Fondi zombie: la rubrica più temuta dai gestori. Prima puntata

Esiste una ampia casistica di fondi di investimento che potrebbero definirsi “zombie”, morti finanziari viventi.

Fondi zombie: la rubrica più temuta dai gestori. Prima puntata

Il caso più ovvio e frequente è naturalmente quello della “insostenibile leggerezza” con cui alcuni fondi perseguono nel tempo strategie regolarmente e gravemente perdenti, senza che sovvengano ripensamenti nelle strategie da parte dei gestori o sussulti di buon senso da parte dei clienti sottoscrittori, vittime della “sindrome di Stoccolma”.

Poi ci sono fondi che sottoperformano gravemente i rispettivi benchmark, al punto che sostituirli semplicemente con degli
Etf “stupidi” apparirebbe una mossa estremamente intelligente.

Ci sono anche fondi che non mostrano performance apparentemente devastanti ma che, pur con perdite modeste, tradiscono clamorosamente la loro missione di rendere almeno qualche punto percentuale in più dei prodotti monetari: taluni fondi long/short, alcuni market neutral, alcuni flessibili, ecc..

Ci sono fondi senza massa adeguate che, anche per questo, vedono il patrimonio eroso dalle commissioni.

E via discorrendo …

Questi prodotti non hanno una reale ragione di esistere, in quanto non arrecano alcun beneficio ai loro sottoscrittori in termini di rapporto rischio / rendimento.

Spesso i prodotti in fondo alle rispettive classifiche di categoria ben si prestano a delle amare riflessioni … peccato che esse non siano fatte in seno alle rispettive società di gestione. A questi gestori manca il contraddittorio con un soggetto indipendente e non coinvolto emotivamente nella gestione che li guidi al ripensamento delle strategie di gestione o all’aggiornamento delle competenze professionali.

Esamineremo alcuni casi singolari con una certa regolarità. Segnalateci i vostri fondi zombie preferiti.

Il vostro Zombie Terminator


Uno Zombie quantitativo e sistematico

Questa settimana ci soffermiamo su Diaman Sicav FGS Systematic Trading classe R, una sicav a gestione sistematica la cui advisory è affidata alla società FGS Capital (http://www.fgscapital.com/,
ah, il sito riporta solo la home page, non c’è nient’altro).

Il fondo non è stato scelto a caso: è l’ultimo nella classifica Morningstar nei rendimenti a tre anni dei fondi market neutral, con un -9,09% annualizzato a tre anni.

FGS Capital è basata a Londra, è autorizzata da FSA e SEC, fu fondata nel 2002 con lo scopo di

fornire ai clienti rendimenti stabili e decorrelati rispetto ai mercati.

La sicav dichiara i suoi obiettivi: “L`obiettivo del fondo è di ottenere un buon rendimento aggiustato per il rischio attraverso un processo di investimento quantitativo che permetta la selezione delle azioni mantenendo un approccio market-neutral”.

Sulla “stabilità” dei rendimenti, in effetti non c’è nulla da obiettare. Infatti, dal suo avvio la sicav è stata stabilmente negativa, non avendo avuto neppure un anno positivo e, anche sulla “decorrelazione”, l’obiettivo è stato parimenti conseguito, in quanto le performance del fondo
sono state negative anche quando i mercati azionari sono saliti (2009 e 2010):

2008: -15,33%
2009: -12,08%
2010: - 2,95%
2011: - 5,54%
2012: - 9,34% (a maggio 2012)


È una sicav che è stabilmente in fondo alla graduatorie di categoria di Morningstar, “azionario market neutral” anche se di market neutral questa sicav sembra avere ben poco: che Morningstar si sia sbagliato nel classificarla?

Infatti, Morningstar segnala che attualmente il fondo è investito prevalentemente in titoli di Stato sovrani (Germany (Federal Republic Of) 5%, Netherlands (Kingdom of) 4.25%, ecc,) e non in azioni con cui perseguire la dichiarata strategia market neutral …..

I 10 milioni di massa residua meriterebbero una migliore attenzione.

Persino Frankestein si è scandalizzato ;-) “Come è brutto questo zombie” ha esclamato. E se lo dice
lui!

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