZATA DELLA LINGUA E CONTINUA CON L'INDOTTRINAMENTO DEI BAMBINI.
Giannina Puddu, 14 settembre 2023.
L'assoggettamento dei Popoli si sviluppa e si perfeziona attraverso l'imposizione della lingua, della religione, degli usi e dei costumi, del cibo, dei riferimenti culturali e scientifici in un crescendo costante e subdolo che, ai più - nuove vittime incoscienti - appare oggi innocuo ma che, in verità, si insinua come moderno "cavallo di troia" per espugnare e assoggettare intere popolazioni al controllo imperialista di turno.
La specie "umana" ha sempre avuto questo orribile vizio e, tutt'ora, ancora lontana dalla conclusione del suo processo evolutivo, vittima delle sue peggiori pulsioni arcaiche, esprime il peggio di sè abusando della sua forza per dominare altri, appropriandosi di ogni loro ricchezza.
Così, come, spinto dalla stessa motrice, violenta il mondo animale, il mondo vegetale e i territori, con l'infondata convinzione di poterne condizionare e migliorare lo stato.
Siamo "tutti" abituati a celebrare la Shoah il 27 gennaio di ogni anno, come dettato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per ricordare, con il massimo sdegno globale, lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista.
Sacrosanto, ma, mancano all'appello gli indici morali e politici che dovrebbero essere puntati contro i mostruosi genocidi che si sono verificati nel continente africano e in quello americano.
Di questa "dimenticanza" è abbastanza chiara la ragione, giacchè se si aprisse all'ammissione delle relative colpe storiche a queste dovrebbero seguire, insieme all'ufficiale rincrescimento, i calcoli per l'incommensurabile risarcimento dei danni causati che metterebbero in ginocchio le economie degli stati canaglia, fino a riscriverne perfino i confini geografici.
Che in Africa e in America si sia trattato di "genocidio" è definitivamente certo dal 1944, quando l' avvocato Ebreo Polacco, Raphael Lemkin (1900-1959), coniò la parola "genocidio" definendola “l’insieme di azioni progettate e coordinate per la distruzione degli aspetti essenziali della vita di determinati gruppi etnici, allo scopo di annientare i gruppi stessi”.
Il caso del genocidio degli indigeni americani è più grave del caso africano giacchè gli africani, comunque, si sono conservati come razze e, anzi, vivono una fase di intensa ribellione, liberazione, emancipazione e affermazione anche economica.
La Scuola Industriale Indiana di Genoa fu aperta nel 1884 e nei decenni in cui rimase aperta, vi vissero più di 4.300 bambini.
I bambini erano costretti a vivere giornate lunghissime ed estenuanti, con l'obbligo di sveglia alle 4 del mattino, lavori domestici, troppe ore di scuola, attività imposte in cucina, nei laboratori o nei campi e botte per l'infrazione delle regole imposte dalle scuole.
Gaiashkibos ha aggiunto: "Assolutamente, sappiamo che i bambini vivevano nella paura.... Non ci sono stati abbracci da parte di mamma o nonna. Non c'erano canzoni cantate. Tutto era loro estraneo”.
Si trattò di bambini provenienti da oltre 40 tribù, costretti nelle scuole in luoghi lontani come l'Idaho e il Maine.
Gli era proibito parlare la loro lingua nativa e venivano sottoposti al trauma culturale del taglio dei capelli.
Farina King (figlio di un Navajo che era sopravvissuto al carcere di quelle scuole...), professore associato presso l’Università dell'Oklahoma, concentrato sugli studi sui nativi americani, ha dichiarato: "Più di ogni altra cosa c'era un programma chiaro per tagliare i legami tra la loro gente, la loro patria, la loro cultura... Volevano portarli via il più lontano possibile."
In queste settimane si è risvegliata l'attenzione sui bambini morti nei collegi-carcere americani, aperti fino al 1970.
Pare impossibile determinare il numero degli studenti che frequentarono quelle "scuole" e le stime valutano in centinaia di migliaia e molti di loro hanno subito abusi fisici, sessuali ed emotivi secondo un'indagine del governo federale avviata nel 2021.
Per fare piena luce su questi orrori a danno dei piccoli indigeni, attualmente al Congresso USA è depositato il disegno di legge 1723 che istituirebbe una commissione d'inchiesta, ma manca il disegno complementare alla Camera.
Nel 2008, il governo canadese si è scusato in Parlamento ammettendo che gli abusi fisici e sessuali nelle scuole erano dilaganti.
Molti adulti, ex studenti, hanno testimoniato di essere stati picchiati perché parlavano la loro lingua madre e di aver perso il contatto con i loro genitori e le loro usanze.
In Canada, dal 19° secolo e fino agli anni ’70, oltre 150.000 bambini indigeni americani, furono costretti a frequentare scuole cristiane finanziate dallo stato, forzati a convertirsi al cristianesimo, privati della possibilità di parlare la loro lingua madre, picchiati, insultati e morti in circa 6.000.
Adesso, sono state scoperte centinaia di loro tombe senza targa.
La Cowessess First Nation, nel corso di una sua indagine, ha trovato circa 751 tombe senza targa in un cimitero vicino all'ex Marieval Indian Residential School.
La scuola operò dal 1899 al 1996 circa e il responsabile delle ricerche Delorme ha detto che la Chiesa cattolica aveva rimosso per la prima volta le lapidi del cimitero negli anni '60.
Secondo la Commissione canadese per la verità e la riconciliazione, tale "sistema scolastico residenziale" del paese equivaleva a un genocidio culturale.
I resti di 215 bambini, alcuni di appena 3 anni, sono stati trovati sepolti nell'area della più grande scuola residenziale indigena del Canada vicino a Kamloops, nella Columbia Britannica.