Sintonia, la società di diritto lussemburghese facente capo al gruppo Benetton e orientata agli investimenti in aeroporti e autostrade straniere, sta per organizzare la chiusura della sua sede in Lussemburgo per rinascere come società di diritto italiano a Roma. La holding era nata quattro anni fa per attuare un ambizioso piano di espansione internazionale e cogliere opportunità di investimento in particolare a Praga (aeroporto) e Smirne (rete a pedaggi). Ma a causa della crisi dell’Eurozona le ottimistiche aspettative espansionistiche profilate dai vertici del gruppo non si sono concretizzate come previsto. Sintonia è controllata dalla holding Edizioni della famiglia Benetton e ha a sua volta in portafoglio: Atlantia, la sub-holding che possiede Autostrade per L’Italia S.p.A.; Gemina, che controlla Aeroporti di Roma (Adr); Sagat, che ha partecipazioni negli aeroporti di Torino, Firenze e Bologna. Gemina si era già trasferita lo scorso agosto da Milano a Roma, collocando i suoi uffici proprio nella sede di Adr. Proprio in Adr nelle prossime settimane dovrebbe arrivare l’ufficialità della nomina, come amministratore delegato, di Lorenzo Lo Presti, ex di Atlantia, al posto del destituito Giulio Maleci.
Il trasferimento a Roma di Sintonia dovrebbe essere completato all’inizio dell’anno prossimo e si basa su un approccio razionale alla crisi con una spiccata attenzione al contenimento dei costi ma segna inevitabilmente un ridimensionamento degli obiettivi di internazionalizzazione dei Benetton. L’attuale presidente lussemburghese Jean Hoss probabilmente verrà sostituito e Sintonia avrà un nuovo consiglio d’amministrazione, anche se non ci si aspettano rivoluzioni dal momento che i soci, addetti alla sua nomina, sono sempre gli stessi da quattro anni: Edizione, presieduta da Gilberto Benetton con il 73,46% delle quote; Mediobanca con il 6,58%; Goldman Sachs attraverso Sinatra con l’11,04%; Gic, fondo sovrano di Singapore, attraverso Elmbridge Investment con l’8,92% (quest’ultimo deve ancora completare l’ultimo aumento di capitale).
Incerta è la posizione dell’attuale ad di Sintonia Stefano Cao (nella foto): ex direttore generale dell’Eni ed ex presidente di Saipem e Agip International, è in carica da febbraio 2009; il fallimento dei piani di espansione internazionale sono per lo più attribuibili a condizioni oggettive di mercato, anche se non si esclude totalmente l’ipotesi di un avvicendamento di Cao.
Per meglio comprendere le difficili condizioni in cui Sintionia si è trovata a operare in questo periodo basti pensare la fatto che tre anni fa il valore netto delle partecipazioni di Sintonia era di 5 miliardi, valore ora sceso a 2,7 miliardi. In questo periodo nessuna nuova società è entrata nel portafoglio di Sintonia che, al contrario, ha ceduto il 2,06% di Telecom per 306 milioni. Le uniche acquisizioni hanno riguardato aumenti delle quote già possedute in Atlantia (oggi 46% contro il 38% del 2009) e Gemina (oggi 34% contro il 29% del 2009). Tra le due società Atlantia è al momento quella trainante: gestisce quasi mille chilometri di autostrade fuori dall’Italia, ha mire espansionistiche in America del sud e ha recentemente ottenuto la concessione per la gestione del pedaggio satellitare per i camion in Francia. Aeroporti di Roma, invece, attende ancora che sia sciolto il nodo sull’aumento tariffario da parte di Enac. In ogni caso gli aeroporti italiani restano uno dei principali business dei Benetton, su cui la famiglia punta a investimenti di lungo periodo.
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