EFFETTO TRUMP: MERCATI STATUNITENSI SOLIDI, EUROPA SOTTO PRESSIONE
Milano, 12 novembre 2024. A cura del team strategico di DJE che monitora e valuta i mercati in modo continuativo, utilizzando il metodo FMM interno, in base a criteri fondamentali, monetari e di mercato.
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Il mese di ottobre ha visto sviluppi contrastanti nei mercati dei capitali di tutto il mondo.
Mentre l’MSCI World e l’S&P 500 in EUR hanno fatto registrare un guadagno, i mercati europei si sono ritrovati sotto pressione.
L’apprezzamento del dollaro USA ha favorito gli indici statunitensi, mentre il DAX e il mercato europeo più ampio (Stoxx 600) hanno subito perdite.
Anche il mercato giapponese è sceso in termini di euro.
I titoli tecnologici, dei servizi di comunicazione e finanziari (statunitensi) si sono dimostrati in crescita in tutto il mondo, mentre le materie prime e i titoli del settore sanitario in particolare hanno subito pressioni.
In Europa, si sono indeboliti anche il settore tecnologico, i titoli dei consumatori difensivi e i titoli immobiliari.
La netta vittoria di Donald Trump ha dissipato l’incertezza che circondava le elezioni statunitensi: una recessione o una crisi dei mercati finanziari negli Stati Uniti sembra ancora improbabile.
Uno scenario come quello della metà degli anni ‘90 – tagli moderati dei tassi d'interesse statunitensi in assenza di una recessione – rimane realistico.
Pertanto, rimaniamo costruttivi sui mercati nel breve e medio termine.
Sebbene sia lecito attendersi ulteriori tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, le aspettative del mercato in materia per l’anno fiscale 2025 appaiono eccessivamente ottimistiche.
Un tasso di interesse statunitense leggermente più alto continua a favorire il settore bancario e finanziario, che continuiamo a valutare positivamente.
Continuiamo inoltre a vedere opportunità nel settore delle costruzioni e in Giappone.
In generale, riteniamo che gli Stati Uniti e il Giappone siano più interessanti dell’Europa: l’economia europea rimane appesantita dai problemi strutturali della Germania e dal rischio di nuovi dazi statunitensi.
La Bce dovrà probabilmente fare di più sul fronte dei tassi d’interesse rispetto alla Fed, il che dovrebbe sostenere ulteriormente il dollaro USA.
Le opportunità che vediamo includono il potenziale di crescita strutturale negli Stati Uniti, che rimane superiore a quello dell’Europa, a indicare che gli USA continuano a offrire migliori opportunità di investimento nel medio termine.
Da un punto di vista monetario, i settori finanziario/bancario globale e statunitense sono strutturalmente ben posizionati, beneficiando di una regolamentazione domestica meno rigida, con un reddito da interessi potenzialmente superiore alle aspettative grazie ai tassi d’interesse statunitensi più elevati a lungo termine.
L’attività di M&A aumenterà probabilmente nel 2025 e gli investimenti in criptovalute dovrebbero acquisire ulteriore slancio sotto Trump.
Il settore delle costruzioni, sia negli Stati Uniti sia in Europa, ha una solida pipeline di progetti infrastrutturali, con il potenziale di nuovi ordini legati alla ricostruzione dell’Ucraina, qualora si raggiungesse un cessate il fuoco o un accordo di pace.
Il Giappone presenta uno dei premi di rischio di mercato più elevati e sta registrando una forte crescita dei riacquisti di azioni: un aspetto positivo è che il Giappone è l'unico Paese in cui i tassi d’interesse a breve termine rimangono significativamente più bassi di quelli a lungo termine, il che potrebbe avvantaggiare i titoli finanziari giapponesi anche a fronte di un aumento dei tassi d'interesse statunitensi.
Le piccole e medie imprese statunitensi potrebbero trarre vantaggio dal miglioramento dell’ampiezza del mercato negli Stati Uniti, mentre le aziende europee con un significativo potenziale di riduzione dei costi potrebbero presentare interessanti opportunità.
I rischi che osserviamo includono le attuali aspettative del mercato per un taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed, che potrebbero essere eccessivamente ottimistiche.
È possibile anche una nuova guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina: se Donald Trump dovesse implementare dazi sostanziali sulle importazioni cinesi, la Cina potrebbe rispondere svalutando notevolmente il RMB, il che creerebbe un outlook piuttosto cupo per le azioni cinesi nel prossimo futuro.
Inoltre, le misure doganali previste da Trump potrebbero riaccendere l’inflazione, portando a un aumento dei tassi di interesse a lungo termine.
L’Europa, in particolare la Germania, continua ad affrontare sfide strutturali di crescita: in Germania, fattori come i costi energetici elevati, i salari alti, la burocrazia e la flessibilità limitata minacciano la competitività di numerosi gruppi industriali. Industrie chiave come quella automobilistica, chimica e meccanica stanno perdendo il loro vantaggio competitivo internazionale.
Gli operatori di mercato sono diventati meno ottimisti nel periodo precedente alle elezioni americane. La reazione del mercato nel giorno delle elezioni funge tradizionalmente da indicatore di tendenza per le settimane successive, per cui l’outlook per il resto del 2024 rimane positivo.