Famiglie italiane, la crisi ci lascia comunque sognare

Anima Sgr, in collaborazione con la società di ricerche GFK Eurisko, ha presentato i risultati del primo Osservatorio ANIMA, un’indagine finalizzata a comprendere i programmi ed i progetti per il futuro delle famiglie italiane ed il loro orientamento nei confronti della gestione dei propri risparmi. 

L’Osservatorio ANIMA ha interessato complessivamente un panel di oltre 550 famiglie italiane e verrà ripetuto periodicamente con cadenza trimestrale, con l’obiettivo di innovare la gamma di prodotti e servizi messi a disposizione dei risparmiatori italiani attraverso gli oltre 150 partner distributivi di ANIMA.  I principali risultati dell’indagine sono di seguito riassunti. 

I progetti degli italiani, nonostante la crisi  Anche in un contesto economico difficile, la maggior parte degli italiani non rinuncia ai propri progetti, non solo per gestire la contingenza e rispettare gli impegni presi, ma anche per soddisfare alcuni desideri: due italiani su tre (62%) esplicitano almeno un progetto da realizzare nei prossimi mesi.  Oltre ai progetti “stagionali” di vacanze (29% del campione), assume importanza la costruzione di “riserve finanziarie” per fare fronte all’incertezza: il 22% degli intervistati progetta la costruzione di un “fondo emergenze”, il 13% accumula capitale come riserva di sicurezza per il futuro.  Seguono altri progetti di vita importanti: l’istruzione dei figli (8%), il rimborso di mutui/finanziamenti (8%), l’aiuto economico nei confronti dei familiari (7%), l’acquisto/ristrutturazione di abitazioni (7%), l’acquisto di altri beni importanti (5%) ed il matrimonio (25).  Da segnalare che solo il 3% del campione intervistato ha in mente la costruzione di una pensione integrativa.  Sì alla “spending review”, ma per difendere i propri risparmi  A fronte dei progetti dichiarati, emerge la volontà degli italiani di superare la crisi attraverso una revisione del proprio “bilancio familiare”: il 68% degli intervistati intende ridurre le spese superflue ed un 13% appare propensa ad intervenire anche su quelle importanti. Tutto questo a beneficio della componente di risparmio: il 43% degli intervistati ha l’obiettivo di incrementare i propri risparmi, percentuale che sale al 63% se riferita al sotto-campione di  italiani “risparmiatori/investitori” (definito in funzione del possesso di strumenti di investimento in aggiunta rispetto al conto corrente).  L’utilizzo di quanto già risparmiato fino ad oggi (14%) ed il ricorso a pagamenti rateali (8%) sembrano essere strategie fortemente minoritarie – presumibilmente anche in funzione del contesto di incertezza sull’evoluzione della situazione economica.  Si confermano quindi le grandi doti dei risparmiatori italiani che, tra parsimonia e pragmatismo, stanno scartando le spese superflue, imparando a gestire al meglio le proprie risorse e a trasformare i limiti in opportunità.  La sicurezza prima di tutto  La “sicurezza” del prodotto è il primo fattore di scelta, proprio perché molte famiglie guardano ai risparmi come rifugio contro l’incertezza: la protezione del capitale investito (46%) e la garanzia di rendimento (35%) superano di gran lunga altri aspetti quali i costi contenuti (20%) e aspettative di rendimenti elevati (15%).  Rilevanti gli aspetti “relazionali”: la fiducia nei confronti degli intermediari e la valutazione sulla loro affidabilità sono ritenuti importanti per il 18% degli intervistati, percentuale che sale al 29% se riferita al sotto-campione di italiani “risparmiatori/investitori”.  In secondo piano le altre caratteristiche di prodotto, quali la possibilità di poter disinvestire rapidamente in caso di emergenza (13%), la semplicità nell’effettuare l’investimento (12%), la durata a breve termine (10%)

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