Federalimentare, persi 20 miliardi in 5 anni

Nonostante una relativa tenuta della produzione (-1,4%) e una buona risposta dell`export (+8%), il settore alimentare inizia a pagare le conseguenze di una crisi che dura ormai da troppi anni.

I consumi alimentari risultano infatti in calo, con 20 miliardi di euro persi in 5 anni, mentre l`occupazione accusa una perdita di circa 5000 posti di lavoro nel 2011-2012. E` quanto emerge dai dati di Federalimentare relativi all`andamento dell`industria alimentare nel 2012, nei quali si legge che i tagli alla spesa alimentare registrati degli ultimi 12 mesi ammontano al -3%, che corrisponde pero`, in valore, a quasi 7 miliardi di euro.

Percentuale che lievita a -10% se si prendono in esame gli ultimi 5 anni, con dispense e frigoriferi piu` ``leggeri``, in questo caso, di ben 20 miliardi di euro. Nel 2012 l`industria alimentare, secondo settore produttivo dopo il manifatturiero, paga un prezzo sempre piu` alto al protrarsi della crisi, che alla recessione dei consumi nazionali aggiunge sfide sempre piu` ardue sui mercati esteri. E, alle soglie del 2013, arrivano tre concreti segnali di preoccupazione per la competitivita` del settore, con valori di segno negativo sul fronte degli investimenti (dal 58% al 45% le imprese che effettueranno investimenti nel prossimo biennio), dell`occupazione (persi 5.000 posti di lavoro) e dell`accesso al credito (1/3 delle imprese che hanno chiesto un fido ha avuto un esito negativo, con risposte inferiori alle richieste o con richieste non accolte).

``Nella crisi non esistono isole felici - dichiara Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare -, finora l`industria alimentare ha saputo confermare la sua vocazione alla qualita`, ma l`erosione dell`occupazione, la riduzione della propensione agli investimenti e la difficolta` nell`accesso al credito sono il riflesso di una spirale involutiva del Paese che ci fa guardare al futuro con preoccupazione. Per sostenere l`Industria buona, portiamo all`attenzione del nuovo Governo un documento programmatico su alcune aree di intervento di rilancio del settore (fisco, internazionalizzazione, politiche europee, educazione alimentare e ricerca e innovazione)``.

Per Magliani ``bisogna in particolare ridurre la pressione fiscale fermando ogni tassazione impropria, come food tax o accise, contrastare l`aumento dell`aliquota del 21% previsto a luglio 2013 e ridurre l`incidenza fiscale dei costi di trasporto e dell`energia; sostenere l`internazionalizzazione, adottare una politica fieristica chiara e lungimirante e lottare contro la contraffazione; partecipare attivamente al dibattito sulla revisione della PAC, in particolare riguardo ai temi dell`approvvigionamento e della security alimentare``.

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