Goldman Sachs, essere a favore dei gay è costato caro

L`essersi schierata a favore dei matrimoni gay è costato a Goldman Sachs almeno un cliente. Lo ha detto l`amministratore delegato di Goldman, Lloyd Blankfein incontrando un gruppo di attivisti gay di Wall Street. «Non è una cosa senza prezzo.

C`è stata da parte di qualcuno una reazione negativa. Non hanno voluto continuare il rapporto con noi. Non dirò il nome ma se lo sentireste non vi sorprenderebbe» afferma Blankfein, secondo quanto riportato dal Financial Times. Blankfein è tornato a calcare la scena pubblica dopo un lungo periodo di astinenza in seguito ai problemi di reputazione che si sono abbattuti su Goldman. In febbraio Blankfein è stato scelto come il portavoce per la campagna a favore dei matrimoni gay di Human Rights Campaign. Secondo Blankfein i conservatori non hanno motivo per non appoggiare i matrimoni gay. E la dimostrazione è Paul Singer, il fondatore di Elliott Capital Management Corporation, che pur definendosi un «forte conservatore» ha investimento soldi e tempo promuovendo la causa dei matrimoni gay. Wall Street è - mette in evidenza Blankfein - un luogo dove c`è uguaglianza: «Al mercato non interessa se sei bianco o nero, se sei alto o basso o se sei gay». A intervenire davanti agli attivisti gay di Wall Street anche l`amministratore delegato di bank of America, Brian Moynihan, secondo il quale la sessualità non è rilevante sul luogo di lavoro.

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