Fed non si muove, addio QE
Niente da fare, la Federal Reserve, come la maggior parte degli analisti (noi compresi) si aspettava, non ha lanciato un nuovo piano di stimoli per l`economia americana, lasciando cosi` i fili della ripresa mondiale in mano, per il momento, alla Banca Centrale Europea.
Il terzo round di quantitative easing da 600 miliardi di dollari e` stato in qualche modo promesso ai mercati dalla Federal Reserve nel momento in cui le condizioni della ripresa dovessero richiederne l`attuazione, ma oltre a cio`, non e` stato comunicato nessun time frame di riferimento e anche a livello di tassi di interesse, l`orizzonte per vederli eccezionalmente bassi e` risultato essere ancora il 2014. Un niente di fatto che non ha colto di sorpresa i mercati che hanno reagito nella maniera che ci attendevamo, con acquisti di dollaro americano a fronte di vendite di posizioni su commodities, indici azionari e valute che offrono tassi di interesse nominali superiori rispetto al corridoio previsto per i Fed Funds tra 0 e 0.25%. Gli unici cambiamenti degni di nota nel wording adottato da Bernanke negli statement del braccio operativo della Fed hanno riguardato la descrizione delle condizioni economiche, con il passaggio da ``l`economia si sta espandendo ad un tasso moderato`` a ``l`attivita` economica ha, in parte, decelerato durante la prima parte dell`anno``, con il mercato immobiliare depresso e un outlook che non lascia ben sperare. Questo puo` essere identificato come il motivo per cui le aspettative degli analisti per quanto concerne un intervento dell`autorita` monetaria il prossimo settembre, al momento hanno raggiunto quasi il 50% di probabilita`, ma al di fuori di questo il messaggio lanciato da Bernanke e` chiaro: BCE ed Europa, cominciate a fare qualcosa per migliorare la situazione. Messaggi di cui non sentiamo certo la mancanza e che producono effetti come quelli che abbiamo visto sui mercati. Ora e` il turno di BoE e di BCE, che si riuniranno oggi. La prima dovrebbe rappresentare un non-event, in quanto il piano di acquisto di asset e` gia` stato incrementato la scorsa riunione, mentre i tassi sicuramente non verranno toccati. Per la seconda invece, il surriscaldamento provocato dai riflettori puntati su di essa e` gia` alle stelle e tutto il mondo sara` pronto ad ascoltare il presidente Draghi, questo pomeriggio alle ore 14:30 (potete seguire con Matteo Paganini, Senior Analyst di FXCM, le reazioni di mercato in diretta collegandovi alla LIVE TRADING ROOM alle 14.25). Speriamo di sentire qualche domanda dai giornalisti riguardanti eventuali piani di QE o richiedenti maggiori informazioni circa le affermazioni per il salvataggio dell`euro (alle quali si e` opposta la Germania - con qualche giorno di ritardo - affermando che l`unico mandato dell`istituto centrale e` rappresentato dal mantenere la stabilita` dei prezzi), le cui risposte potrebbero creare forte volatilita`.
Anche la questione dello scudo anti-spread sara` importante per capire se, ma soprattutto quando, gli acquisti potrebbero essere messi in campo. Se ci sara` una comunicazione precisa di cio`, la reazione del mercato potrebbe essere positiva, in caso contrario ed in tutti gli altri casi (a meno che venga ribadita la volonta` di salvare l`euro con qualsiasi mezzo nonostante il ``nein``), gli effetti potrebbero essere negativi per l`euro. La figura che abbiamo seguito per un paio di giorni sul cambio eurodollaro e` oramai tramontata e non piu` utilizzabile. In realta` questo non sembra essere un eccessivo problema, dato che i prezzi sembrano comunque rispettare due livelli molto precisi. Parliamo del supporto che si trova a 1.2220, che pur non essendo piu` la neckline della figura di testa e spalle, e` comunque un bel doppio minimo, e di 1.2330 che in piu` occasioni sino da settimana scorsa ha bloccato la salita della moneta unica. La salita del dollaro da ieri sera ha permesso al cambio UsdJpy di andare ad avvicinarsi al livello di resistenza di breve che consideriamo prossima a 78.65. Una rottura rialzista avrebbe probabili implicazioni rialziste per i prezzi e di allontanamento dall`oramai piu` che noto livello di supporto chiave, prossimo a 78 figura. Il cambio EurJpy si sta muovendo idealmente all`interno di un canale laterale ampio poco meno di una figura (meno di 100 pip per intendersi). Un grafico orario chiarisce perfettamente il particolare momento di incertezza vissuto dal cross che si trova ad essere scambiato fra 95.65 e 96.50. La piu` classica delle metodologie di breakout appare la piu` sensata in questo caso. Come dicevamo gia` ieri, l`unica major che ha confermato il ribasso con la figura di inversione a testa e spalle e` il cable. Il movimento negativo ha gia` portato ad obiettivi interessanti e quasi al ritracciamento totale del movimento positivo che avevamo potuto osservare giovedi` scorso. In giornata pensiamo che 1.5475 possa ritornare utile come supporto fondamentale. Il cambio UsdChf si trova anch`esso in una condizione di stabilita` con un tentativo alle spalle, ieri sera, di andare a rompere il livello di resistenza di 0.9815. Il livello e` stato superato ma di pochissimi pip, tanto da non farci pensare ad una rottura vera e propria ed a farlo considerare, quindi, come livello di resistenza ancora valido. Il cambio AudUsd ha confermato in due occasioni distinte, fra ieri e questa notte, quanto il livello di 1.0450 sia effettivamente importante. Superato di pochi pip e` da considerare ancora supporto giornaliero e linea guida per anticipare un`inversione di tendenza del cambio che, nonostante l`evidente rallentamento rimane ancora positiva. Per anticipare una continuazione a rialzo, invece, ci affidiamo a 1.0540.
A cura di FXCM