ESCLUSIVA IFANEWS - Per Neil Dwane (Allianz RCM) il 2012 sarà un anno `difficile`

Questa mattina, nel corso della conferenza tenutasi all`Hotel Four Seasons di Milano (QUI l`intervento di Tomaso Giorgetti), Neil Dwane ci ha raccontato il suo punto di vista sul 2012, andando in particolare ad affrontare temi scottanti come austerity, recessione e opportunità per l`Europa. Il Chief Investment Officer Europa di Allianz RCM è partito da due premesse fondamentali: primo, che la BCE è al centro delle soluzioni “di mercato” per uscire dalla crisi dell’Unione Europea, però è contraria all’immissione di nuova liquidità per eliminare il debito; secondo, che nonostante la crisi ci sono molte opportunità redditizie per le imprese europee, in particolare guardando ai mercati e mergenti. Con l’approssimarsi della fine del 2011, l’Europa si trova di fronte a scelte politiche di austerity, in linea con la stabilità e la prudenza sostenute dalla Germania che hanno già visto paesi come Grecia, Irlanda, Portogallo e, recentemente, Italia e Spagna, affrontare la recessione.

 Questi provvedimenti di austerity inaspriranno la situazione nel 2012 e anche Regno Unito e Francia dovranno contenere la spesa pubblica e affrontare la minaccia di una possibile recessione. La situazione anzi peggiorerà, poichè l’aumento dei costi di finanziamento va a colpire i titoli sovrani. Prendendo l’Italia ad esempio, il costo degli interessi è salito oltre il 7%, quindi la crescita dovrebbe superare l’8% per riuscire a contenere il debito.
La Banca Centrale Europea resta comunque al centro delle soluzioni “di mercato” per contrastare la crisi dell’UE, ma è determinata a non immettere nuova liquidità per azzerare il debito dei PIGIS senza una chiara e adeguata supervisione centrale del bilancio degli stati membri dell’unione. Uno dei problemi principali riguarda il potere e il sostegno della Bundesbank, che ha già prestato 500 miliardi di Euro ad altre banche centrali attraverso il sistema Target, oltre alla necessità di una valuta forte e stabile.
Dwane ha proseguito sottolineando come mentre i differenziali di interesse avvantaggino ancora l’Euro, ha sorpreso che la moneta unica non si sia indebolita ulteriormente, fattore che sarebbe determinante sia per le economie deboli sia per quelle più forti. Continuando, Dwane ha ribadito invece il rallentamento dei fondamentali, e la situazione scomoda delle banche europee, costrette a ridurre l’indebitamento - situazione che porterà all`indebolimento dell`Euro - mentre è invece improbabile che un Paese lasci Eurolandia, in quanto i costi e le implicazioni legali di un tale gesto sarebbero proibitivi.
Le banche resteranno infatti nel vortice della crisi dell’UE in quanto vulnerabili alla crescente recessione economica, oltre ad essere eccessivamente indebitate, sottocapitalizzate e troppo esposte sul debito sovrano. Il settore presenta interconnessioni globali inestricabili e le tensioni sul fronte del credito e della liquidità nei mercati metteranno ulteriormente sotto pressione gli istituti di credito, che inevitabilmente opereranno ulteriori strette creditizie, mentre la portata dei finanziamenti UE a favore dei mercati emergenti fa presagire conseguenze dolorose anche per queste economie e per i flussi commerciali.
Dwane ha cocluso però con una nota ottimistica. Sono infatti molti i settori in cui l’Europa vanta ancora una presenza forte e dove abbondano le opportunità di crescita per le imprese. L’Europa produce ciò che serve ai mercati emergenti e molti dei beni di lusso richiesti dai consumatori. Negli ultimi 10 anni ad esempio, la Germania ha ridotto le esportazioni verso gli Stati Uniti dal 18% al 12% del Pil, ma di contro ha incrementato le vendite verso i mercati emergenti dal 15% al 29%. Se da una parte il grado di crescita e il processo di austerity limiteranno le opportunità nell’Eurozona, ci sono dunque moltissime opportunità da scoprire - per altro redditizie e in continuo aumento - per le aziende europee su scala globale.
 
Al termine dell`intervento, Neil Dwane ha risposto ad alcune domande
 
1) L`Euro collasserà? `Ci sono zero possibilità che questo accada. La Grecia è una sfida allettante per l`Europa, in quanto la sua uscita dall`Euro sarebbe costosissima. Non c`è un modo veloce per uscire dalla crisi in un giorno, bisogna provare a risolverla`.
2) L`Italia rischia il default? `La società deve credere che si può uscire dalla crisi. Le riforme di Monti sono state importanti, ma bisogna comprendere bene le sfide che aspettano il paese. Bisogna prendere coscenza di quanto si è messi mali per poter così ripartire di slancio`.
3) Cosa pensa delle recenti azioni di Cameron e del Governo inglese? `Tra le varie cose, l`ingresso in Europa avrebbe comportato un processo legale molto lungo. Ritengo inoltre che gli inglese voterebbero ancora `no` se ci fosse un referendum`.
4) Previsioni sui tassi di interesse in Europa? `Rimarranno bassi per molto tempo`
5) Quali sono i settori su cui puntare? `Healthcare ed energia. E` importante vedere anche come i mercati emergenti cercano di entrare nei mercati che erano in mano agli ocidentali (si veda Volvo, acquistata da un`azienda cinese)`.
6) Cosa pensa dell`oro? `E` un investimento interessante, ma è un po` sovrastimato in quanto ora la gente è preoccupata che la moneta cartacea perda ancora valore. I mercati emergenti possiedono solo il 5% dei loro patrimoni in oro, lo vedono solo come una parte del portafoglio. In Occidente invece, l`oro rappresenta invece un 20/25% della ricchezza dei vari Paesi. Comunque consiglierei di tenere nel proprio portafoglio un 10% di oro`.
 
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