Gli schieramenti sugli eurobond cominciano a definirsi
I disaccordi tra i leader europei sulle misure per risolvere la crisi sembrano non trovare una soluzione, con i paesi divisi in due schieramenti, debitori e creditori.
Da una parte il nuovo Presidente francese Hollande, che sostiene che gli Eurobond sono l’unica soluzione, modifica l’aumento dell’età pensionabile abbassandola a 60 anni e aumenta il salario minimo. Hollande ha accentuato le pressioni sulla Cancelliera tedesca raccogliendo il sostegno di tutti i paesi debitori, mentre il Primo Ministro italiano Monti ha addirittura dichiarato che la Germania può essere persuasa ad accettare gli eurobond in tempi brevi, forse esagerando un po’. La Germania non è isolata, anche Austria, Olanda e Finlandia, che non sono molto indebitati, sono contro la proposta. In Grecia i sondaggi di opinione indicano un aumento dei voti per il partito di sinistra Syrizas, contrario al piano di salvataggio, a spese di Nuova Democrazia, che è favorevole al piano. Se Syrizas vincesse le elezioni, la conseguenza potrebbe essere l’uscita della Grecia dall’euro. In Spagna il sistema bancario è in difficoltà ed è probabile che Bankia abbia bisogno di qualcosa di più dei 9 miliardi di euro originariamente previsti, forse la cifra potrebbe essere intorno a 15 miliardi di euro. In questa situazione di incertezza pare che i gestori dei grandi fondi europei stiano iniziando a ridurre l’esposizione agli asset in euro. Gli investitori temono che i leader politici non siano in grado di prendere le misure necessarie e il rinvio di ogni decisione al vertice di giugno ha esasperato gli animi. EuroDollaro: con una chiusura di settimana sotto il livello 1,2600, il movimento verso i minimi 2010 post primo salvataggio della Grecia a 1,1880 resta tra le eventualità; outlook ribassista e possibilità di vedere un movimento breve su una rottura sopra 1,2820 verso il livello 1,2950/60. EuroSterlina: la sterlina continua ad avvantaggiarsi a spese dell’euro, mentre torna verso i mimi della scorsa settimana a 0,7950. DollaroYen: il dollaro trova supporto sopra 79,00, ma la pressione al ribasso resta dominante. Solo una chiusura sopra 80,42 può portare ad una stabilizzazione del dollaro.