Fantafinanza: dalla bolla subprime il cerino passa ai titoli di Stato. È saltata la percezione del rischio
La Bce ha tagliato i tassi allo 0,5% e il governatore Mario Draghi non esclude nuove manovre «se sarà necessario» ipotizzando anche uno scenario di tassi negativi.
Se a questa strategia volta all`azzeramento dei tassi anche in Europa (che Federale Reserve e Giappone hanno abbracciato da tempo) si unisce il dato sulla liquidità che le banche centrali stanno immettendo sui mercati nasce un mix potenzialmente esplosivo.
La verità è che per uscire da questa crisi gli istituti che reggono i fili della politica monetaria stanno raspando il fondo del barile spingendo a man bassa sulle due più potenti cartucce a disposizione: ridurre/azzerare i tassi e iniettare nel mercato liquidità. Non a caso dal 2006 le banche centrali hanno immesso nel sistema 22mila miliardi di dollari. Soffermandoci sulle banche oggi più aggressive (Fed e Bank of Japan) gli Usa stanno stampando 85 miliardi di dollari al mese (con opzione al rialzo) e il Giappone 700 miliardi l`anno. Solo nel 2013, quindi, dovrebbero far `piovere dal cielo` altri 2mila miliardi di dollari freschi di zecca.
Soldi che gli investitori stanno canalizzando nelle forme di investimento più aggressive a disposizione del mercato in un contesto in cui, il progressivo azzeramento dei tassi spinge al minimo i rendimenti delle obbligazioni e delle forme di risparmio che remunerano la liquidità. È questo, ahinoi, il vero motivo per cui in questo momento i bond italiani, spagnoli e compagnia bella pagano meno di quanto pagavano prima dell`introduzione nell`euro. Perché a guardarla bene, l`economia reale e la dirompente disoccupazione stanno da tutt`altra parte e ci dicono che i tassi non dovrebbero essere ai minimi storici.
Gli investitori, foraggiati da liquidità senza eguali, stanno attingendo al pozzo dei tassi dei bond sovrani, considerati ora improvvisamente sicuri. Ed è qui che rischia di nascere una distorsione, di quelle che portano alle bolle finanziarie. Perché oggi più che mai è saltata la possibilità di percepire in modo adeguato il rapporto rischio/rendimento di un investimento. In questa fase di forte accelerazione dei prezzi dei bond sovrani (e conseguente calo dei rendimenti che si muovono in direzione opposta) asset class che fino a poco tempo fa erano considerate pericolose, e scottavano nei portafogli di banche e fondi di investimento, ispirano adesso un improvviso senso di fiducia.
L`investitore Warren Buffett ha ammesso che da un anno sta acquistando attività europee perché considera la crisi del Vecchio Continente come un`opportunità. Secondo il numero uno di Berkshire Hathaway, però, le azioni sono destinate a fare meglio delle obbligazioni, anche negli Usa. Anche se gli indici di Wall Street hanno toccato massimi storici, «i valori non sono eccessivamente alti e saliranno ancora di molto», ha detto Buffett, convinto che, al contrario, i titoli di Stato non siano una buona scelta, bensì «un investimento terribile». Il problema dei bond è che i prezzi sono tenuti «artificialmente alti» dal massiccio acquisto di asset della Federal Reserve: «Molte persone perderanno denaro quando i tassi torneranno a salire», ha detto il finanziere, soprannominato l`Oracolo di Omaha.
In questo contesto è sempre più difficile intercettare il rischio implicito di uno strumento finanziario con il forte rischio di assistere a violenti e improvvisi ribassi nel momento in cui le banche centrali dovessero decidere di richiamare indietro la liquidità iniettata. Ed è a quel punto che probabilmente l`ennesima bolla della finanziaria rischia di scoppiare. Quando e se accadrà effettivamente nessuno può dirlo perché ormai stiamo entrando nel territorio inesplorato delle metabolle in cui la finanza saltella di bolla in bolla pur di evitare o rimandare in tempi futuri la deflagrazione. Così, se dalla bolla di Internet a quella subprime ci sono voluti otto anni, adesso i tempi di formazione della prossima bolla (dei bond sovrani) sembra si siano terribilmente ridotti.
Tratto da Il Sole 24 Ore