Milano, 5 agosto 2023. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
Anche questa volta, partito dall' ' America, lo storno non si e' fatto attendere soprattutto sui piu' tradati SP500 e Nasdaq.
Ed a cascata sui mercati Asiatici ed Europei anche nelle sedute successive.
Lo SP500 è pervenuto in un area ancora instabile fra 4450 e 4500, provenendo, frazionalmente, da poco sopra 4600.
Il Nasdaq invece fra 15200 e 15300, provenendo da poco sotto16000.
Per il Dow, indice di soli 30 titoli, e molto piu' controllato, si e' passato invece da poco sotto le resistenze ed i massimi degli ultimi12 mesi di 35800/900 a 35000.
L' abbassamento del rating, con il downgrade da parte di Fitch, ha provocato questo scossone influendo anche sul cambio euro dollaro, che dopo l' indebolimento fino a 1,1250, era quindi passato fin anche leggermente sotto 1,09, con la conferma dell' ulteriore e recente aumento dei tassi USA.
Per poi reindebolirsi verso gli attuali 1,1050 della chiusura di venerdì, dopo appunto il giudizio di Fitch.
Temiamo ora che nonostante le rinnovate possibilità di andare anche oltre gli 1,13, come gia' espresso precedentemente, le azioni gia' messe in atto dalla BCE, potranno raffreddare detto cross portandolo in un area piu' consona ad entrambe le sponde dell' Atlantico...1,1250.
Il tiro alla fune continua ...non si ferma mai.
Approfittando degli scarsi volumi di questo mese, temiamo che si possano ripetere questi storni improvvisi dovuti all' ipercomprato di medio e lungo termine.
FTSE MIB
Qui siamo invece di fronte ad uno storno piu' profondo, che ha portato il nostro indice principale, formato da soli 40 titoli, con una prevalenza di titoli finanziari, da i massimi assoluti di quasi 30000 punti a poco sopra i 28200/300.
Pesanti i bancari, finanziari e poche altre Big Cap, che da sole incidono nel bene e nel male, sulle sorti del FTSE MIB.
Ma cosa piu' importante, non riuscendo a rimbalzare, in chiusura di seduta e di settimana, e formando un doppio minimo discendente, anche se di poco.
Un brutto segnale, che comunque va confermato lunedì, dove puo' starci anche, nella mattinata, un timido rimbalzo finanche a 28800/900.
ENI&Saipem
Con il petrolio wti in gran spolvero, nettamente sopra le resistenze di 78/80 dollari il barile ed a contatto ormai della successiva resistenza di 82/84, ma con la debolezza cronica della valuta USA, come visto precedentemente, terremmo d' occhio i pochi petroliferi presenti sui nostri listini.
Principalmente ENI, che per tutta la seduta di Venerdì ha flirtato fra poco sopra 13,50 e poco sotto 14, noncurante della pesantezza del FTSEMIB.
Spesso, infatti, non segue le logiche del movimento del petrolio e di conseguenza anche del dollaro, poiché non legato solamente alla pura raffinazione ed utilizzo.
Oltretutto e' difficile, anche per i piu' importanti Fondi "muoverlo!".
Quindi titolo ben tracciabile e gestibile, anche con opzioni a copertura, poco speculativo, con spread irrisorio e media volatilità. Oltretutto, come ricordiamo spesso, con un buon acconto dividendo in Autunno ed altrettanto buon saldo in Primavera. Finché in parte sorretto dal corso del Petrolio e del Dollaro, certo !
Per Saipem, motivi diametralmente opposti a quelli della BIG CAP per eccellenza ENI, ricordiamolo, il titolo piu' scambiato del nostro listino principale e che fa peso ed aggio percentualmente sul FTSE MIB.
BancoBpm&BPER
Al contrario le due zavorre dei nostri listini, in giorni di storno dei mercati come gli ultimi 2 della scorsa settimana, BancoBpm e BPER, nonostante i buoni risultati trimestrali appena usciti.
Ma avevano, forse, troppo corso nei mesi precedenti.
Piu' contenuti lo storno di Intesa, sempre ben tracciabile.
Mentre per Unicredit, ancora piu' del solito, iperspeculato assistiamo a miglior tenuta del suo primo competitor, Intesa.
Tornando a BancoBpm e BPER.
Il primo, solo nell' ultima settimana, è passato dall' aver toccato i massimi degli ultimi 12 mesi posti a poco piu' di 4,60 a poco meno di 4,20 nella seduta di giovedì.
Per BPER, sempre in sintonia con il BancoBpm, si è passati dai massimi degli ultimi 12 mesi, inizio scorsa settimana da poco piu' di 3,20 ai minimi di giovedi a poco sotto 2,80.
Per entrambi che potrebbero al massimo recuperare rispettivamente i 4,60 e 3,20, ma che potrebbero più probabilmente scendere ben più sotto i minimi e sempre appaiati, preferiamo, per chi volesse avere in portafoglio un solo rappresentativo titolo bancario, di gran lunga Intesa, da acquistare a "piramide rovesciata".
Meglio ancora sul supporto di 2,35/40, vecchie e ben delineate resistenze, coprendo il titolo con vendita di opzioni call Dicembre, strike 2,50/2,60.