Eurocrisi, fine della `grande abbuffata` speculativa?

Forse la `grande abbuffata` della speculazione internazionale volge al termine. Due notizie sono alla base di questa riflessione.

La prima l`ha fornita il governatore della Banca d`Italia, Visco, quando ha precisato che l`Italia nel 2012 avrà contribuito con 45 miliardi di euro nell`aiuto a Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna. `Il nostro peso nell`area dell`euro è del 18%. quello della Francia del 20%, quello tedesco del 27 per cento`. La Finlandia, che pesa per meno del 2 per centro, si è fatta sentire minacciando di bloccare tutto. Lo stesso discorso vale per l`Olanda. `Eppure - ha rilevato Monti all`eurogruppo - è buffo che questi paesi guardino all`Italia come ad un paese in cerca di aiuti`. Tutto ciò chiarisce che l`eurocrisi ha una sola componente: la speculazione internazionale alimentata da incaute (?) dichiarazioni di ministri e capi di stato di alcuni paesi. Eppure esistono i reati di market abuse e insider trading. Fare affermazioni a mercati aperti, non suffragate da dati certi e sicuri, è un reato penale. Certo, questi chiarimenti potevano essere fatti molto prima. Come mai l`ex ministro Tremonti è stato così silenzioso pur partecipando a tutti i vertici dei ministri finanziari (Eurogruppo ed Ecofin)? Di certo, va dato merito a Mario Monti di aver saputo, con l`aiuto prezioso della Banca d`Italia, offrire al tavolo delle trattative argomenti così chiari e determinanti che alla fine hanno messo con le spalle al muro questi strani personaggi. Basti pensare - come ha precisato lo stesso Governatore della Banca d`Italia - che `lo spread dipende da noi per solo 200 punti`. Gli altri (ad oggi circa 250-270 basis points) dipendono dalla speculazione pilotata. Non a caso Monti, dopo aver tessuto una paziente tela di Penelope, ha incassato l`approvazione dello scudo anti-spread. La seconda notizia è ancor più fondamentale, in termini di finanza globale, specie dopo lo scandalo Libor che ha indotto il Congresso a convocare il segretario al Tesoro Geithner e il presidente della Fed Bernanke. L`America ha finalmente avviato la riforma dei derivati. L`Autorità di Vigilanza Cftc ha approvato un documento di 400 pagine che precisa quando i prodotti derivati debbano essere considerati `swap`. E` un mercato ancora opaco e poco regolamentato che vale 650mila miliardi di dollari. Di recente alcuni colossi come Barclays e JpMorgan sono finiti sotto la lente di ingrandimento per problemi con i derivati. Nonostante le molte esenzioni per le piccole banche, le assicurazioni e le aziende commerciali, il documento contiene progressi significativi per l`applicazione del Dodd Frank Act, la riforma varata da Obama nel 2010. `Ci sarà più trasparenza - ha detto il presidente della Cftc Gensler- minori rischi per gli americani, più controlli e per la prima volta si farà luce sul mercato degli swap`. A cosa serve tutto ciò? Ad evitare che si ripresentino i problemi che hanno portato nel 2008 al collasso di Lehman Brothers e al contestuale salvataggio di colossi finanziari come Merrill Lynch, Bear Stern e quelli del settore assicurativo e immobiliare. Il calendario degli avvenimenti per i prossimi mesi è molto fitto ed è destinato ad incidere sulle due sponde dell`Atlantico sulla base di un dato di fatto: i ripetuti scandali a danno dei risparmiatori hanno prodotto effetti nefasti nei confronti dell`economia reale. Il processo di aggiustamento è ora entrato nella fase risolutiva. Come ha detto il governatore della BCE, Mario Draghi, i fondamentali economici sono sotto stimati rispetto alle valutazioni della finanza speculativa. Anche la classe politica ha capito, se pure in forte ritardo, che questo meccanismo perverso va fermato una volta per tutte pena un ricambio generazionale diffuso in tutto l`Occidente.

Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”

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