Fare impresa in Italia, un parto travagliato
Molto spesso si discute, a ragione, delle leggerezza di molti imprenditori italiani nel condurre le loro aziende. Va però detto, forse a interpretazione del loro comportamento, che chi effettivamente riesce ad iniziare una attività in Italia si ritrova talmente carico di frustrazioni, paletti e normative imposte dalla burocrazia, che poi probabilmente soffre di un repentino bisogno di alleggerimento morale, dal quale deriva il rifiuto della responsabilità del buon padre di famiglia.
La realtà è che chi fa impresa in Italia deve confrontarsi con procedure lunghe, inefficienti e costose e anche se il contesto normativo in cui operano gli imprenditori sta migliorando e nonostante il ritmo del cambiamento stia aumentando, il nostro apese e` al 73simo posto nel mondo per facilita` di fare impresa. E` quanto emerge dal Rapporto Doing Business in Italia 2013, elaborato dalla Banca Mondiale e dall`International Finance Corporation, che confronta tredici citta` e sette porti italiani sulla base di cinque indicatori: avvio d`impresa, ottenimento dei permessi edilizi, trasferimento di proprieta` immobiliare, risoluzione di dispute commerciali e commercio transfronaliero marittimo.
Dall`analisi emerge che nel complesso le tasse per le imprese italiane ammontano al 68,3% dei profitti e che in un anno si devono prevedere 15 pagamenti, per un totale di 269 ore dedicate agli adempimenti. La decima edizione della classifica stilata dalla Banca Mondiale evidenzia poi come sia piu` facile ottenere permessi edilizi e trasferire una proprieta` immobiliare a Bologna, avviare un`attivita` imprenditoriale a Catanzaro o Padova, e risolvere una disputa commericale a Torino. Per quanto riguarda il commercio transfrontaliero marittimo e` invece Genova la top performer tra i porti gateway, mentre Catania registra il risultato migliore tra i porti regionali e di transshipment.
Le differenze tra le citta` possono essere estreme: per quanto riguarda l`ottenimento dei permessi necessari alla costruzione di un magazzino, il ritardo principale si registra nell`ottenimento del permesso di costruzione dal Comune. A Catanzaro e a Palermo sono necessari oltre sei mesi, mentre occorre la meta` del tempo a Napoli, Campobasso e Potenza, e basta un mese a Milano.
In testa alla classifica dei 185 paesi presi in esame si trova per il settimo anno consecutivo Singapore, mentre il 185esimo posto e` occupato dalla Repubblica Centro Africana.