Giovani senza lavoro...pieni di partita Iva
Giovani costretti ad aprire una partita Iva per poter lavorare: il 14% dei contratti a progetto negli ultimi mesi e` stata trasformata in incarico a partita Iva che e` di piu` facile utilizzo per le aziende.
E` l`allarme lanciato dalla Cgil. Nel 2012 sono state circa 549.000 le nuove aperture di partita Iva (+2,2% rispetto al 2011) e oltre la meta` fanno capo a under 35. Gli aumenti maggiori, secondo il Dipartimento delle Finanze del ministero dell`Economia, si registrano nella scuola, nei trasporti e nella sanita`. `Il motivo per cui abbiamo ragione di ritenere che una parte consistente delle partite Iva sia falsa - spiega all`AGI Ilaria Lani, responsabile per le Politiche giovanili della Cgil - e` proprio il fatto che i dati degli ultimi anni dimostrano che hanno un solo committente e in forma continuativa, e questo tradisce la possibilita` di un abuso`. Nell`ultimo anno, aggiunge la sindacalista, `si registra un aumento delle partite Iva individuali e lo si registra in alcuni settori esposti come le attivita` professionali, in generale tutte le attivita` di assistenza sociale e dei servizi, l`istruzione (scuole private, enti di formazione) ma anche un pezzo del terziario avanzato, l`informatica, i trasporti: settori in cui c`e` da parte di molte aziende la richiesta ai giovani di aprire la partita Iva per lavorare in attivita` dipendenti o comunque strettamente legate all`attivita` ordinaria dell`azienda`. Per la Cgil `la riforma Fornero, rispetto all`abuso delle false partite Iva, non e` stata cosi` incisiva. Purtroppo si continua ad autorizzare il ricorso alle partite Iva per lavoro dipendente mascherato`. Secondo il Mef, a fare la parte del leone nelle nuove partite Iva sono le persone fisiche, l`unica categoria con segno positivo (+6%) rispetto all`anno precedente. Calo diffuso invece per le societa` di capitali che diminuiscono di circa il 6% mentre le societa` di persone accusano una flessione del 10%. Il 51,2% delle aperture e` dovuto a giovani fino a 35 anni e circa un terzo alla classe 36-50 anni. La ripartizione per sesso e` sostanzialmente stabile, con i maschi cui appartiene il 64,3% di aperture.
Rispetto al 2011, tutte le classi mostrano aumenti di aperture, a iniziare dalla piu` giovane (+8,1%). A livello territoriale, il 42,5% delle nuove aperture di partite Iva e` avvenuto al Nord, il 22,7% al Centro e il 34,7% al Sud e Isole; il confronto con il 2011 mostra una maggiore vitalita` al Centro-Sud, ove solo Calabria e Marche accusano cali moderati di aperture, mentre il Nord-est risulta la macroregione piu` deficitaria. L`aumento piu` sensibile e` avvenuto in Campania (+9%), la flessione maggiore in Friuli (-5%). La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva: il 23,6% del totale, seguito dalle attivita` professionali (15%) ed edilizie (10%). Rispetto all`anno precedente, i settori con aumenti maggiori si rivelano l`istruzione, i trasporti e il sanitario, con incrementi di oltre il 10%. Di contro, oltre al settore energetico (-27%), scontano consistenti cali i settori immobiliare (-18%) ed edile (-10%). Nel solo mese di dicembre sono state aperte 23.954 nuove partite Iva, in flessione del 6,6% rispetto al corrispondente mese dell`anno precedente. E in questo caso le societa` di capitali sono le uniche che mostrano segni di vitalita` (+1,4%): cio`, spiega il dipartimento delle Finanze, sembra dovuto alla possibilita`, introdotta dalla recente normativa, di avviare societa` a responsabilita` limitata semplificata (Srls) tra under 35 che possono avere anche un solo euro come capitale sociale e societa` a responsabilita` limitata a capitale ridotto.