GLI IMPRUDENTI "TONNETTI"...

GLI IMPRUDENTI "TONNETTI"...

Milano, 18 settembre 2022. Di Fabrizio Brasili. Esperto di Scenari e Mercati Finanziari.

Si, sempre un migliaio di punti, ma con tentativi sui minimi e massimi sempre più bassi e con difficoltà ad andare oltre le 2/3 sedute di rimbalzo....ma nulla di più.
Non c'è la fa e farà proprio il nostro future Dicembre a superare i 22500/600, dopo non aver superato precedentemente i 22800/900.
Purtroppo ad ogni inizio di rimbalzo tecnico o meglio al vedersi scappare nella seconda seduta di detto rimbalzo, un improbabile inversione del trend, salivano o tentavano di salire gli imprudenti "tonnetti", che si vedevano, anche questa volta, subito sfumare il proseguimento.
Ed addirittura, anche in questa ultima seduta settimanale sfumare un migliaio di punti di future e di indice.
Teniamo presente che giovedì in chiusura, venerdì in apertura, venivano battuti i prezzi di riferimento e di risposta premi rispettivamente, di azioni, opzioni e future sia mensili che trimestrali (giornate delle quattro streghe). 
E che la prossima settimana, corrente settimana per chi ci legge, vi sara' la riunione FED dove uscirà un  ulteriore aumento dei tassi di uno 0,75% o meno probabile, ma possibile  1%.
Dopo aver toccato anche livelli leggermente sotto i 21800, il future Dicembre, depurato dalle cedole in acconto, e molto più attendibile del listino stesso, ha chiuso in area 22000, con evidenti sostegni.
Lunedì mattina potrebbe ripetersi, influenzato ancora, ma dalle azioni riversate sul listino provenienti dalla risposta premi di venerdì e dalla decisione attesa della FED, un ulteriore attacco al forte supporto di 21800/900.
Questa volta potrebbe anche rompere detto livello supportale e giungere anche sul successivo 21500/600, ritornando praticamente la da dove era partito e con ennesima delusione e perdita sempre degli stessi incauti "tonnetti".
Il resto lo farà la FED non escludendo un arrivo sui minimi annuali di 20500.
Con quello che potrà accadere nel prossimo responso elettorale, e quello che ne seguirà, oltre alle nubi nere che da mesi si stanno  addensando sopra le nostre teste, potremo tranquillamente pervenire, prima 18500/600 e poi con un primo semestre  molto negativo  e forse anche tutto il 2023, pervenire a quello che da tempo segnaliamo, alla parte terminale della discesa posta fra 16000 e 16500.
ENI&Tenaris
Continua l'effetto a premio di ENI su Tenaris. 
Vuoi per la stabilità e ripetitività dell' acconto dividendo autunnale che del saldo primaverile. 
Ma anche per il peso  e la maggiore  liquidita' di ENI e delle relative opzioni.
Bassa media volatilità della prima rispetto alla media alta volatilità della seconda, dovuta per entrambe alla altissima volatilità del petrolio.
Insomma ENI va comunque tenuta in tutti i portafogli, nei modi e nei tempi che detteremo ogni giorno ai nostri lettori abbonati ma sempre e comunque con la dovuta protezione opzionaria.
ENEL&SNAM
Premettiamo, ammesso che i nostri lettori  non lo abbiano ancora metabolizzato, (mentre i nostri abbonati lo conoscono da tempo) che non abbiamo mai visto bene le utilties.
Grande stabilità di prezzo e buona cedola (5/6%), che negli ultimi due anni (ed anche per il prossimo), sono stati e verranno erosi dall' inflazione, vista a doppia cifra nel 2023.
Con valore quasi dimezzati dai massimi degli ultimi 12 mesi.
Certo se ENEL dovesse ancora scendere, verso i minimi degli ultimi 12 mesi posti a 4,55 euro, accompagnando la prevista discesa del nostro indice, ed anche sotto detti minimi, potrebbe ridiventare almeno interessante e competitiva con il tasso di inflazione attuale e previsto per il 2023, ricordando che i massimi degli ultimi 12 mesi sono stati  7,40/45.
Possibilità anche di poter avere un piccolo Capital Gain.
Per Snam quasi stesso  discorso.
Minimi e massimi ultimi 12 mesi pero' molto vicini( 4,60/5,60) Buon dividendo si ...ma Capital gain inesistente ed anzi  possibile perdita.
Fra i due, se dovessimo necessariamente scegliere andremmo su ENEL.
PETROLIO&ORO e...ARGENTO
Vediamo se il petrolio riuscirà ad assestarsi su 82 dollari (WTI) e 86 (Brent).
Ed  invece se l' oro ritornera'  di nuovo sotto  i 1700 dollari a 1650.
Queste sono le nostre previsioni, raggiungibili, a maggior ragione se il dollaro contro euro dovesse ulteriormente rafforzarsi andando fin anche 0,96.
Se invece dovesse indebolirsi e  recuperare fin anche 1,04, il petrolio potrebbe tranquillamente pervenire rispettivamente a 85 e 90 dollari e l' oro a 1750 dollari.
La potenza del Re dollaro!
Di certo l' argento, nostro preferito,  correrà un percorso fuori dal coro, più dinamico, e qui con minimi e massimi più alti, dopo essere passato da poco più di 17 dollari a oltre i 19,50, dopo i nostri ultimi due suggerimenti, prima di acquisto e poi, in alleggerimento sui massimi indicati e con il dollaro sempre fermo sulla parità  con l' euro.
Curare anche qui il range euro dollaro fra i supporti 0,96 e le resistenze di 1,04.