GILES DICKSON STA A URSULA VON DER LEYEN PER L'EOLICO COME ALBERT BURLA PER I VACCINI

GILES DICKSON  STA A URSULA VON DER LEYEN PER L'EOLICO COME ALBERT BURLA PER I VACCINI

Giannina Puddu, 3 settembre 2024.

La signora Ursula Von Der Leyen, riconfermata a capo della "Commissione Europea", la "Commissione" che di fatto, si sostituisce al Parlamento eletto dai cittadini europei, sceglie, sempre, di mettere al centro della sua agenda gli interessi delle lobbies ignorando le ragioni e le tutele dei Popoli dell'Unione.

Una scelta che le garantisce un elevato potere contrattuale, vista la potenza dei suoi amici, ma che la espone anche a indagini  della Corte dell'UE che, nel luglio 2024, ha affermato che la Commissione europea ha sbagliato a nascondere i dettagli degli accordi di acquisto dei vaccini...

Stiamo aspettando che la Corte si spinga oltre, fino alla verifica dell'adeguatezza della signora Von Der Leyen al ruolo che ancora ricopre.

Così come scelse quale interlocutore privilegiato il signor Albert Bourla al tempo del Covid e dei presunti "vaccini", oggi, si interfaccia con Giles Dickson, amministratore delegato di WindEurope, l'Associazione che rappresenta l'industria eolica europea. 

WindEurope sostiene le politiche per l'energia eolica in Europa per conto di oltre 400 aziende associate e organizza i principali eventi del settore.

Certo! 

Quale azienda sosterrebbe l'inutilità dei prodotti che fabbrica per venderli?

In un lancio ANSA del 28 febbraio 2022, si poteva leggere che, secondo Dickson, "Europa e l’Italia non stanno costruendo abbastanza parchi eolici per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e la sicurezza energetica."

Detto da lui, in violento e palese conflitto di interessi, ciò ha un valore pari allo zero.

Continuava ANSA: 

E’ la denuncia dell’associazione europea di categoria degli operatori del settore, WindEurope. In base ai dati più recenti nel 2021 l'Ue ha installato solo 11 GW di nuovi parchi eolici nel 2021 e nel 2022-26 dovrebbe costruirne 18 GW all'anno.

Ma, si legge nel rapporto, per raggiungere l'obiettivo del 40% di energie rinnovabili entro il 2030 ci sarebbe bisogno di 30 GW l'anno.

La lentezza delle procedure di autorizzazione è l’ostacolo più grande.   

Il Signor Dickson aveva dichiarato il suo fastidio per i rallentamenti causati dai processi di verifica e di autorizzazione.

Per lui, le "verifiche", di compatibilità paesaggistica, urbanistica, ambientale, sanitaria, etc., rappresentavano solo una perdita di tempo ed un ostacolo alla vendita della sua mercanzia.

Anzichè essere ciò che sono, ovvero l'indispensabile verifica dell'opportunità dell'installazione degli impianti, rispetto alla superiore necessità di tutela degli habitat.

Dickson, aveva osato, perfino, ingerire per condizionare l'azione dell'allora Governo italiano sostenendo che, in quanto alle lungaggini dei processi autorizzativi degli impianti eolici, “L'Italia è un campione a questo riguardo”.

Purtoppo, alla sua inopportuna ingerenza nella politica italiana, seguì “Il decreto semplificazioni" che, a detta di Dickson, era stato  un nobile sforzo da parte del governo.

Di "nobile" in quello "sforzo" che non si sarebbe dovuto fare, non c'era niente, semmai "grossolano" giacchè è causa di un diffuso e crescente scontro istituzionale che vede opporsi i Comuni alle Regioni e le Regioni al Governo centrale.

Assumendo un atteggiamento spavaldo e con la pretesa di dettare tempi e modi ai governi dell'UE, si spinse a dichiarare che l'Italia"nel 2021 ha installato solo 201 MW di eolico, quando per stare al passo con i target nazionali ne servirebbero almeno mille l’anno”.

Allargando a tutta l'UE, denunciò i bassi volumi di installazione che, in una tempesta perfetta (forniture ridotte e prezzi alti delle materie prime), stava trascinando verso la crisi la filiera europea dell'industria eolica.

Dickson, denunciò che “Su cinque produttori di turbine in Europa, quattro sono in perdita e uno fa il 3% di utile”.

La risposta avrebbe dovuto essere: organizzatevi meglio, gestite meglio il vostro business o cambiate business dal momento che il "mercato" non lo assorbe tanto da non essere in linea con le vostre aspettative.

La "soluzione" scelta da Dickson è stata quella dell'ingerenza totale nelle scelte di politica europea, come WindEurope, inviò una letterina alla solita Ursula, Presidente della Commissione UE, alla quale denunciò la condizione, circa fallimentare, delle aziende comprese nella filiera dell'eolico.

Una condizione da "mondo al contrario" nel quale l'impresa non lavora per adeguarsi al mercato e rispondere alle esigenze del mercato, ma pretende di plasmare il mercato affinchè assorba il suo prodotto, imponendo perfino le quantità e i tempi di vendita del prodotto.

In un mondo normale, un prodotto che non abbia mercato, non si produce più.

Invece, Ursula Von Der Leyen, ha accolto a braccia spalancate l'invito di Dickson, e si è data da fare per dare una forte accelerazione alla messa a dimora degli impianti eolici.

Ursula Von Der Leyen, ha tradotto il preminente interesse privato di Dickson e delle società che rappresenta con WindEurope, nel fasullo "preminente interesse pubblico" che, se non smontato con urgenza, in Italia e in UE, provocherà un'apocalittica devastazione ambientale.

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