GLI AGRICOLTORI INGLESI IN PIAZZA A WESTMINSTER ACCUSANO DI "TRADIMENTO" I LEADER SINDACALI
Redazione, 19 novembre 2024.
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Gli agricoltori britannici sono sul piede di guerra per un incremento sull'imposta di successione sui terreni agricoli che Londra sta per introdurre da aprile 2026.
Il Primo Ministro Laburista, sir Keir Rodney Starmer, era già stato costretto, alcuni giorni fa, a prendere le distanze dall'affermazione dell'ex consigliere laburista, John McTernan, che aveva affermato che la Gran Bretagna "non ha bisogno dei piccoli agricoltori", che potrebbe "fare a meno" dell'industria e che il partito laburista potrebbe fare agli agricoltori "quello che Margaret Thatcher fece ai minatori".
Questa uscita, che ne ricorda altre simili in Italia, aveva scatenato l'indignazione tra i gruppi agricoli e i principali esponenti del partito conservatore.
I terreni agricoli non erano soggetti all'imposta sulle successioni.
Secondo i ministri direttamente coinvolti, questa esclusione aveva agevolato i ricchi acquirenti e proprietari di terre.
Ma, per gli agricoltori questa imposizione fiscale rappresenta un pericolo che non vogliono accettare.
Le famiglie non avrebbero le risorse necessarie a pagare la nuova tassa in quanto la liquidità realizzata con la produzione deve essere reinvestita nella stessa per garantirne la continuità.
Ritengono che se questa manovra fiscale dovesse passare ne risentirebbe la produzione agricola, compromettendo la sicurezza alimentare in prospettiva.
Molti agricoltori sono anziani, hanno sempre reinvestito tutto per produrre alimenti e non sono in grado di finanziare il passaggio generazionale secondo le nuove imposte.
E' questa la ragione per cui accusano i loro leader sindacali di "tradimento".
L'impatto umano che avrebbe la nuova tassa di successione è per loro "semplicemente inaccettabile".
Per far sentire la loro voce e rendere pubblica la loro difficoltà, da alcuni gruppi di contivatori è partita l'idea di non rifornire i supermercati in segno di protesta.
Tom Bradshaw, al vertice del sindacato National Farmers' Union ha bocciato l'idea.
Will Lloyd, confermando la fosca anticipazione di McTernan, sul The Times ha scritto: "gli agricoltori sono per gli anni '20 quello che i minatori erano per gli anni '80."
Le sfortunate vittime del progresso, punite e poi abbandonate dallo Stato".
La chiusura delle miniere di carbone ha portato "devastazione sociale" e ha reso la Gran Bretagna "pateticamente dipendente" dai fornitori di energia internazionali e ora il governo "sembra desideroso di ripetere questo processo con il cibo.
Mentre il mondo si chiude e i muri tariffari iniziano a dividere in due i continenti, è un rischio interessante da correre.
È dura avere freddo. Avere fame è un'altra cosa".
Sulla base dei piani annunciati dal governo britannico nel nuovo bilancio in fase di approvazione, da aprile 2026, i terreni agricoli di valore superiore a 1 milione di sterline saranno tassati al 20%.
Per le fonti governative la modifica dovrebbe interessare poco più di un quarto degli agricoltori, mentre la National Farmers' Union (NFU) afferma che la cifra reale è di circa due terzi.