Goldman Sachs e un incrocio piccante a base d`escort
Nel vasto portafoglio di partecipazioni di Goldman Sachs spunta anche un sito di annunci sexy, prontamente venduto dalla banca d`affari dopo le polemiche scaturite.
Fino alla settimana scorsa, infatti, Goldman deteneva una quota del 16% in Village Voice Media, società a cui fanno capo molte pubblicazioni `liberal`, fra le quali il settimanale di New York The Village Voice, finito nell`occhio del ciclone per il sito Backpage.com: un portale divenuto popolare per gli annunci sexy e dove - secondo alcune stime - transita il 70% della pubblicità per la prostituzione, anche di minorenni, negli Stati Uniti. E portato in giudizio nel settembre del 2010 da una quindicenne vittima di approcci sessuali sul web. L`intera vicenda è riportata sul New York Times da Nicolas Kristof, il giornalista che ha indagato sulla partecipazione della banca d`affari nella società Village Voice Media, che controlla anche il L.A. Weekly, il Seattle Weekly e l`Observer di Dallas. Goldman Sachs - afferma il New York Times - ha investito in Village Voice Media nel 2000, prima che Backpage («il maggiore forum di traffico del sesso di ragazze minorenni negli Stati Uniti», riporta il New York Times) diventasse parte del gruppo nel 2006. Uno dei manager di Goldman Sachs, Scott L. Lebovitz, è stato un componente del consiglio di amministrazione di Village Voice Media per anni e si è dimesso all`inizio del 2010.
«Voglio essere chiaro: si tratta di un piccolo investimento per una grande società e non ho ragione di ritenere che i top manager di Goldman Sachs sapessero del legame con il mercato del sesso», afferma Kristof, sottolineando che Goldman Sachs è molto attiva nella promozione delle donne. «Detto questo, per oltre sei anni Goldman ha avuto una quota significativa in una società conosciuta per i suoi legami con il mercato del sesso e ha avuto un posto in consiglio di amministrazione per quattro anni. Non c`è indicazione che Goldman o nessun altro abbia usato il possesso di una quota per chiedere a Village Voice Media di abbandonare la pubblicità per escort o verificare l`età delle ragazze coinvolte». I maggiori azionisti di Village Voice media sono Jim Larkin e Michael Lacey, i due direttori arrestati nel 2007 dopo essere stati accusati di aver pubblicato informazioni segrete sul `Grand Jury` di Phoenix. Oltre a Goldman fra gli azionisti di minoranza figurerebbero - secondo il New York Times - società finanziarie meno note, come Trimaran, Alta Communications e Brynwood Partners (che potrebbe essere solo un asset manager più che la titolare). Alcuni manifestanti si sono radunati fuori dalla sede del Village Voice a New York giovedì scorso e una petizione, con la quale si criticava la Village Voice Media, ha raccolto 220.000 firme . «Se gli azionisti di minoranza, inclusa Goldman Sachs, avessero lavorato insieme invece di affrettarsi a uscire» da Village Voice «sarebbero stati in gradi di fare pressione» sulla società per disfarsi della pubblicità delle escort. Lo stato di Washington ha approvato la scorsa settimana una legge che potrebbe esporre Backpage a sanzioni penali se pubblicizzasse ragazze minorenni per sesso senza averne verificato l`età.