Giuseppe Vegas attacca gli intermediari sulla questione bond

Il caso dei bond irlandesi non si deve più ripetere. Quest`estate molti risparmiatori italiani che avevano in portafoglio le obbligazioni di Bank of Ireland hanno perso quasi tutto (solo un centesimo di rimborso per ogni euro investito) perchè gli investitori istituzionali che avevano ricevuto l`avviso di un`offerta pubblica di scambio, lanciata dalla banca irlandese che stava ristrutturando il suo debito, non avevano diffuso l`informazione. E` questa la sintesi della comunicazione a firma del presidente Giuseppe Vegas, che qui riprendiamo interamente in calce: La fase di crisi finanziaria che, negli ultimi anni, ha interessato taluni emittenti esteri ha determinato un più ampio ricorso a operazioni di ristrutturazione del debito, anche attraverso offerte di scambio (e/o di acquisto e scambio) dei titoli obbligazionari originariamente emessi - e presenti anche nei portafogli della clientela retail italiana - con altri strumenti finanziari o con una somma in denaro a titolo di `rimborso` anticipato, seppure parziale rispetto al valore nominale del titolo.   Alcuni emittenti, come consentito dalla normativa comunitaria, hanno preferito non realizzare l`operazione di scambio attraverso un`offerta al pubblico in senso proprio, avvalendosi delle esenzioni previste dalla Direttiva 2003/71/CE (la Direttiva Prospetto), e, quindi, non procedendo alla pubblicazione di un prospetto informativo né nel proprio Paese di origine, né, tantomeno, in Italia.   Le operazioni di scambio sono state, di norma, accompagnate da annunci resi dall`emittente sul proprio sito internet e realizzate attraverso documenti non sottoposti alla preventiva approvazione da parte di Autorità di vigilanza, mediante un`informativa fornita ai depositari centralizzati dei relativi titoli.   In alcuni casi, detti annunci contenevano limitazioni fattuali alla possibilità per i portatori retail di conferire i propri titoli in cambio dei `nuovi` o del `rimborso parziale` programmato, limitando, a titolo esemplificativo, l`offerta a `investitori qualificati` o a portatori di titoli per un ammontare superiore a 50.000 Euro.   In altre occasioni, gli offerenti, attraverso apposite clausole riportate nei relativi annunci, hanno espressamente escluso gli investitori italiani dalla possibilità di partecipare all`offerta, prevedendo, oltre al divieto di procedere alla distribuzione di documentazione relativa alla proposta di acquisto o di scambio in Italia, anche l`inefficacia di eventuali adesioni provenienti da tali investitori.   Si è, inoltre, osservato che, talora, gli investitori anche italiani hanno visto automaticamente modificati termini e condizioni del proprio prestito obbligazionario per effetto di una decisione assunta dalla maggioranza degli obbligazionisti, ad esito di una procedura di `consent solicitation`.(1)   La mancata promozione in Italia di offerte pubbliche di scambio promosse da emittenti esteri - dovuta, secondo gli offerenti, all`eccessiva onerosità delle procedure previste dal nostro ordinamento – non è un fenomeno nuovo e la Consob, già a partire dal 2009(2), aveva preso atto di tale circostanza e adottato talune misure interpretative in materia di redazione dei documenti di offerta, per ovviare ad una prassi che comprometteva la parità di trattamento degli investitori italiani rispetto a quelli di altri Paesi europei. Successivamente, sono state introdotte semplificazioni legislative e regolamentari volte a consentire lo svolgimento in Italia di offerte pubbliche di scambio aventi ad oggetto titoli di debito attraverso l`applicazione diretta della normativa di recepimento della Direttiva Prospetto, in luogo della specifica normativa italiana in materia di offerta pubblica di acquisto e scambio.   Inoltre, in occasione delle modifiche al Regolamento Emittenti relative alla disciplina delle Offerte pubbliche di acquisto e di scambio(3), è stato introdotto un ampio regime di esenzioni anche in relazione a numerose fattispecie aventi ad oggetto titoli di debito.(4)   Infine, nell`ambito delle consultazioni relative alle suddette modifiche regolamentari, ha formato oggetto di approfondimenti anche l`istituto delle consent solicitation: ad esito di tale dibattito, riconsiderando precedenti orientamenti e alla luce dell`analisi comparata, si è ritenuto che tali operazioni siano estranee alla categoria delle offerte pubbliche di acquisto e scambio, delle quali costituisce elemento essenziale l`accettazione della proposta da parte di ogni singolo oblato(5). Conseguentemente, anche gli obbligazionisti italiani possono ricevere informazioni e partecipare alle suddette deliberazioni senza che l`emittente incorra in alcun obbligo informativo nei loro confronti, ulteriore rispetto a quelli normalmente adempiuti in occasione di tali modifiche.   Con riferimento a tali aspetti, occorre altresì ribadire il

Giuseppe Vegas attacca gli intermediari sulla questione bond