Draghi, i tassi invariati, le tasse (di Monti) invariate e la Codacons che lo bacchetta
Meglio tagliare le spese che aumentare le tasse. È la strada che indica il presidente della Bce, Mario Draghi, rispondendo a una domanda sulla strada da percorrere per risanare i conti pubblici.
In particolare, il taglio della spesa, va orientato «alla spesa corrente e non agli investimenti».
Draghi, rispondendo a una domanda sulla necessità di abbassare la pressione fiscale per sostenere la crescita, ribadisce che per aggiustare i conti pubblici «è meglio tagliare la spesa, in particolare quella corrente, che alzare le tasse» e aggiunge che è comunque «comprensibile che in emergenza i governi abbiano scelto una strada più breve, più facile», perchè «è più difficile e complesso ridurre la spesa» che alzare le tasse.
Intanto oggi il Consiglio direttivo della Bce, presieduto da Mario Draghi, ha deciso oggi di mantenere invariato all`1% il tasso di riferimento principale. Per il Codacons si tratta di «una occasione perduta. I tassi, infatti, andavano abbassati, prendendo esempio da quanto fatto in passato dalla Fed. Insomma Mario Draghi predica bene, quando parla della necessità di maggiore crescita, ma poi razzola male, dato che lascia invariati i tassi. Nessuno pretendeva che scendessero ai livelli fissati dalla Federal Reserve, tra 0 e 0,25%, ma ad uno 0,75% si». «Era necessario, infatti, dare una scossa agli investimenti, considerato che i prestiti - spiega l`associazione - o per meglio dire i regali, concessi dalla Bce al sistema bancario non hanno ancora sortito alcun effetto e che gli investimenti pubblici sono bloccati dalle politiche di rigore».