ECONOMIA. MILANO AL COLLASSO. LA VITA RACCONTATA E LA VITA REALE.
Redazione, 1 0ttobre 2021. Milano è il cuore pulsante dell`economia italiana. Anticipa i fenomeni, positivi e negativi.
Per valutare lo stato di salute dell`economia italiana, basta tastare il polso di Milano.
La febbre è alta.
I dati relativi alle chiusure 2020 sono allarmanti.
I cosiddetti `bonus ristori`, in verità hanno ristorato poco o nulla.
Nel 2020, il Tribunale di Milano ha emesso 707 istanze di fallimento con una media di 58 al mese.
A questo dato inquietante bisogna aggiungere la valanga di piccole imprese che sono troppo piccole per poter fallire ufficialmente ma che, comunque, sono agonizzanti o morte.
`Too small to fail` che si affianca al noto `Too big to fail`.
A questa riflessione si deve sommare anche l`effetto dei ganci normativi introdotti dal governo che hanno anestetizzato le procedure fallimentari.
L`effetto anestetico è a termine e il destino aspetta con la sua mannaia affilata, dietro l`angolo.
Secondo le stime di Bankitalia, entro il 2022, si registreranno 6500 ulteriori fallimenti e Milano pagherà, molto probabilmente, la sua quota salata.
La sospensione delle norme di diritto societario (sulla necessità di ricapitalizzare pena lo scioglimento della società) e le moratorie sui fallimenti, hanno avuto un effetto drogante e a termine del mercato e dei dati relativi che, prima o poi, verranno a galla con effetto valanga.
Sul fronte del lavoro e del lavoro perso, dai piccoli e medi imprenditori, dagli artigiani, dai commercianti e dai loro dipendenti e collaboratori, è estremamente difficile mettere insieme i dati.
Il `blocco dei licenziamenti` e tutte le sue proroghe hanno alterato la lettura dei fatti, dispersi e diluiti in mille rivoli e mal raccontati.
Il blocco forzato, del resto, non cambia la natura dello scenario.
Semplicemente, lo rimanda e lo ha rimandato.
Filippo Poletti, giornalista e comunicatore, cura su LinkedIn, la sua `Rassegna del cambiamento sul lavoro` e comunica, costantemente, con le persone.
La sua posizione è chiara:
`Il mondo del lavoro è in emergenza, punto e basta.`
E, rivolto a Milano, aggiunge; “Sono soprattutto lavoratori over 45 con formazione media, laureati che vivono un periodo di difficoltà”.
Dal CNEL - XXII RAPPORTO MERCATO DEL LAVORO E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA 2020 - Capitolo 1 La crisi del COVID-19 e l’impatto sul mercato del lavoro Marina Barbini, Fedele De Novellis:
L’attività economica è crollata soprattutto in alcuni segmenti dei servizi privati maggiormente interessati dai provvedimenti di separazione fisica. Settori come il trasporto aereo e ferroviario, gli spettacoli, le manifestazioni fieristiche, gli eventi sportivi e più in generale tutti i servizi legati al turismo, dal comparto alberghiero alla ristorazione, hanno attraversato una grave recessione, con perdite di output di entità eccezionale.
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Si pensi, a puro titolo di esempio, alle professionalità di un cuoco o di un pilota di aereo: nel momento stesso in cui queste persone cercano una ricollocazione in un altro settore, tutte le loro competenze si trovano di fatto ad essere non utilizzabili.
Le difficoltà sono acuite anche dal fatto che queste stesse professionalità hanno subito uno shock avverso in tutti i Paesi, il che limita ulteriormente le opportunità per chi è disposto a cambiare città o nazione per trovare un nuovo impiego.
Inoltre, la concentrazione di diverse attività dei servizi in alcuni grandi centri urbani, dove il controllo della diffusione del virus è meno semplice....
I blocchi ai licenziamenti sono caduti (e cadranno) e le aziende licenziano.
E` la più grande crisi del lavoro nella nostra epoca.
L`esplosione del tasso di disoccupazione mette a rischio tutto il sistema economico, per cui pare difficile capire come si calcoli la progressione del nostro PIL così carino.
Cristina Tajani, ex assessore alle Politiche per il lavoro a Milano, oggi consigliera del ministro Andrea Orlando, aveva promesso che che avrebbe continuato ad occuparsi della città che `può essere la prima a costruire con il governo.`
Costruire, cosa? Viene da chiedersi.
Ha risposto C. Tajani:
`La riforma prevede patti locali. In pratica, gli enti locali e le parti sociali, che raggiungono intese formalizzate a percorsi mirati alle esigenze del territorio, possono ricevere fondi extra. Milano ha già aperto un tavolo di lavoro ad hoc con tutti gli attori, dai sindacati alle imprese, ed è per questo che la città può candidarsi a essere il primo territorio a siglare un patto per la formazione`.
Formazione per fare cosa? Viene, ancora, da chiedersi.
Aveva risposto C. Tajani, a Repubblica:
Negli ultimi tempi, una lettura un po` artigianale ci dice che c`è bisogno di professionisti sanitari, non necessariamente medici o infermieri, ma assistenti alla persona e addetti socio-sanitari sia nelle strutture sia nelle famiglie. E poi tutte le scienze della vita, il mondo farmaceutico, le tecnologie legate ancora agli ambiti sanitari e dell`invecchiamento, tutte quelle aziende manifatturiere che si stanno rinnovando nel lifestyle e made in Italy con strumenti tecnologici`.
Concordiamo nella `lettura un pò artigianale`, anzi, troppo `artigianale` che rivela la superficialità drammatica con la quale di sta affrontando o fingendo di affrontare il problema della mancanza di lavoro.
Se questo è ciò che accade nella grande Milano, è naturale proiettare al ribasso sul resto d`Italia.
Si leggeva qualche giorno fa (22 settembre) su La Repubblica:
Il rimbalzo previsto per il 2021 e per il 2022 è solo parzialmente proporzionale alle perdite del 2020.
Al termine del periodo di previsione gli unici mercati per cui i ricavi risulteranno più alti rispetto a quelli del 2019 sono la filiera chimico-farmaceutica (+7,4%), il real estate (+2%), il food & beverage (+0,8);
Quindi, nessuno stupore.
Il Covid ha fatto impennare la produzione ed il fatturato del settore chimico/farmaceutico, ovvio.
Il Real Estate riprende ciò che aveva lasciato prima e forse vale pesa anche il bonus 110%.
Il Food&Beverage, pure ovvio, la gente si sfoga a gabbie aperte, finalmente... pur con mascherine e green-pass.
Prosegue La repubblica: Gli altri fanno registrare un segno negativo, con perdite maggiori per i servizi alle famiglie e alle imprese (-4,1%) ed energy e utility (-4,7%).