Finanza, Brunetta, pomi d’ottone e manici di scopa

Per salvarci dalla crisi, è ufficiale, non si può nemmeno fare affidamento alla magia (elemento risolutivo di molte situazioni complicate, specie nel fantastico mondo dei film della Disney).

A darci la triste notizia è l’ex ministro Renato Brunetta, attualmente parlamentare del Pdl. Se infatti consideriamo come “mistico” l’approccio di rigore di bilancio (europeo) voluto dalla cancelliera Angela Merkel, lo possiamo (a detta dell’ex ministro) valutare parimenti inefficace nel dare un po’ di fiato e di fiducia ai mercati e a chi li popola (speculatori esclusi): “Un`altra asta andata male: il Tesoro ha appena collocato 2,5 miliardi di Btp a 10 anni con una cedola del 5,50% (rendimento lordo del 5,84%). Siamo nuovamente a livelli di rendimento dei nostri titoli decennali da allarme. Evidentemente, a nulla sono serviti i masochistici riti voodoo del rigore ad ogni costo voluti da Angela Merkel” afferma Brunetta, rirpeso da Adnkronos.

In sostanza: “Questo dimostra come siamo all`interno di una speculazione mondiale sull`area euro, in particolare su alcuni Paesi. Le politiche economiche dei singoli governi c`entrano poco. C`entrano più che altro le politiche recessive di stampo tedesco con cui l`Europa ha (non) risposto finora alla crisi. Prima se ne renderà conto il presidente Monti meglio sarà. Prenda spunto dai partiti di maggioranza, la cui risoluzione approvata ieri sul Def dimostra che il problema è l`euro, il problema è il ruolo della Banca Centrale Europea, il problema è la Germania, con i suoi spudorati rendimenti dei Bund, alla faccia di chi soffre in Europa”.

La stoccata finale alla “spudorata” Germania (non faticate ad associare questo aggettivo ad Angela Merkel?) arriva a suon di dati, con tanto di chiosa che farà infuriare tutti gli economisti con aspirazioni esoteriche “Dall`analisi storica dei rendimenti dei Btp a 10 anni emessi dal Tesoro italiano dal 1999, anno delle prime aste in euro, ad oggi, emerge con chiarezza che storicamente sono virtuosi rendimenti al 3,5%-4%; sono accettabili, ma dimostrano nervosismo, rendimenti tra il 4% e il 4,5%; sono preoccupanti rendimenti al 4,5%-5%; possono considerarsi `febbrilì e rappresentano un serio segnale di allerta rendimenti oltre il 5%. Probabilmente le prossime aste comporteranno rendimenti (e relativo costo del servizio del debito per i quantitativi emessi) ancora alti, forse neanche più decrescenti. Evidentemente, l`economia non è una pratica esoterica”.

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