ESCLUSIVA IN: Le svolte fiscali creano grandi sfide, parola di Stefan Angele (Swiss&Global)

Questa mattina eravamo presenti all’evento organizzato da Swiss&Global presso l’Hotel Four Seasons di Milano, dove abbiamo incontrato Stefan Angele, Head of Investment Management di Swiss&Global. Angele ha iniziato parlando di quali sono i rischi e le opportunità di questo momento storico, prevedendo una crescita economica debole nel mondo industrializzato, ma escludendo una recessione globale.

“Il nostro principale scenario è rappresentato da una crescita debole. La recessione si avrà solo nel caso in cui non si verifichino grandi shock nel settore finanziario”. La politica monetaria nel mondo industrializzato potrebbe rimanere espansiva, ad eccezione degli esportatori di commodity, mentre lo spazio per una politica monetaria e fiscale volta a stimolare la crescita rimarrà limitato fino a quando i livelli di debito rimarranno elevati e i rendimenti non ancora normalizzati. La “standardizzazione” della politica fiscale rimane infine una sfida chiave per molti Paesi industrializzati. Rigide regolamentazioni, unitamente a crescita debole e riduzione del debito causano infatti grossi problemi.
Qual è allora la via giusta per la stabilità dell’Eurozona? “I mercati non accettano più una prosperità a prestito che ipoteca però il futuro” continua Angele. Un’Eurozona orientata al trasferimento di ricchezza tra i paesi risulta quindi improbabile nello scenario attuale. L’Europa nel medio periodo avrà quindi probabilmente bisogno di adottare misure che spaziano dalla politica economica e fiscale comune alla divisione ‘senza ritorno’ (non auspicabile), passando per la ristrutturazione del debito sovrano di alcuni paesi membri.    
L’ Head of Investment chiude parlando quindi degli emergenti. A suo parere infatti, tutte le speranze sono riposte nei ‘trend secolari’ di questi paesi, la cui crescita rimane ben al di sopra dei livelli di quelli industrializzati. “Per fare soldi bisognerà capire cosa vorranno nei prossimi anni le popolazioni di questi paesi e investirci. Nazioni come la Cina hanno spostato il loro focus sul mercato interno, non sono più interessate a esportare beni poco costosi sui mercati europei”. I mercati coinvolti sono i più disparati, dall’alimentare al sanitario, dal lusso al turistico ecc.
Non mancano tuttavia prospettive ‘critiche’, dovute ai continui squilibri nelle politiche monetarie e fiscali, nel commercio estero e tra le valute (senza dimenticare le possibili ‘bolle’), che potrebbero rendere il mondo economico molto vulnerabile agli shock e alle crisi e di conseguenza generebbero incertezza ed elevata volatilità nel mercato. 
 
Al termine dell’incontro Angele ha risposto ad alcune domande
 
1) Cosa pensa della possibilità di ristrutturare il debito italiano nei prossimi due anni? Sono ottimista per quanto riguarda l`Italia. Ha grossi vantaggi rispetto ad altri paesi come la Spagna ad esempio. L`Italia può risolvere i suoi problemi senza dubbio, non ci sono ragioni economiche plausibili perché possa finire in default.
 
2) Quali sarebbero le conseguenze se un paese uscisse dall’Euro? E` difficile saperlo, anche se sono stati esaminati tutti gli scenari possibili. Molto dipende dal fatto se l`uscita sia stata preannunciata’ o improvvisa. Nessuno comunque è pronto all’uscita di un altro paese. Ci sono inoltre troppe incognite per chi uscisse: come si torna alla vecchia valuta? Quale dovrebbe essere il tasso di cambio con l`Euro? Il debito accumulato verrà trasferito alla nuova valuta? Senza contare che la svalutazione è in agguato. Chi comprerebbe a quel punto i titoli di Stato di quel paese? Meglio che nessuno esca, è meglio per tutti.
 
3) Le misure che il Governo italiano sta prendendo (taglio salari, pensioni, misure da 50 miliardi l’anno ecc) sono giuste? Serviranno anni per adattarsi alla nuova situazione da parte dei cittadini (come dimostrano gli scioperi in atto), ma non c’è una soluzione facile per ridurre il debito.
 
4) La Cina è una dittatura. Non pensa che sia più facile quando certe misure sono indotte ‘artificialmente’ e con la forza? E` vero che la Cina è un`economia guidata, ma è anche vero che c`è un piano e che tutti lo seguono. La Cina ha problemi e sistemi diversi dai nostri, che forse sono ingiusti, ma davvero il sistema europeo è superiore o risolve meglio i problemi? Non è necessariamente un male che qualcuno imponga come agire 
 
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