E' MORTO LUCA ZITIELLO. IL MAESTRO DEL DIRITTO BANCARIO IN ITALIA
Giannina Puddu, 14 novembre 2024.
Ho appena saputo che Luca Zitiello è morto!
Luca aveva solo 61 anni!!!
Non l'ho più sentito, da quando sono uscita dalla scena finanziaria milanese, imparando che una grande vittoria può pesare e costare molto più di una grande sconfitta.
E, quest'ultima amara verità è conoscenza riservata ai pochi che, dopo aver combattuto e vinto nell'interesse di tutti, guardandosi intorno, scoprono di essere soli a saldare il conto della battaglia vinta.
Pensavo, invece, che Luca Zitiello vivesse una vita di grandissimo appagamento professionale ed economico, godendo del suo meritato successo, alla guida del suo blasonato Studio Legale Zitiello&Associati, a Milano, in Corso Europa al 13.
E, davo per scontato che godesse di ottima salute e che fosse destinato a campare a lungo, fino ad arrivare a godersi una vecchiaia serena e agiata.
Invece, no.
La notizia della sua morte mi è arrivata,oggi, come un pugno sullo stomaco, inaspettato, durissimo, devastante.
Ho perso un amico al quale ero molto legata.
L'amicizia si può coltivare e conservare in silenzio e in lontananza.
Luca è stato il Maestro del Diritto Bancario in Italia, dai primi anni 2000.
Il suo libro "La MIFID in Italia. La nuova disciplina dei mercati, servizi e strumenti finanziari" pubblicato nel 2009, è servito come fonte di conoscenza per gli addetti ai lavori nell'ambiente finanziario italiano.
La notizia della sua morte imprevista e destabilizzante mi ha rimbalzata indietro nel tempo, riportandomi ai giorni del 2007, 2008, 2009, quando i nostri dialoghi erano frequenti e incentrati sulla lettura e sull'interpretazione della legge n. 194 del 17 settembre 2007 che, introducendo le norme di attuazione della Direttiva 2004/39/CE (Markets in Financial Instruments Directive, nota con l'acronimo MIFID), aveva previsto, in Italia, l'obbligo della forma SPA/SIM anche per le Società di Consulenza Finanziaria Indipendente.
Era l'epoca dell'inizio della mia battaglia e della nascita di ASSOFINANCE, per poterla condurre con l'indispensabile veste istituzionale.
La previsione della 194 aveva allarmato tutte le società di consulenza finanziaria indipendente attive in Italia, operanti come Srl o con contenitori giuridici anche più semplici.
Si era diffusa, in tutta Italia, la consapevolezza della fine imminente delle attività per la gran parte di esse.
I costi di costituzione, avvio e conduzione di una SPA/SIM, erano, per quasi tutti gli operatori del settore, assolutamente inacessibili.
Quindi, la previsione era quella di chiudere quasi tutte le attività strutturate, ripiegando sulla modalità di esercizio come "persona fisica" o cessando, addirittura, la professione.
Ma, la lettura attenta e ripetuta della fonte MIFID mi fece osservare l'assoluto disallineamento tra il suo dettato e quanto percepito dalla legge italiana nel 2007.
Il confronto tra la norma UE e quella nazionale fece affiorare che:
- l'Italia era l'unica nazione UE ad avere introdotto l'obbligo della SPA/SIM per l'esercizio dell'attività di Consulenza finanziaria indipendente;
- negli altri stati UE era ammessa qualunque forma giuridica senza obblighi e barriere economiche di accesso alla professione;
- nell'area UE valeva il principio di reciprocità per cui, le società di CFI, abilitate in area UE erano autorizzate ad erogare il loro servizio nell'ambito della stessa Area, senza limiti territoriali;
- che la 164 italiana aveva introdotto una surreale condizione di "discriminazione al contrario" per cui, per volontà del legislatore italiano, le società di consulenza italiane avrebbero dovuto competere con il passo appesantito dall'handicap imposto della forma SPA/SIM;
- che la MIFID non aveva previsto obblighi relativi alla forma giuridica delle società di CFI.
Il percemimento distorto della MIFID, a cura del legislatore italiano, avrebbe decretato un danno enorme per i professionisti dell'epoca e la cancellazione delle migliori opportunità professionali future.
Ma, oltre a ciò, l'effetto eclatante si sarebbe espresso contro il Risparmio italiano, privandolo del servizio di consulenza offerto sull'approfondimento tecnico/contrattuale, lasciandolo esposto alla sola sollecitazione commerciale in palese e incolmabile conflitto di interessi.
Pertanto, il trucco era stato quello di prevedere la presenza delle SCF in Italia nel rispetto della MIFID, ma con barriere economiche di accesso alla professione così alte da renderle, di fatto, inacessibili e, quindi, non disponibili.
Una vera beffa per i Risparmiatori italiani che, tra l'altro, vantano il possesso di masse tra le più ingenti a livello globale, oltre la frequente e dannosissima esposizione agli attacchi della "finanza deviata".
Dal mio punto di vista, in quanto responsabile di una Srl di CF, tale condizione avrebbe dovuto essere combattuta e superata.
In questa percezione, accanto a me e con impegno forte e determinante, l'adorato e grande professionista Nicola Benini di Verona.
Intorno a noi, un fronte compatto di detrattori impegnati ad ostacolare i nostri passi diretti a riformare la 194 con altra legge che riportasse alla condizione di parità le società di CFI italiane rispetto alle altre in Area UE e proprio nel rispetto della MIFID.
Ci fu un profluvio di Convegni, Conferenze, dibattiti aperti e chiusi, editoriali, interviste sulla stampa specializzata, soprattutto milanese, monologhi richiesti e imposti dagli oratori di turno, tutti, comunque, pronti a sentenziare che il nostro proposito fosse infondato o, comunque, non perseguibile per una valanga di ragioni addotte, strillate e smentite, successivamente, dall'approvazione della nostra legge.
L'approvazione della legge di rettifica della 164, che introdusse l'art. 18Ter che modificò, per l'effetto, il TUF, arrivò solo nella primavera del 2009, dopo un lavoro full time che assorbì ogni mia risorsa.
Il vero Maestro del Diritto Bancario in Italia, Luca Zitiello, era stato l'unico a schierarsi apertamente dalla nostra e dalla mia parte, affermando, semplicemente, che avevo ragione su tutto il fronte e che non avrei dovuto mollare, giacchè ero sulla strada corretta e sotto il profilo giuridico, non su altri.
L'Uomo, Luca Zitiello, che pur lavorando per le Istituzioni Finanziarie, dall'alto della sua competenza poteva permettersi il lusso della libertà di affermare verità scomode per il sistema che serviva con la sua altissima professionalità.
Era un Gigante, autorevole, indiscutibile.
Il suo approccio alla Materia Diritto Bancario era di tipo scientifico, agiva con l'atteggiamento dello scienziato e non subiva condizionamenti che potessero distrarlo dalla sua ricerca della corretta interpretazione giuridica.
Su questa sua qualità rara si è fondato il successo del prestigioso studio legale milanese Zitiello&Associati, come massima garanzia per i suoi clienti.
Luca, per il quale avrei scommesso una lunga vita, ricca di soddisfazioni professionali e personali, mentre invece, la notte scorsa è morto, lasciando un vuoto incolmabile perchè io credo che sia infondata e ipocrita l'affermazione per cui nessuno sia indispensabile.
L'altro ieri, scartabellando tra alcuni vecchi faldoni, mi è capitata in mano la stampa di un email che ci eravamo scambiati il 1 luglio del 2009, sul tema del contratto tra una Srl di CFI e un suo collaboratore.
La sua risposta ad un mio quesito si era aperta, ancora, con "sono d'accordo con te", confermando, dal suo punto di vista, la mia interpretazione dell'intrico di norme che sovrastano le attività finanziarie.
E, la stessa sua risposta si era chiusa con "ciao, Luca".
Ho letto che quando la morte si avvicina, lo percepiamo e la nostra vita intera riscorre tutta davanti ai nostri occhi.
Credo, a questo punto, che nel suo "riscorrere", abbia indugiato un attimo sul mio ricordo e che, per le vie che non conosciamo ma che ci sono, abbia voluto mandarmi il suo ultimo saluto.
Il suo saluto mi è arrivato, difatti, perchè la rilettura di quello scambio ha riacceso in me il piacevole ricordo che ho di lui, la mia profonda ammirazione e la voglia di chiamarlo per fare due chiacchiere, rispolverando i vecchi tempi e aggiornandoci sui nuovi.
Ma, non sapevo che quel suo saluto sarebbe stato l'ultimo, non ripetibile in una futura occasione a Milano, come avrei voluto.