GREXIN O GREXOUT

Di GIUSEPPE G. SANTORSOLA - Professore Ordinario di Corporate Finance e Corporate & Investment Banking.Università Parthenope di NapoliIl risultato del referendum indica la preferenza del popolo greco verso il rifiuto delle prospettive di soluzione del loro problema interno prospettato dalle autorità comunitarie. Nel testo della domanda referendaria, non veniva richiesto di restare o uscire dall’Eurozona o dalla Ue, quanto di affermare l’indipendenza di ogni nazione nell’ambito di un’unione monetaria che non comprende unioni sociali o politiche. Altrettanto, risulta sconfitta dal risultato la pretesa non condivisa, nemmeno all’interno della UE, di imporre soluzioni coercitive. Altrettanto, emerge la unfairness di sollecitazioni imposte esternamente nell’ambito di poteri comunitari di fatto non previste.Restano invece difficoltà non marginali a carico delle Autorità Monetarie che dovrebbero sospendere aiuti nell’ambito dell’ELA qualora si applicassero le regole interne attualmente previste. Un altro terreno non convenzionale e inesplorato. Ne emerge un’Unione Europea debole nei fatti ed incapace di far valere il suo potenziale. Una notizia interessante per speculatori e per competitori interessati a rafforzare le proprie posizioni. Per quanto riguarda la prospettiva dal punto di vista greco, le condizioni restano debolissime e non prevedibili nel loro sviluppo. I mercati offriranno le loro risposte; probabilmente dense di volatilità, magari non direzionali. Le autorità comunitarie risultano sconfitte, ma la Grecia ottiene una vittoria di Pirro che lascia difficile la soluzione necessaria. La sconfitta colpisce attualmente (non so se nel lungo periodo) la scelta di austerità assoluta e la vittoria sembra regalata da una tattica errata nell’ambito di una strategia magari non corretta e con allenatori che hanno condotto i giocatori a posizioni non utili al risultato necessario. Nelle condizioni dei prossimi giorni, il campionato (non direi assolutamente la battaglia) sarà ancora in corso e non se ne conosce l’esito. Siamo in una condizione loss-loss; sarebbe errato pensare che qualcuno sia nelle condizioni “win”, approfittando di un esito apparentemente ben definito.Suggerisco una valutazione utile: un vero conflitto esiste al momento all’interno della Germania fra le posizioni di Merkel, Schauble e Weidmann nel silenzio di Lautenschlaeger (commissario BCE). Le posizioni conflittuali più gravi sono le loro. Come in altre situazioni, la Germania non gestisce al meglio le condizioni di governo nel loro durante. Altrettanto scarsa appare la leadership di chi governa le principali istituzioni europee, con l’eccezione, dai poteri delimitati, di Draghi che, tra l’altro, ha già messo in campo le proprie possibili armi (non a caso definite “bazooka”). Sapranno i loro colleghi dell’Unione offrire soluzioni diverse nelle prossime settimane? Mi dispiace citarmi e ripetere, ma….. what else does it take?

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