Lo avevamo annunciato martedì: c’era fermento attorno a Impregilo per l’ingresso di un nuovo socio con una quota del 5% nel capitale sociale. Il protagonista dell’operazione ha ora un nome: Pietro Salini, amministratore delegato dell’omonimo gruppo di costruttori, e la quota di entrata è superiore a quella annunciata: 8,13%, per un ammontare di 60 milioni di euro.
Il fatturato 2010 di Salini Costruzioni è stato di 1,2 miliardi, di cui il 90% realizzato all’estero; 31 milioni gli utili. L’indebitamento attuale del gruppo è di 229 milioni, legato in particolare al consolidamento della controllata Todini e che - a detta di Pietro Salini - dovrebbe essere vicino al pareggio a fine anno. Il piano industriale per il 2015 punta a 3 miliardi di fatturato, già coperto per il 60% dalle commesse in corso, tra cui la metropolitana di Copenaghen. 14 mila i dipendenti del gruppo, presente in 40 paesi in tutto il mondo.
Salini dà all’operazione una forte valenza di tipo strategico-industriale: non si tratta, dunque, di un’operazione meramente finanziaria con intenti speculativi, nonostante gli attuali costi di Borsa favorevoli abbiano rappresentato un incentivo non indifferente a mettere a segno il colpo in questa ben precisa fase dei mercati. Non a caso la parola chiave delle ultime ore è ‘’sinergie’’ e la copertura geografica del gruppo Salini, operativamente attivo in Africa, Algeria, Turchia, Ucraina e Bulgaria si integra perfettamente con quella della galassia Igli (Benetton, Gavio, Ligresti), che detiene il 29,86% delle azioni di Impregilo e che ha una forte presenza nel Centro e Sud America, in Svizzera, in Romania e negli Emirati Arabi.
Resta ancora da sciogliere il nodo relativo al ruolo che Salini ricoprirà in relazione al probabile riassetto di Igli, impegnata a rifinanziare un prestito di 223 milioni concesso nel 2006 da Mediobanca e UniCredit in scadenza a fine ottobre.
Le quote societarie in Impregilo sono, dunque, così suddivise:
· Igli: 29,86%
· Salini Costruttori: 8,13%
· Ubs: 5,5%
· Black Rock: 4,93%
· Norges Bank: 2,66%
· Altri: 48,92%
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