La pressante necessità delle economie mature di ridurre l`indebitamento, i limitati investimenti delle aziende e la flessione dei prezzi minacciano quindi di innescare una recessione mondiale, che però secondo l`analisi di Merrill Lynch potrebbe essere evitata. Si prevede dunque il rallentamento dell`espansione economica cinese, tuttavia in modo graduale, anche grazie all`intenzione del governo di introdurre provvedimenti reflattivi all`inizio del 2012.
“Riteniamo probabile un`espansione dell`economia cinese dell`8,6% nel 2012, rispetto al 9,2% previsto per quest`anno”, ha dichiarato O`Neill in proposito. “Per l`economia del colosso asiatico i rischi maggiori sono l`impennata dell`inflazione o il calo degli investimenti. L`India e la Russia dovrebbero confermare la brillante crescita del 2011, che nell`anno complessivamente dovrebbe essersi attestata rispettivamente al 7,5% e al 4%”.
“Verosimilmente la Federal Reserve statunitense sosterrà il mercato immobiliare per combattere l`alta disoccupazione e mantenere invariati i tassi almeno fino al 2014”, ha aggiunto poi O`Neill.
Per quanto riguarda invece l`inflazione, “I consumatori dei paesi del G5 (Canada, Eurozona, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito) beneficeranno di un calo. Nel G5 la crescita permarrà debole e nel 2011 in media non è andata oltre l`1,1% invece del previsto 1,4%”.
“I rischi più preoccupanti sono l`insolvenza del debito pubblico fuori controllo in alcuni paesi dell‟Eurozona e/o la loro uscita dalla moneta comune. Tra gli altri possibili fattori negativi ricordiamo la costante paralisi politica dell`Europa, l`estensione ad altre aree geografiche delle perdite causate nell`Eurozona dalla riduzione dell‟indebitamento, i possibili conflitti valutari, la corsa dei risparmiatori al prelievo dei depositi bancari e un`austerità di bilancio troppo rigida. Tuttavia dall`Europa potrebbero venire anche sorprese positive”, ha precisato O`Neill.
In primo luogo la Banca Centrale Europea potrebbe decidere prima del previsto di monetizzare il debito pubblico e quello bancario, ma tale provvedimento potrebbe intervenire solo dopo un ulteriore peggioramento delle prospettive di crescita nell`Eurozona. Secondariamente, proprio queste prospettive potrebbero essere ravvivate da un`imprevista decisione della BCE di una consistente riduzione allo 0,5% del tasso d`interesse. Il probabile deprezzamento dell`euro nel 2012, determinato dal rallentamento economico nell`Eurozona e dai più incisivi interventi della Banca Centrale, dovrebbe controbilanciare il calo della domanda dei consumatori finali nel vecchio continente.
Verosimilmente la flessione dei consumi e le onde d`urto provenienti dall`Eurozona indurranno la Banca d`Inghilterra a intraprendere ulteriori iniezioni di liquidità nel sistema finanziario, che tuttavia potrebbero non bastare per impedire al Regno Unito di cadere in recessione nella prima metà dell`anno.
“Anche se le attuali difficoltà economiche sono molto diverse da quelle sperimentate nei cicli economici precedenti, il 2011 ha messo in luce l`inadeguatezza delle risposte elaborate dalla politica. La mancanza di coordinamento interno ed esterno è stata una delle maggiori delusioni”, ha aggiunto O`Neill.
“Un coordinamento più efficace degli interventi internazionali per ridurre l`indebitamento potrebbe ridare forte impulso all`economia non solo dell‟Eurozona ma anche del resto del mondo”.
Secondo l`analisi di Merrill Lynch la debole crescita preoccupa gli investitori, che temono delusioni ancora più cocenti. “L`obiettivo di diversificare i portafogli è complicato dalla rarefazione degli `investimenti rifugio”, ha dichiarato O`Neill, proseguendo affermando che “selezioniamo i titoli azionari puntando su rendimento, qualità e crescita”.
“Nel 2012 suggeriamo di scegliere i titoli azionari preferendo le società a capitalizzazione elevata con flussi finanziari consistenti e che aumentano i dividendi. Per il prossimo anno consigliamo cautela, ma non prevediamo alcun tracollo. Sottolineiamo ancora la necessità di un modello strategico in grado di far fronte alla `nuova normalità‟ di una crescita economica più lenta in un contesto di rischi più intensi. Per far questo occorrerà giocare d`anticipo sui ribassi periodici delle quotazioni, sulle bolle di volatilità e sui frequenti ripensamenti tra la disponibilità e la non disponibilità degli investitori ad assumersi rischi”.
Per un efficace posizionamento nell‟attuale contesto Merrill Lynch Wealth Management EMEA suggerisce di sovraponderare gli U.S.A. e il Regno Unito. Al primo posto tra le nostre preferenze poniamo le società statunitensi ad alta capitalizzazione, protagoniste di performance più corrispondenti alle previsioni sugli utili formulate dagli analisti rispetto alle loro concorrenti estere.
I nostri tre settori preferiti sono i beni di consumo, sia di prima necessità che voluttuari, e l`informatica, che offrono la sintesi più valida tra qualità degli utili, multipli di valutazione e allineamento al quadro macroeconomico. Inoltre Merrill Lynch privilegia i temi in forte crescita, come i consumi nei paesi emergenti e la costruzione di infrastrutture in tutto il mondo. “Prima di intensificare gli investimenti nei paesi emergenti attendiamo di vedere se la Cina ridurrà i tassi d`interesse”, ha però chiarito O`Neill.
Per il 2012 Merrill Lynch suggerisce poi di sottoponderare i titoli azionari giapponesi e dell’Eurozona. Il 2012 dovrebbe essere l’anno del ritorno del Giappone alla crescita, ma probabilmente gli utili delle aziende saranno inferiori alle attese. I titoli azionari europei sono a buon mercato e il loro gradimento da parte degli investitori è già sceso a livelli bassissimi, ma O`Neill ammonisce che è ancora troppo presto per acquistare perché i rischi nel vecchio continente sono ancora alti.
Per quanto riguarda il reddito fisso, tra titoli di stato e obbligazioni societarie gli investitori dovrebbero preferire queste ultime e particolarmente quelle statunitensi, sia investment grade che ad alto rendimento. I prezzi delle emissioni ad alto rendimento hanno già scontato una percentuale ragionevole di inadempienze di pagamento. In particolare, si consiglia agli investitori di evitare i titoli di stato e le emissioni bancarie dei paesi periferici dell`Eurozona.
“I differenziali di rendimento delle obbligazioni societarie sono convenienti perché scontano un aumento rilevante delle inadempienze di pagamento, che in ogni caso noi non prevediamo. I titoli di stato dei paesi più solidi restano poco appetibili in tutti gli scenari, con l`unica eccezione di una lunga recessione mondiale”, ha precisato O`Neill.
Infine, nel Regno Unito il settore immobiliare offre buone opportunità d’investimento, mentre la previsione di un rallentamento dell`inflazione renderà meno interessanti gli investimenti nelle materie prime. Nel 2011 le performance di oro e petrolio sono state tra le più brillanti, ma difficilmente potranno essere ripetute nel 2012. L`oro, pur favorito dai bassissimi tassi d’interesse reali, probabilmente sarà frenato dall’apprezzamento del dollaro statunitense; tuttavia le massicce iniezioni di liquidità nel sistema finanziario potrebbero mettere le ali alla quotazione del metallo giallo. Il contingentamento delle forniture dovrebbe imbrigliare il potenziale di ribasso del prezzo del greggio.
Al termine dell’incontro O’Neill ha risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti.
1) Cosa pensa dei titoli di Stato italiani? Il Governo Monti sta attuando riforme credibili che riguardano lavoro e pensioni, ma c’è ancora molto da fare e rimane sempre da valutare il ruolo della Bce.
2) Draghi ha detto che non bisogna dare troppo peso alle agenzie di rating… Il mercato non si muove in base a quello che dicono le agenzie di rating, per questo le ultime dichiarazioni non hanno sortito grossi effetti. In Europa il rating ha però una grossa risonanza politica…
3) Cosa pensa della Grecia e del possibile default? Secondo me si giungerà a un accordo, ma la Grecia non sa dove trovare i fondi, al contrario dell’Italia, quindi ogni giorno chiede prestiti per tirare avanti. Il default non è un’ipotesi realistica, non c’è uno scenario plausibile perché ciò possa avvenire. Le conseguenze dell’uscita di un solo membro sarebbero difficilissime da affrontare per i paesi rimanenti. L’Europa deva andare avanti unita.
4) La svalutazione dell’Euro sul dollaro aiuterà la ripresa? Di sicuro beneficeranno quelle economie orientate all’export, tra cui l’Italia e l’Irlanda. La Grecia ad esempio ha solo un 20% del proprio Pil legato alle esportazioni, quindi non avrà grossi benefici.
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