Economia, Italia sei da serie A. A patto che tartassi i cittadini
Un articolo dedicato a chi pensa ancora che stare in Europa, tutto sommato, convenga a tutti...La Commissione Ue ha raccomandato al Consiglio Europeo di interrompere la procedura per deficit eccessivo che era stata avviata nel 2009 nei confronti dell`Italia.
All`epoca il disavanzo del paese aveva raggiunto un picco del 5,5% del Pil, per poi ridursi progressivamente fino a toccare nel 2012 la soglia del 3%, il limite massimo consentito dal Patto di Stabilita`. Considerando che il piano del governo prevede un deficit al 2,9% nel 2013 e all`1,8% del 2014, Roma entra cosi` nel club dei membri piu` virtuosi di Eurolandia. Paesi come la Spagna, la Francia e addirittura l`Olanda non hanno ancora infatti messo i conti in ordine, tanto da aver chiesto (e ottenuto) una proroga del termine per rientrare nei parametri.
Non e` pero` tempo di tirare il freno, avverte il capo dell`esecutivo Ue, Jose` Manuel Barroso: il debito pubblico e` ancora troppo elevato perche` Roma `si rilassi`. `C`e` ancora un grande lavoro da fare ma penso che ci siano le condizioni: nessuno meglio degli italiani sa quanto e` importante il ritorno della competitivita``, ha chiosato Barroso.
L`Italia ha inoltre `margini di sicurezza molto piccoli per mantenere il deficit di bilancio sotto il 3% in seguito ad alcune decisioni fiscali del nuovo governo`, ha ricordato da parte sua Olli Rehn, commissario agli Affari Economici e Monetari. I margini di spesa nel 2014 `ci sono senz`altro`, rassicura pero` il ministro dell`Economia, Fabrizio Saccomanni, a Parigi per la ministeriale Ocse, convenendo che `l`Italia deve contemporaneamente portare avanti una strategia di riduzione del debito`. `Questi margini devono essere usati per investimenti di carattere produttivo che diano sostegno alla crescita e quindi riducano il peso del debito sul Pil`, ha sottolineato il ministro, soddisfatto per il verdetto di Bruxelles, `un riconoscimento che l`Italia e il popolo italiano hanno fatto molto per ristabilire solide condizioni finanziarie`, tanto che, ha aggiunto, Roma appare oggi `molto vicina` a raggiungere il pareggio strutturale nel 2014. `Grande soddisfazione` per la chiusura della procedura e` stata espressa anche dal presidente del Consiglio, Enrico Letta: `Il merito e` dello sforzo sostenuto da tutti gli Italiani, che devono essere orgogliosi di questo risultato`.
`Raccogliamo il frutto del lavoro dei precedenti governi, in particolare di quello presieduto da Mario Monti, al quale va il mio personale ringraziamento`, ha aggiunto il premier, `quanto all`attuale esecutivo, l`impegno e` quello di rispettare gli obblighi assunti in sede europea e di applicare il programma sul quale il Parlamento ha votato la fiducia`.
Se i conti sono finalmente a posto, occorre ora occuparsi di crescita e occupazione, come ha ricordato proprio l`Ocse, che nell`Economic Outlook` pubblicato oggi ha abbassato ulteriormente le proprie stime sul Pil del paese, destinato a calare dell`1,4% quest`anno per poi crescere di appena lo 0,4% nel 2014, mentre il tasso di disoccupazione e` visto all`11,9% nel 2013 e in ulteriore rialzo, al 12,5%, l`anno successivo. Un prolungamento della recessione che, secondo l`organizzazione di Parigi, e` conseguenza delle politiche di austerity e del preoccupante stato di salute delle banche italiane che, a causa del forte aumento delle sofferenze, mantengono chiusi i rubinetti del credito, con conseguenze pesantissime su consumi, investimenti e domanda interna. L`Ocse raccomanda quindi al governo di considerare come sua priorita` le riforme orientate alla crescita, evitando tuttavia `premature riduzioni delle tasse`, cosi` da `porre il debito su un percorso discendente`.
Piu` ottimista Saccomanni, secondo il quale `la riduzione delle imposte e` possibile`, purche` `accompagnata da una riduzione delle spese o dalla lotta all`evasione fiscale`.