"FARANNO IL DESERTO E LO CHIAMERANNO SCIENZA". CASTELLANA DI GROTTE (BA). CENTINAIA DI ALBERI SANI, ULIVI E CILIEGI, TAGLIATI D'IMPERIO
Giannina Puddu, 23 settembre 2024.
"Faranno il deserto e lo chiameranno scienza", è una frase sintetica di grande eloquenza, espressa da "UliVivo, comitato di cittadini e associazioni in difesa degli Ulivi della Puglia".
Ciò che i cittadini subiscono in Puglia può essere sovrapposto a quanto i cittadini subiscono in Sardegna con evidenti devastazioni ambientali, giustificate da ragioni inconsistenti, fatti gli approfondimenti necessari e liberi, come la stessa " Scienza" deve essere, affinchè sia tale.
Affinchè sia "Scienza" e affinchè siano "Scienziati" la ricerca non può essere costretta nei rigidi confini tracciati da finanziamenti privati in totale conflitto di interessi.
Quando i finanziamenti sono, per la gran parte come oggi, di fonte privata, la Scienza e gli Scienziati perdono la strada e la loro stessa natura...
Nell'ormai già lontano 1 febbraio 2023, l'Associazione Ulivivo aveva pubblicato un testo che spiegava la drammatica situazione, ancora attuale, di cui sono vittime gli alberi di Ulivo e Ciliegio, i proprietari dei terreni in cui erano amorevolmente coltivati, le rispettive famiglie, private di punto in bianco, senza preavviso e senza possibilità di difesa, della loro fonte primaria di sostentamento.
Di seguito, il testo integrale di Ulivivo:
Faranno il DESERTO e lo chiameranno SCIENZA
Nel territorio di Castellana Grotte (BA) è in atto una strage. Una strage di alberi e del lavoro che da essi dipende, a discapito del paesaggio e della millenaria tradizione olivicola della Puglia.
Dal 17 gennaio, sulla Castellana-Conversano, in nome di un’ormai decennale “emergenza Xylella”, gli operatori dell’Arif, muniti di motoseghe ed escavatori e scortati da un cospicuo dispiegamento di Carabinieri, stanno attuando l’abbattimento forzato di un numero imprecisato di alberi di ulivi, anche monumentali, e altri alberi da frutto come ciliegi e mandorli.
Centinaia di piante sane, vive e vegete.
I danni sono incalcolabili, tra muretti a secco distrutti e terreni lasciati in condizioni vergognose non più utilizzabili per la coltivazione, se non effettuando una costosa sistemazione unicamente a spese del proprietario. Laddove pochi attimi prima c’erano uliveti con radici millenarie e frutteti ora ci sono solo pietre e voragini incolmabili.
Tutto ciò avviene a fronte di monitoraggi fatti in maniera a dir poco approssimativa, per cui, per ogni pianta “infetta”, seppure in perfetto stato produttivo, viene abbattuta tutta la vegetazione presente nel raggio di 50 metri dalla stessa: quasi un ettaro di terra che viene rasa al suolo senza dare alcuna possibilità al proprietario del fondo di effettuare controanalisi, senza rispettare neanche i tempi tecnici, ormai ridotti a pochissimi giorni, di un possibile ricorso, e senza che il proprietario abbia avuto alcuna comunicazione diretta, da parte degli Enti preposti.
Una farsa, un abuso di potere e nel frattempo gli espianti proseguono.
Sono circa 10 anni che questa mattanza va avanti, senza che alcun risultato sia stato ottenuto, e nonostante l’autorevole parere scientifico dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che nel lontano 2015 scriveva “Non ci sono esempi di successo di eradicazione di Xylella fastidiosa una volta che si è stabilita in pieno campo a causa della vasta gamma di ospiti del patogeno e dei suoi vettori” e ancora “l’eradicazione non è un opzione di successo una volta che una malattia si è stabilita in un’area, come nel caso pugliese”.
Quindi tutti sapevano che l’eradicazione non era la strategia corretta per risolvere il problema, e soprattutto lo sapevano gli Enti istituzionali.
Quando si avrà l’onestà di riconoscere che queste misure fitosanitarie non sono altro che un totale fallimento, idoneo più a liberare terreni che a scongiurare una fitopatologia?
Sempre più cittadini si stanno accorgendo delle gravi anomalie che stanno avvenendo, della sospensione dello stato di diritto, delle intimidazioni e degli abusi di potere in corso.
In Puglia, senza alcuna comunicazione, ci si può trovare dalla sera alla mattina privati dei propri alberi, minacciati nella propria proprietà privata, invasi nei propri terreni da escavatori, sedicenti tecnici e forze dell’ordine a tutela di chi sta deturpando e violentando in modo barbaro e illogico la terra.
Lì dove gli stessi proprietari non possono né riprendere o fare domande, né tanto meno staccare una sola foglia di ulivo per analizzarla, senza autorizzazione, macchine e mezzi meccanici dell’Arif, del Basile Caramia, dell’Osservatorio Fitosanitario, sotto la protezione della regione Puglia, entrano ed escono dal fondo dichiarato infetto, da giorni e per numerose volte al giorno, senza alcuna precauzione né accortezza e causando ingenti danni ai terreni e ai muretti a secco.
Non è forse lecito chiedersi se proprio questo atteggiamento - a dir poco sconsiderato – sia possibile causa di propagazione del batterio?
Per far fronte a questa situazione che è, sì, davvero, un’emergenza, il 30 gennaio il comitato Ulivivo ha organizzato un incontro informativo per fare il punto della situazione e fornire agli agricoltori e ai proprietari dei fondi le informazioni e gli strumenti per difendersi, opponendosi legalmente e civilmente agli illeciti commessi durante le operazioni di monitoraggio ed eradicazione.
All’evento, che si è tenuto a Castellana presso la sede di Maiakera, sono intervenuti la prof.ssa in Geografia Economica Margherita Ciervo, la dr.ssa Margherita D’Amico biologa e patologa vegetale, la dr.ssa in Agraria Emanuela Sardella, e due olivicoltori, Ivano Gioffreda e Angelo Cardone. La sala era gremita al punto che alcuni cittadini sono rimasti fuori, nonostante la pioggia.
Hanno risposto all’invito anche rappresentanti del comune di Castellana Grotte di maggioranza e opposizione. Tra questi il Presidente del Consiglio comunale, dottor Maurizio Pace che ha assicurato ai presenti di adoperarsi affinché il Comune conceda al più presto la sala dell’assemblea per poter organizzare nuovi incontri informativi, affinché tutti i cittadini possano partecipare ed essere a conoscenza di ciò che sta avvenendo nel comune di Castellana Grotte.
Aspettiamo ancora una volta “fiduciosi”, una presa di posizione costruttiva, seria e determinata da parte di chi è chiamato a rappresentare e difendere i propri cittadini, la sua terra e i reali interessi ad essa connessi, ricordando che la perdita di questi alberi non è solo un sopruso ai danni dei proprietari ma una perdita di inestimabile valore per tutto il territorio che li ospita: un danno irreversibile alla qualità e tipicità dei prodotti agricoli (apprezzati e venduti in tutto il mondo), al settore turistico, all’economia del paese, che ogni cittadino con un minimo di dignità, memoria e amore per la sua terra dovrebbe tentare di fermare.