Quindi mi procuro i suoi libri, appena disponibili, come adesso con Rizzoli, il suo nuovo USCITA DI SICUREZZA.
Lo dico subito, compratelo, leggetelo. Insisto anche perché l’autore dichiara che “il ricavato dei diritti d’autore di questo libro è destinato in beneficenza.”
Anzi, avendo letto USCITA DI SICUREZZA, aggiungo, che proporrò al Direttivo di ASSOFINANCE di conferire a Giulio Tremonti la presidenza onoraria della nostra associazione sperando che egli voglia accettarla essendo noi, ancora, una piccola associazione nella galassia delle associazioni storiche del nostro paese.
Ciò che si legge nella nuova opera di Tremonti è, quanto, ormai da anni, i consulenti finanziari indipendenti pensano, ripetono, affermano ogni giorno e avendo fatto, di tale esercizio, una professione di tipo intellettuale.
Tremonti parte dalla citazione di Adam Smith e del suo LA RICCHEZZA DELLE NAZIONI, ponendo l’accento sul binomio: “ricchezza-nazioni” nel senso di, come egli dice, ricchezza certo, ma anche nazioni”.
Lo storico e virtuoso binomio si oppone, nella lettura di Tremonti , al mercatismo imperante oggi che è degenerato nell’assolutismo del mercato finanziario determinando l’odierna dittatura del denaro.
La globalizzazione ha offerto lo spazio, gli strumenti, l’opportunità ai pochi nuovi padroni del pianeta che, a scapito delle nazioni, stanno concentrando, da circa 20 anni, la ricchezza nelle loro mani.
Afferma Tremonti, nella sua introduzione, di avere espresso, ripetutamente, gli stessi concetti contenuti nel libro, alla Cattolica di Milano, a Chatman House a Londra, alla scuola centrale del Partito comunista cinese di Pechino, alle università di Friburgo e di Yale, alla Herzliya Conference di Tel Aviv, così come in innumerevoli altre occasioni pubbliche.
Peccato che, alla chiusura di tutti questi appuntamenti che sentivano dibattere le intellighenzie del pianeta, non rimanesse traccia delle sue osservazioni sfumate, di volta in volta, nei toni standardizzati dei comunicati ufficiali. Riferisce di una sorta di centralismo che impediva perfino la messa al voto di tesi diverse da quelle prevalenti. Insomma, la simulazione del cambiamento per conservare lo status quo, un deja vu nella difficile storia dell’umanità.
Ha ragione Tremonti che continua soddisfatto, comunque, per essere stato dentro, per aver visto con i suoi occhi, ascoltato con le sue orecchie, ragionato con la sua testa. Anche per noi è bene poter ascoltare il suo racconto.
Sferra, anche, un attacco politico che sembra “frontale” quando afferma che il potere agisce sulla manopola del volume della paura e, quindi, si mette a governare in presa diretta facendo uso di tecnici e coinvolge il Fondo Monetario Internazionale che riduce la sovranità nazionale.
L’attacco spazia, dal nazionale all’internazionale fino a mettere in discussione il ruolo, l’utilità e la trasparenza del Financial Stability Board perchè “invece di agire incisivamente sull’assunzione eccessiva di rischio e su tutti gli altri abusi e negligenze della finanza, l’attenzione di FSB e Comitato di Basile si concentra sull’adeguatezza del capitale delle principali istituzioni finanziarie...”
Insistere sul capitale sarebbe, piuttosto, dannoso perché induce le banche a ridurre il credito alle imprese e a smobilitare i titoli di stato alimentando un circolo vizioso anziché attivare il circolo virtuoso per la ricchezza delle nazioni.
Denuncia Tremonti, denuncia lo scarso progresso sulla riforma dei derivati ed in particolare contro i derivati over-the-counter (OTC); denuncia l’espansione dei Credit Default Swaps (CDS) cresciuti del 367% nel periodo 2004-2010, denuncia le società di rating, denuncia la complessità dei prodotti strutturati e degli strumenti finanziari.
In effetti tutto il suo libro è un’accorata, appassionata denuncia politica alla politica che tace abdicando a se stessa e spianando la strada alla finanza deviata.
Infine, la sua USCITA DI SICUREZZA, sinteticamente descritta e anticipata come “Grande Politica” e “Nuova Alleanza” che metta lo Stato sopra la Finanza e la Finanza sotto lo Stato; riprende Thomas Jefferson che, già nel 1816, affermò: “sinceramente sono convinto che le potenze bancarie siano più pericolose che eserciti in campo”.
Il libro comprende anche 13 allegati, anche questi da leggere perché la sensazione che se ne trae è di essere stati, con lui, presenti in quelle occasioni, purtroppo mancate, per recuperare la fiducia.
Di particolare bellezza, tra gli allegati, la sua lettera indirizzata al ministro Cristine Lagard il 29 settembre 2008. E’ fresca come l’avesse scritta un ragazzo, tecnica per la competenza che esprime, straordinaria per la sua purezza politica.
Questa lettera, in particolare, mi costringe a riflettere sulle difficoltà che i Politici di qualità possono incontrare durante il loro cammino, dovendo arretrare, loro malgrado. Mi erano già note tali difficoltà ma credo di non aver compreso fino in fondo, prima di questa lettera, la dimensione reale del problema.
Peccato che non abbiamo avuto, subito, l’opportunità di leggere, di ascoltare, di sapere. Peccato che tutte queste opportunità ci siano sottratte dai comunicati ufficiali standard che, con la loro standardizzazione, chiudono le bocche più pulite. Peccato che queste opportunità continueranno a mancarci a meno che non siano gli stessi autori dei pensieri censurati a decidere di parlare, direttamente, con noi.
Bello sarebbe leggere anche la risposta di Cristine Lagard, ammesso che ci sia stata così da sapere che aria tira in terra di Francia.
Giannina Puddu
Presidente ASSOFINANCE