Federconsumatori, una vittoria le dimissioni Consob di Caputi
Con un tempismo perfetto il Prof. Gaetano Caputi si è dimesso da Componente della Commissione di Garanzia sullo Sciopero.
Una mossa che dimostra la validità di quanto sollevato dalla Federconsumatori: e cioè che quell’incarico era incompatibile con la nomina a Direttore Generale della Consob.
Alla luce di tale svolta confermiamo che la nostra Associazione intende andare fino in fondo a questa vicenda, richiedendo al TAR, nell’udienza di domani, di discutere nel merito e di riconoscere l’accesso agli atti, dal momento che sospettiamo che dietro a questa nomina non ci siano gli atti di supporto e, quindi, vi siano gli estremi per questioni civilmente e penalmente rilevanti.
La Federconsumatori ha già presentato un esposto per un’eventuale omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio con riguardo alla nomina di Caputi, voluta dal Presidente Vegas, insieme al quale sta portando la Consob verso una pericolosa deriva.
È una battaglia che non fa riferimento ad una violazione formale di una norma, ma alla sostanza del ruolo della Consob.
Il Direttore Generale coordina gli uffici, partecipa ai lavori della Commissione e, quindi, una sua nomina non valida implica che tutta l’attività della Commissione sia viziata.
Il caso MPS vale per tutti. Nonostante un esposto di luglio 2011 estremamente circostanziato ed una relazione della Banca d’Italia trasmessa alla Consob nel novembre 2011, le operazioni in derivati del MPS non sono state esaminate utilizzando i poteri di polizia giudiziaria che solo Consob ha per quanto riguarda la corretta rappresentazione nei documenti finanziari e la doverosa trasparenza dell’informativa agli investitori. L’Ufficio Analisi Quantitative che aveva gli strumenti per comprendere i retroscena di tale vicenda, non solo non è stato coinvolto, ma a seguito dei processi riorganizzativi è stato messo nelle condizioni di non nuocere a quella parte del sistema bancario che sta distruggendo il risparmio nazionale e danneggiando il Paese.
Queste dimissioni, che non sanano l’illegittimità della nomina, provano che la Federconsumatori aveva ragione e dimostrano la necessità di proseguire in questa battaglia per il bene dei risparmiatori e del Paese.