ECCESSI E STAGIONE DEGLI UTILI
Milano, 9 luglio 2024. A cura del Team di Gestione Pharus.
Arriviamo alla stagione degli utili con valutazioni che negli Stati Uniti hanno già scontato tante notizie positive. Lo vediamo dal rapporto Prezzo su Utili che è del 20% sopra la sua media.
Se pesiamo meno questi grossi titoli e prendiamo dunque l’indice equi-pesato troviamo un PE a 16x a sconto del 5% rispetto alla sua media storica.
Passiamo alla Cina dove il rapporto prezzo su Utili è a 11x del 10% sotto la sua media. Se inoltre facciamo il rapporto fra PE cinese e quello Americano, notiamo che il PE cinese vale la metà dell’americano sui minimi degli ultimi 20 anni. Aveva toccato questo livello solo nel 2014-2020 e a inizio 2024.
Partiamo dal primo esempio, i Nifty Fifty. Siamo a fine anni 60’ e la mania dei titoli “Nifty Fifty”, ovvero le azioni delle società americane di più qualità ed in più rapida crescita, domina i mercati internazionali. C’è un filo conduttore attraversa le bolle e che è stato esemplificato dai Nifty Fifty: la convinzione che per un certo asset, “non possa esistere un prezzo troppo alto”. I Nifty Fifty partono dall’idea dei Growth stocks (titoli in crescita) che iniziò a diffondersi nei primi anni settanta con l’obiettivo di partecipare ai profitti in aumento delle aziende che più beneficiavano dei progressi tecnologici, del marketing e del management. Nel 1968 le aziende migliori ed in più rapida crescita, si erano rivalutate così tanto che gli uffici analisi delle banche avevano praticamente perso interesse per tutti gli altri titoli. E’ molto importante sottolineare la perdita di interesse degli investitori come segnale della bolla e di come questa perdita interesse tenda a ripetersi sempre nel tempo. Tornando ai Nifty Fifty tutti volevano comperare azioni Xerox, IBM, Kodak, Hawlett Packard, Texas Instrument, Coca Cola ed Avon. Quelle aziende erano così solide che non sarebbe potuto accadere loro nulla di male. Ed era idea comune che non importasse nulla quale fosse il prezzo da pagare. Se era un po’ troppo alto, poco male, i profitti delle aziende sarebbero cresciuti ancora compensando la spesa sostenuta.
Per scoprirlo spostiamoci alla fine degli anni ‘90. In questo caso l’euforia è stata guidata dalla rivoluzione di internet. E avevano ragione, internet ha cambiato il mondo, che oggi è irriconoscibile rispetto a trent’anni fa. “Internet cambierà il mondo” era il grido di battaglia, seguito come sempre da “nessun prezzo è troppo alto per un titolo e-commerce.”
Ma la stragrande maggioranza dei titoli internet del 1999 e 2000 riguardava aziende che oggi non esistono più. Se prendiamo per esempio il rapporto Prezzo su Utili di fine ‘99 aveva raggiunto circa 60x PE (linea viola), prima di crollare sotto 20 a fine 2002. Quindi segno inequivocabile di un mercato che si è spinto troppo oltre.
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