GLI ULTIMI TREND DELLE PURPOSE BUILT STUDENT ACCOMODATION

  Milano, 21 ottobre 2021. Di Lorenzo Galbiati, Associate Director Residential Project Management di CBRE Italy Sempre più spesso le rassegne stampa dedicate al real estate riportano la notizia di acquisizioni di studentati da parte di

GLI ULTIMI TREND DELLE PURPOSE BUILT STUDENT ACCOMODATION

fondi di investimento, oppure della realizzazione di nuove strutture, format e soluzioni smart.

Non è quindi un mistero che anche il residenziale per studenti è ormai guardato con estremo interesse da investitori e operatori.

Il mercato italiano in questo settore presenta infatti ampi margini di crescita, dato che le università e le istituzioni sono sempre state poco attive nell’offrire agli studenti fuori sede strutture abitative dedicate a loro. In molti paesi stranieri invece non è così.

In Olanda, Danimarca e in molti altri stati, infatti, ci sono da anni moltissimi studentati privati e convenzionati, oltre che operatori che gestiscono appartamenti orientati al pubblico universitario.

Questa differenza si annida in cause economiche e sociali quali la maggiore propensione a lasciare le famiglie per studiare in città lontane, la minore diffusione della seconda casa di proprietà, con una conseguente minore disponibilità di appartamenti da affittare agli studenti, una diversa organizzazione delle università e diversi rapporti tra le istituzioni amministrative ed educative.

Da alcuni anni stiamo vedendo anche in Italia una forte crescita di questo settore in termini di disponibilità di posti letto, di realizzazione di nuove strutture, di riqualificazione di strutture esistenti.

Questo trend è sostenuto dalla crescita dei numeri degli studenti (anche stranieri) nelle principali città universitarie e dalla volontà di Università e Ministero di rendere più diffuso questo servizio.

I giovani che si trovano a vivere in uno studentato o in altre strutture gestite da operatori specializzati godono infatti di molti più vantaggi rispetto a quanti vivono in appartamenti condivisi affittati da privati.

Primi tra tutti, non corrono il rischio di non avere un contratto regolare, hanno dei referenti a cui rivolgersi per problemi manutentivi e organizzativi, possono accedere a prodotti abitativi qualitativamente migliori, arredati e pensati per rendere più facile la vita dei residenti.

Molti operatori offrono poi anche servizi alla persona, quali coaching, programmi di tutoring e corsi di formazione, oltre che spazi di relazione che permettono l’aggregazione degli studenti all’interno della struttura.

Sui servizi, però, la vera differenza la fanno le amenities: spazi comuni di vario tipo che rendono l’offerta abitativa degli studentati decisamente più attraente rispetto al classico appartamento.

Diversi operatori si contendono i clienti a colpi di sale studio, spazi per il gioco, convivialità, cinema, sport, partnership di vario tipo e servizi che spaziano dal noleggio sci alla convenzione con la palestra, arrivando alla possibilità di alloggiare in altre strutture della stessa catena in Italia o all’estero.

Alcuni operatori hanno anche iniziato a ibridare le loro strutture adibendone alcune parti a hotel o a miniappartamenti destinati agli affitti brevi per turisti e trasfertisti.

Questa strategia si completa con spazi dedicati al co-working dove digital nomads, studenti e professionisti fuori sede possono lavorare, scambiarsi idee e tessere relazioni.

Il driver degli operatori è quello di far vivere la struttura 24/7 dando la possibilità agli ospiti ed alla comunità del quartiere in cui si colloca di sfruttarla nel pieno delle sue potenzialità attraverso i servizi di F&B, Eventi, talks, etc.

Ultimamente, la sfida si è spostata anche sul look&feel delle strutture e sull’organizzazione delle unità abitative.

L’epoca delle camerate e dei letti cigolanti è finita da tempo: le camere devono essere confortevoli, attraenti, prevalentemente singole (al massimo doppie).

I bagni devono essere condivisi al massimo da 2 camere doppie e gli alloggi possono essere organizzati in cluster da 5 persone fino a 12 persone, organizzati ognuno attorno ad una sala comune con cucina.

In questo modo si rafforza il senso di appartenenza degli studenti alla comunità che abita la struttura, facilitando la nascita di rapporti stretti con gli abitanti del proprio cluster.

Buona parte del successo di una struttura, poi, risiede anche nel rapporto tra contesto, numero di camere e servizi offerti.

Strutture di dimensioni contenute possono raggiungere ottime performance se collocate molto vicine alle università e in quartieri ricchi di servizi, che permettano quindi di massimizzare il numero di posti letto sostituendo molti spazi comuni con partnership fatte con attività nei dintorni.

Strutture con molti posti letto possono invece essere sviluppate in zone meno centrali e meno ambite a fronte del fatto che possono essere realizzati molti servizi interni il cui costo ricade su un elevato numero di ospiti. In alcuni casi è possibile inserire anche mense ad uso interno oltre che palestre attrezzate, laboratori e sale conferenze.

La bravura dei developer risiede dunque nella capacità di trovare sempre il baricentro tra location, servizi e numero di posti letto e di saper rispondere alle esigenze dei loro giovanissimi ed esigentissimi clienti, mantenendo prezzi contenuti.