GAZPROM. UN' ULTERIORE STRETTA AI RUBINETTI DEL GAS VERSO L'ITALIA. TORNIAMO BOSCAIOLI.

GAZPROM. UN' ULTERIORE STRETTA AI RUBINETTI DEL GAS VERSO L'ITALIA. TORNIAMO BOSCAIOLI.

Redazione, 16 giugno 2022.

Nuova attività emergente e di successo, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, sarà quella del boscaiolo.

Perchè di legna ci sarà un grande bisogno.

La notizia, arrivata dall'ENI, sul giro di rubinetto di Gazprom  che quantifica la riduzione della fornitura di gas  in meno 15%.

ENI ha commentato che: Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate e che continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione e comunicherà eventuali aggiornamenti.

La Russia lancia il suo avvertimento dando prova di poter chiudere i rubinetti con facilità.

Mentre Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Mario Draghi (pare in veste non ufficiale...) sono a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky.

Il gasdotto Nord Stream passa sotto il mar Baltico e collega la Russia alla Germania per poi dividersi e raggiungere gli altri paesi d' Europa comprea l 'Italia. 

Incombe una nuova stretta con riduzione di altri 67 milioni di metri cubi di gas al giorno e riducendo ancora del 33% il flusso.

L' Agenzia russa TASS stempera motivando con ragioni tecniche dovute alla mancanza delle turbine Siemens irreperibili a causa delle sanzioni, ma Berlino confuta questa tesi, leggendo, invece,  una posizione politica.

Per l’Italia, il  Ministro Roberto Cingolani ha detto che possiamo stare tranquilli poichè Gli stoccaggi sono oltre il 50%, a circa il 52-53%, che è anche sopra al punto al quale eravamo l’anno scorso in questo momento.

Paolo Gentiloni, Commissario Europeo all’Economia, vede, invece,  il rischio recessione come se la recessione, di fatto, non fosse già percepita e come se migliaia  di aziende non avessero già chiuso o non siano in procinto di chiudere.

Il Centro Studi Confindustria conferma quanto già noto, ovvero che l’Italia è il Paese che soffre di più con le nostre aziende che devono pagare, ogni mese, costi di bolletta pari a 6,8 miliardi rispetto ai 5,7 di prima della guerra.

Ursula von der Leyen tenta di cucire la toppa in Egitto dove si dovrebbe "liquefare" il gas proveniente da Israele, ma tra due anni.

Nel frattempo, si dovrà fare legna, chiuderanno migliaia di altre aziende e sarà, per milioni di italiani, un rebus mettere insieme il pranzo con la cena.