GAZA. STRAGE STRAORDINARIA ANCHE DEGLI OPERATORI UMANITARI

GAZA. STRAGE STRAORDINARIA ANCHE DEGLI OPERATORI UMANITARI
HANI JNENA. OPERATORE UMANITARIO MORTO CON TUTTA LA SUA FAMIGLIA SOTTO IL FUOCO DI ISRAELE

Redazione, 17 dicembre 2023.

I funzionari delle Nazioni Unite hanno denunciato la morte di  135 loro operatori umanitari, a Gaza, dal 7 ottobre.

Mai, prima d'ora, questo tributo di sangue,  in qualsiasi singolo conflitto nei 78 anni di storia dell'organizzazione.

Anche Save the Children ha lanciato l'allarme per le sue perdite.

Ha fatto scalpore la morte di 28 persone, tutte appartenenti alla giovane famiglia di Hani Jnena.

Poco prima di essere ammazzato con la moglie e i suoi  due figli a Gaza, Hani Jnena, di soli 33 anni, aveva mandato il suo ultimo disperato messaggio ai suoi colleghi in Cisgiordania: “Le mie figlie sono terrorizzate e sto cercando di mantenerle calme, ma questo bombardamento è terrificante”.

La sua richiesta di aiuto per cercare soccorso e per denunciare  la campagna israeliana di attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria sull’enclave palestinese, che colpisce e uccide tutti, indistintamente.

Poi, purtroppo, il 10 dicembre tutta la famiglia di Jnena è stata sterminata dall'attacco israeliano.

Anche all’interno dell’amministrazione Biden si ritiene che l’esercito israeliano sia responsabile del prezzo della guerra sugli operatori umanitari.

Sono centinaia,  gli operatori umanitari e di sviluppo uccisi durante i due mesi di conflitto.

I  funzionari dell'USAID (l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, fondata nel 1961 su ordine esecutivo del Presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy) hanno chiesto e preteso dall'amministrazione Biden che intensifichi la pressione su Israele per limitare lo spargimento di sangue civile.

Il sangue civile non dovrebbe proprio essere sparso!

Funzionari USAID, hanno detto al Post che l'amministrazione Biden dovrebbe usare la sua influenza per forzare un cambiamento nel comportamento di Israele e promuovere il cessate il fuoco a Gaza.

Secondo loro, il governo Biden piò far leva sulla minaccia di restrizioni sui miliardi di dollari in assistenza militare che gli Stati Uniti forniscono ogni anno a Israele.

Un funzionario USAID (che ha chiesto l'anonimato...) ha aggiunto che "Abbiamo visto troppa inerzia da parte della Casa Bianca e della leadership dell'USAID su questo tema".

Come lui, altri suoi colleghi.

Jeremy Konyndyk, ex funzionario dell’amministrazione Biden, ex USAID, ha affermato che gli sforzi degli Stati Uniti per ridurre la violenza a Gaza sono, assolutamente, insufficienti.

Ha detto chiaro e tondo che: “La preoccupazione degli Stati Uniti per queste vittime rimane quasi puramente retorica. Non vi è alcuna influenza politica a sostegno di ciò”.

Secondo Konyndyk, oggi presidente di Refugees International, Biden si limita ad esprimere preoccupazione e rammarico e non agisce, di fatto, per fermare la strage a Gaza.

La Casa Bianca replica attribuendosi il merito, dopo "lavoro duro", di aver convinto Israele a consentire l'ingresso di cibo e medicine nel territorio.

Peccato che, durante la distribuzione degli aiuti, Israele attacchi ammazzando gli operatori umanitari impegnati nella distribuzione.

"I bombardamenti aerei hanno reso impossibile il nostro lavoro", affermano i leader dei  gruppi di soccorso umanitario e tra questi  Oxfam America e Mercy Corps. e Save the Children, hanno denunciato sul New York Times di non aver mai assistito, prima che a Gaza, ad un simile disastro.

Spiegando anche che "La sospensione di acqua, carburante, cibo e altri beni di prima necessità ha creato un'enorme portata di bisogni che gli aiuti da soli non possono compensare."

Tali "sospensioni", unite ai continui e massicci bombardamenti, confermano che la volontà di Israele è quella di sterminare i palestinesi e che non si limita ad annientare Hamas.

E' questa la denuncia globale.

 

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