Effetto crisi: ecco come è cambiato il modello di Markowitz
Scritto per Ifanews da Giacomo Ferrari, storica firma del Corriere della Sera. La teoria del “cigno nero”, inteso come evento unico e irripetibile, non è più valida. Ormai nella finanza internazionale l’imprevisto ricorre con sempre maggiore frequenza.
Partendo da questa constatazione Paul D.Kaplan, direttore della ricerca quantitativa di Morningstar Europe, propone un nuovo approccio per la gestione finanziaria. La base è la Mpt (Modern Portfolio Theory), elaborata nel 1952 dal Premio Nobel Harry Markowitz, utilizzata per decenni dai gestori di tutto il mondo. Ma Kaplan, intervenuto ieri a Milano a un convegno, la corregge attribuendo al fattore rischio un peso maggiore, dal momento che la crisi attuale ha dimostrato che “la probabilità di rendimenti fortemente negativi” è oggi superiore a quanto stimato dalle “distribuzioni probabilistiche normalmente utilizzate”. La gravità della crisi e i rischi di contagio connessi con la globalizzazione, insomma, impongono di abbassare il livello di guardia. E il modello Markowitz così rivisto dovrebbe, secondo il relatore, permettere l’individuazione di misure di rischio alternative e soluzioni di investimento “a prova di volatilità”.