FOTOVOLTAICO, IN SPAGNA E' MESSO IN DISCUSSIONE IL CONCETTO DI "PUBBLICA UTILITA'"
Giannina Puddu, 4 dicembre 2024.
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In Spagna, nella valle di Guadalhorce, situata nella provincia di Malaga, in Andalusia, si sta concretizzando il rischio dell'esproprio di terreni agricoli per l'installazione di impianti fotovoltaici.
I residenti locali sono sul piede di guerra e si oppongono contro questo progetto in quanto temono effetti dannosi per l'ambiente, per il loro caratteristico equilibrio sociale ed economico.
La minaccia fotovoltaica si chiama Faballones ad Álora e Orla a Coín, due progetti promossi dalla società Verbund.
Verbun è fondo di investimento austriaco che starebbe esercitando pressioni per attribuire all'area interessata lo status "di pubblica utilità".
L'azione di Verbund si basa su una legge spagnola del 1955 che prevede l'esproprio di un terreno privato se motivato da "interesse pubblico".
Il team legale della sede spagnola di VERBUND Green Power si occupa di questioni aziendali, gestione dei contratti, contratti fondiari, regolamentazione del settore energetico e di tutte le questioni e necessità legali necessarie per implementare la strategia aziendale nel Paese.
Per evidente ammissione della stessa azienda, l'obiettivo non è, come dovrebbe essere, quello di perseguire l'interesse della Nazione spagnola in Spagna, ma la loro "strategia aziendale" in Spagna!
Verbund è anche la principale compagnia elettrica austriaca e uno tra i maggiori produttori di energia elettrica in Europa.
In Austria, quasi il 100% della produzione di elettricità deriva da fonte idroelettrica, mentre al fotovoltaico e all'eolico è assegnato un ruolo accessorio.
Fuori confine, i riguardi sono compressi verso il basso e si punta a fatturare con eolico e fotovoltaico.
L'attacco degli abitanti della valle di Guadalhorce è rivolto, con attenzione molto forte, proprio verso la demolizione del concetto di "pubblica utilità" che stanno mettendo, pesantemente, in discussione.
La protesta è esplosa e si è estesa dal momento in cui la BOE (Gazzetta ufficiale spagnola), ha pubblicato l'elenco delle aree interessate agli espropri per far posto agli impianti fotovoltaici, più l'elenco dei proprietari chiamati a cedere le loro terre nelle zone di Álora, Coín, Alozaina, Cártama, Casarabonela e Pizarra.
Intorno a questi proprietari si è creato un cordone di protezione e di solidarietà da parte di una gran massa di cittadini.
Pare che i primi approcci con i proprietari terrieri siano nati nel 2018 e che si siano intensificati durante la pandemia, nel 2020.
I limiti introdotti per gli spostamenti, con il pretesto della "pandemia", avevano isolato queste persone, rendendo quasi inaccessibile per loro ogni opportunità di verifica delle condizioni delle proposte che avevano ricevuto in cambio della cessione dei loro terreni.
La "pandemia" ha agevolato le aziende interessate alla posa degli impianti e danneggiato chi dovrebbe perdere la sua terra.
Adesso, la pubblica attenzione è rivolta alla valutazione degli impatti sul paesaggio, sulla biodiversità e sulle attività agricole, elementi fondamentali dell'economia locale.
Il concetto di "utilità pubblica" è a monte dell'osservazione.
E' "pubblica utilità"?
Sono state valutate, in modo completo dalle autorità preposte, le conseguenze che avrebbe l'installazione degli impianti fotovoltaici nella valle di Guadalhorce?
Queste sono le domande che riecheggiano nella valle ed esigono risposte chiare e certe.
La gente della valle ha un legame profondo con la sua terra e vede alto il rischio di subire una definitiva modifica del suo stile di vita e dell'identità stessa della valle di Guadalhorce.
Dilaga, in Spagna, la protesta contro la nuova legge che permette alle aziende di "sequestrare" terreni privati per progetti eolici e fotovoltaici.
La nuova Ley de Utilidad Publica prevede oltre 1.000 aree interessate da progetti eolici o solari e, di queste, la gran parte sono identificate in Andalusia dove sono previsti 800 megaprogetti.
A Jaen, una superficie di 9000 chilometri quadrati che ospita uliveti rischia di essere stravolta per sempre.
Una portavoce dei manifestanti, Marisa Casal ha dichiarato, all'Olive Press che "La cosa peggiore è che la legge prevede che l'azienda non debba nemmeno dire ai proprietari che prenderanno la loro terra... È un furto rubare la proprietà privata di qualcuno a vantaggio di aziende straniere".
Ha aggiunto Casal: “E, cosa ancora peggiore, l'elettricità prodotta quasi sicuramente non resterà in Spagna.”
Ha, ulteriormente spiegato che le "aree industriali solari" non sono così ecologiche come vengono pubblicizzate: "Usano molta acqua, aumentano le temperature nelle aree già calde e possono rilasciare sostanze chimiche tossiche nei sistemi di irrigazione locali".
Non si salva neanche il territorio che è nei pressi dell'antica città romana di Acinipo, vicino a Ronda, la terra potrebbe essere coperta, per centinaia di ettari, con pannelli solari, fino a Setenil de las Bodegas e alla storica Jimena de la Frontera.
Aree note per le loro bellezze naturali e per l'escursionismo, saranno tagliate da nuove linee elettriche e devastate da nuovi tralicci che saranno eretti.
In tutta l'Andalusia si stanno organizzando grandi manifestazioni per affermare che "Non possiamo permettere che la nostra eredità e il nostro stile di vita vengano distrutti.
Stiamo affrontando la perdita di migliaia di ulivi, una fonte vitale di lavoro e ricchezza per la nostra comunità.
Questi progetti di megaimpianti solari non solo minacciano di sradicare i nostri ulivi, ma anche di portarci via il sostentamento e il futuro”.
Esattamente come accade in vaste aree del territorio italiano, nelle regioni del Sud ed in Sardegna, in particolare.