Gli investitori tengono alla larga la `depressione`

Una ricerca di J.P. Morgan Private Bank rende nota la view degli investitori High Net Worth in Europa in merito al loro outlook sulle attuali condizioni di mercato e sulla propensione al rischio.

La ricerca ha coinvolto più di 300 investitori High Net Worth di 15 città europee e ha riscontrato opinioni differenti, con oltre il 75% degli intervistati che ritiene che l’Eurozona supererà la crisi in corso, probabilmente con cambiamenti strutturali. Solamente il 6% ha affermato che potrebbe esserci una forte depressione globale. Ad avere previsioni più ottimiste sono gli investitori High Net Worth di Spagna, Irlanda e Regno Unito, con rispettivamente il 92%, il 90% e l’85% che ritiene che l’Eurozona o riuscirà ad evitare grandi default e sarà ricompensata per la politica di dura austerità oppure sopravvivrà ma avrà una struttura diversa rispetto a quella attuale.

Nonostante l`incertezza, il 45% degli investitori benestanti ritiene che le azioni europee siano gli asset di rischio più sottovalutati. Quest’opinione è più diffusa in Spagna (69% degli intervistati), Irlanda (44%) e Regno Unito (41%). Il 24% considera il settore immobiliare statunitense come un`opportunità di investimento, seguito dalle azioni asiatiche (11%) e le obbligazioni high yield e il petrolio (10%).

Lo studio ha anche indagato le previsioni degli investitori High Net Worth in merito al settore che registrerà le migliori performance nel 2012. Uno schiacciante 38% ha affermato che sarà quello della tecnologia, seguito dal settore bancario con il 20% di preferenze e il minerario con il 16%.

 

Cesar Perez, Chief Investment Strategist di J.P. Morgan Private Bank per la regione EMEA, ha così commentato: “Il rischio è aumentato, in modo particolare per la situazione della politica europea. Anche se ci aspettiamo che i mercati continueranno a reagire, i prossimi mesi saranno caratterizzati da apprensione e volatilità. Nel breve termine, gran parte del rischio continuerà a dipendere, soprattutto, dalle elezioni e dalla politica. La crisi europea del debito sovrano ha aumentato la necessità di riforme strutturali. Gli squilibri sono ancora forti e la divergenza nell`attività economica tra i Paesi periferici e quelli core è correlata in modo negativo con qualsiasi potenziale miglioramento della situazione. Finora, gli interventi della politica sono stati più reattivi che proattivi e i politici non auspicano ancora una maggiore integrazione. L`arrivo di Mario Draghi al timone della BCE l`anno scorso è stato positivo per i mercati poiché ha aumentato la possibilità che la BCE possa diventare prestatore di ultima istanza.”

“Le attuali circostanze comportano una situazione di rischio leggermente minore del solito. Le azioni sembrano economiche, soprattutto se confrontate con le obbligazioni investment grade, e sono a buon prezzo per un motivo. La situazione di forte incertezza che coinvolge l’Eurozona e le minacce alla crescita dei mercati emergenti sono due spiegazioni del motivo per cui le azioni sono tanto economiche quanto lo sono dal punto di vista del Price-to-Book e – in minor misura – del Price-to-Earnings. Visto che questa incertezza a livello macro non potrà probabilmente essere risolta da un giorno all’altro, le valutazioni del comparto azionario dovrebbero rimanere economiche ancora per un po’. Riteniamo, tuttavia, che ci siano opportunità in determinate azioni che traggono beneficio dalle valutazioni ribassate in Europa ma che sono in grado di generare la maggior parte dei loro rendimento al di fuori dell’Europa.”

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