GLI HOUTHI STANNO TAGLIANDO I CAVI SOTTOMARINI DELLE TELECOMUNICAZIONI NEL MAR ROSSO?
Redazione, 5 marzo 2024.
La rete Internet si diffonde tra i continenti attraverso i cavi sottomarini, molti dei quali sono stati finanziati da Google, Microsoft, Amazon e Meta, principalmente interessati alla loro efficienza che è indispensabile allo sviluppo ed alla conservazione dei loro business.
Senza connessione Internet, i giganti cadrebbero a terra.
Se danneggiate, queste reti sottomarine possono causare interruzioni diffuse di Internet.
Ieri, sono stati riscontrati danni ai cavi nelle profondità del Mar Rosso e interruzioni alle reti di telecomunicazioni che hanno costretto gli operatori del settore al tarsferimento di circa il 25% del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente.
Una delle società interessate, la sudafricana Seacom, proprietaria di uno dei sistemi via cavo danneggiati, ha detto alla CNN che le riparazioni non inizieranno prima di almeno un altro mese anche a causa del tempo necessario per ottenere i permessi ad operare nell'area.
Alcune settimane fa, il governo ufficiale yemenita aveva avvertito della possibilità che i ribelli Houthi prendessero di mira i cavi.
Questa è la seconda strategia di attacco degli Houthi, sostenuti dall'Iran e grandi sostenitori della causa palestinese contro Israele e alleati?
Seguirebbe, se confermata, l'interruzione della catena di approvvigionamento globale attuata con gli attacchi alle navi commerciali in transito dal Mar Rosso verso il Canale di Suez per dirigersi verso le acque del Mediterraneo.
Il Canale di Suez, che collega il Mar Rosso al Mar Mediterraneo, rappresenta una via d'acqua fondamentale per il commercio mondiale, accogliendo il 30% dei volumi globali di spedizioni di container.
L'esclusione del Canale di Suez obbliga le navi a scendere fino alla punta estrema dell'Africa, per poi risalirla tutta lungo la costa occidentale, quindi la costa iberica e quella francese fino a raggiungere Rotterdam.
Il fatto sta facendo salire i prezzi delle merci che faticano a spostarsi, ha spinto Tesla a sospendere parte della sua produzione in mancanza di componenti per l'assemblaggio delle sue auto, mentre Ikea ha già anticipato ai suoi clienti la potenziale carenza di prodotti.
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