Grecia, gli effetti della (s)elezione

È un primo segno di allentamento della tensione dopo molte settimane poco entusiasmanti: con la vittoria del partito ND, i greci hanno votato per l`euro.

Il temuto passaggio a sinistra e un netto rifiuto del progetto di austerità non si sono concretizzati. Detto questo, siamo ancora su un percorso accidentato. Nel migliore dei casi, abbiamo tracciato un percorso che ha evitato molte  “buche”, fra cui le elezioni in Francia, il referendum ESM in Irlanda e infine la Grecia. Ma la maggior parte della strada resta ancora da fare.

I litigi dopo la prima elezione di maggio e le ripetute manovre dei potenziali partner lasciano presumere che non sarà facile per Antonis Samaras formare una coalizione di governo. Dovrà effettuare nuovi risparmi e preoccuparsi di alcune delle questioni di bilancio necessarie per sbloccare ulteriori fondi della troika. È questo l`unico modo per evitare un `duro` default. Si tratta di compiti ancora più ambiziosi, considerando che la situazione economica in Grecia non è cambiata. L’economia domestica, il commercio estero, la liquidità sono rimasti immutati o, come il saldo di bilancio, sono peggio che mai.

Anche se il progetto della `troika rivista` avesse successo, non ci sarebbe nessun ritorno alla calma. Al contrario, l`attenzione si sposterebbe rapidamente verso la penisola iberica. Il Portogallo sarà di nuovo sotto esame in estate, e la questione della `banche spagnole` non è stata risolta. Il dolore spagnolo è stato solo anastetizzato con 100 miliardi di euro. Questo tipo di azioni immediate non sono una soluzione duratura alla crisi del debito. Sono utili solo per prendere tempo. Tempo che è assolutamente necessario all`Europa per implementare un vero piano di risanamento. La Riunione del Consiglio europeo del 28-29 giugno potrebbe indicare quale sarà la direzione di questo piano: un’unione bancaria, un patto per la crescita, degli Eurobond leggeri ovvero gli Eurobills, o addirittura la mutualizzazione del debito al di sopra della soglia del 60% del Pil? Finché non vi sarà alcun passo avanti, DWS non ha ragione di rinunciare all’approccio neutrale che permea tutti i suoi portafogli. Questo non è il momento di gesta eroiche, è tempo di concentrasi sulla sopravvivenza alla crisi. Ma gli investimenti apparentemente sicuri non sono sempre la soluzione a tutti i mali e il fine ultimo degli investimenti.

Che ciò non sia vero può essere dimostrato confrontando i titoli di Stato dalla Germania e dell’Italia: in termini di liquidità e volatilità si dovrebbe essere a favore del Bund e Bobls. Tuttavia, le obbligazioni a cinque anni hanno una duration risk che è quattro volte superiore a quella di un BTP a un anno - alla luce dei rendimenti annui dello 0,5% del Bobls tedesco contro il 3,9% circa dei BTP italiani. Coloro che, come me, credono che l`Italia non subirà un default nei prossimi 12 mesi hanno una possibilità di scelta

di Asoka Woehrmann, Responsabile investimenti di DWS

``