ESCLUSIVA IN: Il tiragraffi - Bollino blu per i consiglieri di amministrazione indipendenti?

Al 30 Giugno 2011 non comparivano svalutazioni di rilievo. Al 30 Settembre 2011 circa 9 miliardi di svalutazioni. Tutte maturate in quei tre mesi tra la fine di Giugno e la fine di Settembre? decisamente improbabile, eppure … Ovviamente stiamo parlando del bilancio di UniCredit, ma questo tema della “discontinuità improvvisa” nella posta delle svalutazioni di bilancio potrebbe estendersi anche ad altre banche italiane.   Quando ne accenni in giro, gli interlocutori fanno spallucce. “È il sistema. Mettere la cenere sotto il tappeto per consentire una buonuscita straordinaria senza eccessive contestazioni.”  In effetti, è difficile pensare che l’amministratore delegato della banca se ne sarebbe uscito con quella buonuscita pantagruelica se le perdite fossero cominciate ad emergere a bilancio prima delle sue dimissioni concordate. Ma il Codice Civile non prevede che gli accadimenti economici dovrebbero essere rilevati man mano che si manifestano e non secondo convenienze? Quelle svalutazioni non si sarebbero più propriamente dovute “spalmare” nel tempo, anche negli esercizi precedenti? Siccome sono dipese prevalentemente da svalutazione di avviamenti pagati su acquisizioni, possibile che gli impairment test sulle società acquisite abbiano mutato segno improvvisamente in un solo singolo trimestre? Che in soli tre mesi sia successo il finimondo, mentre prima non era successo nulla? Tutto questo ricorda molto la favola di Cenerentola. Fino alle ore 23.59 c’era una bella carrozza trainata da cavalli bianchi, alle 00.00 c’era solo una zucca. Così gli impairment test delle acquisizioni di UniCredit. Per questo la fuga precipitosa di Cenerentola dalla festa del principe e, analogamente, la convulsa trattativa per l’uscita dell’amministratore delegato …. Ma il problema più grave e non è neppure questo. Si intuisce (pur senza giustificarla) la logica che ispira gli amministratori operativi, ma quelli cosiddetti “indipendenti”? Non dovrebbero essere estranei alle logiche diplomatiche? Non dovrebbero avere una visione più asettica e tecnica delle politiche di bilancio? Chieder conto con una certa decisione delle osservazioni e delle non-osservazioni dei collegi sindacali e delle società di revisione, o anche solo del timing con cui tali osservazioni vengono rilasciate?  Non hanno mai rilevato nulla? Ne’ prima, ne’ dopo? Perché è importante effettuare svalutazioni “di rilievo” man mano che i valori reali messi a bilancio si riducono, e non solo in una unica soluzione in occasione del cambio del management operativo? A parte la questione “formale” della necessità di rappresentare le situazioni patrimoniali delle aziende quotate nel modo più tempestivo possibile, c’è una ragione “sostanziale” connessa a quella ragione formale e risiede nelle asimmetrie informative che si possono determinare, e solitamente si determinano, quando la realtà patrimoniale delle aziende non viene rappresentata al mercato finanziario con il dovuto tempismo, per cui esiste sempre qualcuno che è “più al corrente degli altri” (versione finanziaria de “La fattoria degli animali” di Orwell) della reale situazione, e può trarne vantaggio. Una perdita come quella registrata da Unicredit – a parte lo shock dell’annuncio – richiama la necessità di una ricapitalizzazione, con il noto effetto depressivo sui corsi azionari. Se qualcuno ne è al corrente, sa che è bene sbarazzarsi dei titoli per tempo … Non è detto che ciò sia avvenuto ma si sono verificate le condizioni per cui ciò potesse avvenire. È dal 2007 che il titolo UniCredit scende in borsa, ma assai più dell’indice generale della Borsa di Milano, circa il 93% dai massimi, in un crescendo di volumi scambiati ma anche di sussurri e voci che hanno avuto conferma formale solo in occasione della “trimestrale della zucca”. Qualcuno semplicemente immaginava, fantasticava sui fatti, ma probabilmente qualcun altro sapeva ed è da quel qualcuno altro che si alimentavano i sussurri e le voci durati anni. Il contesto perfetto per alimentare, almeno in teoria, fenomeni di insider trading. Con ciò voglio forse insinuare che i bilanci precedenti al 2011 di UniCredit e delle altre banche, che nel 2011 hanno effettuato grandi svalutazioni di avviamenti, erano falsi? No di certo. Quello che intendo è che, in quel tipo di contesto eccezionale, dovrebbe offrirsi spontaneamente ed in modo analitico, da parte di revisori, sindaci ed amministratori, l’onere della prova che negli esercizi precedenti non c’era ragione alcuna per effettuare, neppure parzialmente, le svalutazioni che si sono concentrate nell’ultimo esercizio.  Non è un concetto molto complicato da capire e da implementare … È sufficiente  mettere in sequenza temporale gli impairment test sulle società svalutate e dimostrare analiticamente che l’evidenziazione delle perdit

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