FUOCHI D'ARTIFICIO DELLE BANCHE CENTRALI: GRAN FINALE O MICCIA BAGNATA?
Milamo, 9 maggio 2023. Di Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Echiquier.
Con l'annuncio di un nuovo aumento dei tassi di 25 punti base (0,25%), la Federal Reserve USA la scorsa settimana ha dato seguito al ciclo di rialzi più esplosivo degli ultimi cinquant'anni: in appena 14 mesi, ha ininterrottamente aumentato i tassi di riferimento del 5%.
Anche la Banca Centrale Europea (BCE) ha alzato i tassi dello 0,25%, portando l'aumento cumulativo al 3,75% in 10 mesi, una mossa che non si era mai vista da quando l’istituto nacque a Francoforte 25 anni fa.
Eppure, stanno emergendo delle divergenze nelle dichiarazioni e nei percorsi delle due istituzioni.
Negli USA, l'ipotesi di una pausa è ora ufficialmente sul tavolo.
Stretto tra un'inflazione ancora ben al di sopra dell'obiettivo del 2% e le conseguenze di un inasprimento delle condizioni monetarie che tarda a manifestarsi, il presidente Powell non esclude ulteriori rialzi ma allontana la possibilità di un taglio nei prossimi mesi.
I venti contrari impediscono al timoniere della Fed di navigare come vorrebbe.
Da un lato, il mercato del lavoro è ancora dinamico e porta a temere un'inflazione determinata dai salari, dopo che lo è stata dalle materie prime e dai profitti.
Dall'altro, il moltiplicarsi dei fallimenti bancari sta ulteriormente prosciugando il rubinetto del credito.
Una pausa appare quindi salutare in attesa di capirci di più e di valutare con maggiore precisione le conseguenze dei passati rialzi dei tassi e della crisi bancaria.
A Francoforte, invece, Christine Lagarde respinge l'ipotesi di una pausa nel ciclo di inasprimento, dichiarando: "Abbiamo ancora molta strada da fare e non ci fermeremo".
La Presidente della BCE accelererà inoltre la riduzione del suo bilancio a partire da luglio, non reinvestendo più le cedole e il capitale delle obbligazioni in scadenza, pari a 27 miliardi circa ogni mese da qui alla fine dell'anno: ci saranno altri fuochi d'artificio.
È anche comprensibile che ci siano delle divergenze all'interno del Consiglio direttivo, dove una minoranza sostiene un aumento dello 0,50%.
Il mercato invece ritiene che lo scenario della Fed non sia credibile: il mercato dei tassi prevede almeno tre tagli entro la fine dell'anno anche se i membri della Fed escludono questa ipotesi.
Bank of America fa notare che se da mezzo secolo, al termine del gran finale sparato dalla Fed il mercato azionario statunitense è salito una volta ogni due, arretra sistematicamente nel caso di un ciclo inflazionistico, in media del -5% a tre mesi.
Poiché la BCE non comunica le proiezioni sui tassi a medio e lungo termine, nell’Eurozona è impossibile misurare la divergenza che potrebbe manifestarsi nelle traiettorie dei tassi tra il mercato e la banca centrale.
In questa fase una sola osservazione è lecita: il mercato dei tassi prevede uno o due ulteriori rialzi da qui alla fine dell'anno, un’ipotesi che non sembra contrastare con le previsioni della BCE.
La miccia è ormai accesa, che sia bagnata o che si tratti del gran finale.
Negli ultimi mesi la Fed e la BCE hanno dato vita a uno spettacolo pirotecnico di rialzi.
Hanno evitato di compiere dei passi falsi o, al contrario, hanno acceso la miccia di un incendio per la crescita e i mercati?
Ce lo dirà il futuro.