Grecia, l`alba del giorno dopo

L`accordo raggiunto in nottata dall`Eurogruppo «è un nuovo inizio per la Grecia»: lo ha detto il ministro danese all`Economia Margrethe Vestager, presidente di turno del Consiglio, al suo arrivo alla riunione dell`Ecofin.

Grecia, l`alba del giorno dopo

Una serata, quella che ieri ha determinato il `salvataggio` della Grecia, fuori dai precedenti «Ci aspettiamo che alla solidarietà senza precedenti dei partner dell`area euro corrisponda adesso un forte impegno dei leader politici greci per attuare pienamente il programma, anzitutto per il bene dei loro cittadini». È il monito rinnovato dal commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, al termine delle 13 ore di negoziati all`Eurogruppo per dare il via libera al secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro. «Negli ultimi due anni e ancora questa notte ho imparato che maratona è veramente una parola greca - ha esordito Rehn con una battuta durante la conferenza stampa - Ma alla fine siamo arrivati ad un accordo, ampio e importante, che riduce in modo sostanziale il peso del debito greco e contribuirà a riformare l`economia e l`amministrazione in modo che possa tornare alla crescita ed alla creazione di posti di lavoro».

«Il programma è fondato su una rigorosa condizionalità», sostenuta da «un monitoraggio rafforzato dell`attuazione» delle misure, attraverso «una presenza rafforzata e permanente della task force della Commissione sul terreno», ha spiegato Rehn. Che, infine, ha definito l`intesa raggiunta nella notte «l`ultimo tassello fondamentale della nostra risposta globale alla crisi: con quest`accordo abbiamo una possibilità reale di voltare l`angolo e dirigerci verso la stabilità, a sostegno di una crescita sostenibile e della creazione di posti di lavoro».

Un accordo senza precedenti per scongiurare il default e per preservare la stabilità finanziaria della Grecia e di tutta l`eurozona. Al termine di una maratona negoziale durata 13 ore, avviata in un clima di ottimismo e proseguita tra difficoltà e trattative sempre più difficili, i ministri delle Finanze dell`eurozona hanno trovato un`intesa per concedere ad Atene il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro necessario per evitare il suo fallimento. «Abbiamo raggiunto un ampio accordo sul nuovo programma per la Grecia e sul coinvolgimento del settore privato che porterà ad una significativa riduzione del debito ed aprirà la strada ad una somma senza precedenti per nuovo finanziamento ufficiale per assicurare il futuro della Grecia nell`area euro», ha annunciato in una conferenza stampa poco dopo le 5 del mattino il presidente dell`Eurogruppo Jean-Claude Juncker. In cambio, ha spiegato il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn, Atene ha accettato il rafforzamento della sorveglianza sull`attuazione delle misure di austerity, così come richiesto da Olanda e Germania. «Il piano di salvataggio della Grecia - ha detto Rehn - si basa su una stretta condizionalità: si prevede di rafforzare la sorveglianza su Atene e di imporre una presenza permanente della missione in loco della Commissione europea» incaricata di verificare l`attuazione delle misure per rimettere in ordine le finanze pubbliche.

In base all`accordo raggiunto a Bruxelles, il debito greco sarà ridotto entro il 2020 dall`attuale 160% al 120,5%, lo 0,5% in più dell`obiettivo finora fissato, ma che si riteneva non sarebbe più stato centrato solo con i 130 miliardi del pacchetto. Per questa ragione, i creditori privati sono stati chiamati ad uno sforzo supplementare, accettando dopo negoziati durissimi e pressioni fortissime una perdita del 53,5% (finora era del 50%) del valore nominale dei bond greci in loro possesso. Nell`accordo per salvare Atene è intervenuta anche la Bce. Secondo quanto si legge in una nota dell`Eurogruppo diffusa al termine della riunione, la Banca centrale europea trasferirà i suoi profitti sui bond greci acquistati negli ultimi due anni nell`ambito del `securities market program` alle banche centrali nazionali, che a loro volta li passeranno ai governi perchè possano trasferirli ad Atene «per migliorare ulteriormente la sostenibilità del debito pubblico greco». Tutti i Paesi membri dell`eurozona hanno poi accettato «un`ulteriore riduzione retroattiva dei tassi di interesse» del prestito alla Grecia, che, riferisce l`Eurogruppo, ha accettato di creare «un meccanismo che consenta un migliore monitoraggio» dei finanziamenti ottenuti e di quelli «generati all`interno»: si tratta di quel conto bloccato su cui da settimane insisteva la Germania, sul quale Atene dovrà versare gli interessi sui nuovi prestiti, destinati prioritariamente a ripagare il debito.

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