Eurocrisi, la svolta del vertice romano

Il vertice quadrangolare di Roma dimostra che ci sono voluti quasi quattro anni per far emergere un pò di buon senso. Il default di Lehman Brothers nel settembre 2008 ha avvantaggiato alcuni paesi, in primis la Germania, a danno di altri.

Eurocrisi, la svolta del vertice romano

Una verità che ha impiegato molto tempo per emergere. Uno studio di McKinsey conferma che la creazione dell`euro ha determinato un vantaggio ai suoi membri di circa 350 miliardi di euro dei quali più della metà (155) alla sola Germania che esporta oltre il 60% del proprio export ai paesi dell`eurozona. Sul piano competitivo la Germania è divenuta il primo paese esportatore del mondo tanto da ottenere un avanzo corrente nel 2011 superiore a quello della Cina. Eppure con i suoi surplus solo la Cina è considerata lo `scandalo globale`. Non solo ma da mesi, grazie alla crisi, Berlino si finanzia a costi vicino allo zero oltre tutto drenando depositi dalle banche dei paesi mediterranei a tassi quasi virtuali. Come vantaggio competitivo non c`è male! Inoltre a smentire la teoria delle `formiche operose` tedesche vi sono i dati sull`incremento del debito pubblico. Tra il 2000 e il 2011 il debito pubblico della Spagna è aumentato dell`8%, quello dell`Italia del 10%, mentre in Germania è cresciuto del 34%. Per non parlare del debito francese che, con un incremento del 53%, ha superato la crescita del debito greco (+ 47%). Nel frattempo quello statunitense è lievitato dell` 81%, quello inglese del 103%. A questo punto la teoria degli allegri dissipatori mediterranei va riveduta. Nel medio periodo, la Germania ha tutto da guadagnare anche dal welfare `modello Bruxelles`. Con i suoi 82 milioni di abitanti, la Germania invecchia rapidamente. C`è un problema di sostenibilità previdenziale. Si calcola che tra trenta anni ci saranno più francesi che tedeschi nell`Unione. In sostanza, salvare l`euro conviene a tutti. Ecco perchè ha ottenuto tanto successo il ruolo di Mario Monti che con le sue proposte moderate e gradualiste sta sbloccando la crisi europea in ciò favorito dal ruolo di`testimonial` che Obama gli ha subito attribuito. Va tenuto conto che l`esposizione tedesca verso l`eurozona sfiora attualmente i 1.200 miliardi a fronte di un indebitamento pubblico netto di 1.440 miliardi. Venuto meno il bluff mediatico della Merkel, le ragioni della convergenza stanno superando quelle del divorzio. Dopo il G20 messicano il minivertice di Roma è servito ad individuare la road map dei prossimi mesi. A Luglio partirà il firewall Esfs-Esm che consentirà l`acquisto dei bond sovrani. Ciò ridurrà gli spread e i tassi di interesse. La Bce sta già allentando i vincoli verso le banche depositarie. Il sistema bancario dei paesi periferici potrà consegnare titoli di stato italiani o spagnoli come `collateral` senza eccessivo sacrificio di prezzo. Dopo la falcidia dei rating operata negli ultimi mesi dalle agenzie, le banche in cerca di finanziamenti si sono trovate a corto di titoli da consegnare a garanzia senza dover subire gravi sacrifici. Del resto, la controprova degli attacchi speculativi e dei vantaggi che Berlino ha ottenuto è data dalla correlazione fra la tensione sui mercati e l`appiattimento della curva quando l`attacco all`Italia ha raggiunto la fase più violenta. La tesi di Monti è chiara: chi ha fatto riforme non deve subire tassi eccessivi (svolta `anti-spread`) che penalizzano i propri sforzi nel finanziare la crescita. L`idea di dedicare circa 130 miliardi alla crescita costituisce il corollario di questa tesi. La fase di consolidamento è in forte accelerazione. Anche i Paesi Brics hanno finalmente confermato e precisato la quota di adesione all`aumento di capitale (430 miliardi) del FMI. Tra luglio e settembre l`eurocrisi sarà uscita dal tunnel. L`esito del voto in Grecia ha dimostrato una volta di più l`eccesso di catastrofismo che aveva preceduto l`evento.

Di Guido Colomba

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