Considerando le notizie che si sono susseguite a livello domestico e internazionale dall’ultimo incontro, ci aspetteremo che Draghi utilizzi un linguaggio neutrale: l’attività economica si è stabilizzata a livelli molto bassi, con il perdurare di significative discrepanze regionali a livello macro economico. Nel mese di marzo la stima del Consumer Price Index dell`eurozona è scesa al 2,6% (dal 2,7%) rispetto all`anno scorso, ma rimane al di sopra della soglia del 2% e con i prezzi del petrolio ancora elevati, i rischi di uno scenario inflazionistico sono quindi bilanciati equamente.
E’ forse interessante aspettarsi un atteggiamento più moderato da parte della BCE nella seconda metà dell’anno – poiché l’economia rimane al di sotto del trend di crescita. Questo è un elemento fondamentale per giustificare un outlook tendente al ribasso per l’euro nella seconda metà dell’anno, ma non entriamo nell’argomento (quindi il nostro outlook rimane ancora relativamente positivo per l’euro) perché il clima economico potrebbe deteriorarsi e considerando che l’attuale debolezza economica dell’eurozona potrà forse migliorare di poco con l’attuale tasso repo fermo all’1%.
di Audrey Childe-Freeman, Global Head of Currency Strategy di J.P. Morgan Private Bank