ESLUSIVA IN Il paradosso di Draghi alla Sapienza. Il discorso del governatore visto da un presente illustre

Giornata ricca di parole quella di Mario Draghi oggi all`Università La Sapienza di Roma.

ESLUSIVA IN Il paradosso di Draghi alla Sapienza. Il discorso del governatore visto da un presente illustre

Tutto è iniziato con una sessantina di studenti in protesta davanti alla facoltà di Economia dell`università dove si è svolto un convegno in memoria dell`economista Federico Caffè (in calce trovate la sua biografia, per chi non lo conoscesse) alla presenza del presidente della Bce, Mario Draghi, e del governatore della Banca d`Italia, Ignazio Visco, suoi allievi. Gli studenti, guardati a vista da un imponente schieramento delle forze dell`ordine, inalberano cartelli e striscioni e hanno acceso anche un fumogeno, oltre a distribuire fac-simile di banconote da cinquecento euro con su la scritta No alla Bce, no all`austerita.

Paradossale, e per questo sicuramente altrettanto significativa, è stata la successiva standing ovation da parte degli oltre 6-700 studenti dell`aula 1 . Draghi, ha ricevuto un forte applauso al suo ingresso prima di sedersi sul palco assieme al governatore della Banca d`Italia Ignazio Visco. Lasciati da parte questi curiosi episodi bipolari è stata la volta delle parole. Eccone un riassunto per macro temi

Fiscal compact e crescita

Superata l`emergenza, occorre che il consolidamento fiscale sul quale i governi dell`euro hanno compiuto straordinari progressi, si riqualifichi con una diminuzione della spesa corrente e del prelievo fiscale. Siamo ormai giunti a un punto in cui il processo di integrazione europea per sovravvivere ha bisogno di un coraggioso salto di immaginazione politica. È in questo senso che ho richiamato la necessità di un growth compact accanto al ben noto fiscal compact. In tal modo un patto per la crescita si affianca al fiscal compact perchè non può esserci crescita sostenibile senza finanze pubbliche in ordine. A questo proposito ho rilevato in altre occasioni lo straordinario progresso compiuto da tutti i governi dell`euro sul fronte del consolidamento fiscale; ma, superata l`emergenza, occorre che questo si riqualifichi con una diminuzione della spesa corrente e del prelievo fiscale.

La miopia della unione monetaria

La crisi economica e finanziaria ha messo in discussione la convinzione miope che un`unione monetaria potesse rimanere solo tale, senza evolversi verso qualcosa di più stretto, più vincolante dove la sovranità nazionale sulla politica economica fa posto alla decisione comunitaria. Occorre che i governi dei paesi membri dell`euro definiscano in modo congiunto e irreversibile la loro visione di quale sarà la costruzione politica ed economica che sorregge la moneta unica -continua Draghi- e quali debbano essere le condizioni che vanno soddisfatte perchè si possa insieme arrivare a tale meta. Questa è la risposta più efficace alla domanda che si leva da ogni parte: cosa sarà dell`euro tra dieci anni?

Banche e finanziamenti

È vitale per la crescita e l`occupazione che le banche tornino a porsi in condizione di rifinanziare l`economia. Le due operazioni di Ltro sono di dimensione tali che ci vorrà tempo affinchè dispieghino tutti gli effetti positivi per l`economia europea. La Bce auspica che la liquidità dell`operazione di rifinanziamento (Ltro) sia destinata al credito al settore privato.

Il giudizio sul discorso, il paradosso

Per dare una valutazione critica su quelle che sono state le parole di Mario Draghi, Ifanews ha avuto il piacere di contattare uno dei presenti illustri a Roma, Alfonso Scarano, analista indipendente e studioso, nonchè amministratore su Linkedin di un importante gruppo di discussione su Caffè intitolato Prof. Federico Caffè: allievi e studiosi. : `Ho gradito l`introduzione affettuosa, ma va detto che l`intervento di Draghi più che una lezione lezione, mi è sembrato un discorso poilitico formale da governatore della Bce. La cosa che più mi ha deluso è che quanto detto da Draghi rispecchia in minima parte, per non dire per nulla, quello che è stato il pensiero di Caffè. In particolare mi hanno colpito alcuni errori tecnici e le citazioni improprie di alcune modellistiche volte a giustificare l`operatodella BCe; poco si è detto o nulla sul tema delle garanzie bancarie e su come le banche stesse attingano dalle casse della Bce. Sarebbe servita una maggiore attenzione su questo delicatissimo tema e in particolare sulla discrasia tra modellistica e contabilizzazione degli attivi bancari. Insomma nonostante una platea piena (anche se probabilmente poco preparata e incline ad un ascolto passivo del discorso), questa è stata un`occasione perduta per approfondire alcuni importanti fenomeni sociali di derivazione economica, elemento paradossalmente chiave del pensiero di Federico Caffè`

Biografia di Federico Caffè, tratta da Wikipedia

Federico Caffè (Pescara, 6 gennaio 1914 – Roma, 15 aprile 1987) è stato un economista italiano.

Fu uno dei principali diffusori della dottrina keynesiana in Italia, occupandosi tanto di politiche macroeconomiche che di economia del benessere. Al centro delle sue riflessioni economiche ci fu sempre la necessità di assicurare elevati livelli di occupazione e di protezione sociale, soprattutto per i ceti più deboli.

Federico Caffè lavorò sempre sui temi della politica economica e del Welfare, con particolare attenzione agli aspetti sociali ed alla distribuzione dei redditi.

Dedicò particolare attenzione agli economisti scandinavi ed alle esperienze di tali paesi nel welfare. Divulgò in Italia il pensiero e gli scritti di economisti scandinavi quali Gunnar Myrdal, Frederick Zeuthen.

Il suo testo universitario Lezioni di politica economica è rappresentativo del suo pensiero. In esso Caffè definì la politica economica:
    « La politica economica è quella parte della scienza economica che usa le conoscenze dell’analisi teorica come guida per l’azione pratica. »

La decennale esperienza didattica del suo autore si riscontra nel libro: le possibili domande del lettore sembrano essere già considerate. In nessun punto appaiono salti concettuali.

Come Keynes, Caffè appare eclettico nel suo accettare contributi eterogenei nella costruzione del grande edificio della scienza economica (per esempio include Marx ed i marginalisti). Ciò fa apparire più forti le sue critiche al pensiero liberista.
    « Poiché il mercato è una creazione umana, l’intervento pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio. Non si può non prendere atto di un recente riflusso neoliberista, ma è difficile individuarvi un apporto intellettuale innovatore. »
    « … i limiti intrinseci all’operare dell’economia di mercato, anche nell’ipotesi eroica che essa funzioni in condizioni perfettamente concorrenziali. È molto frequente nelle discussioni correnti rilevare un’insistenza metodica sui vantaggi operativi del sistema mercato, e magari su tutto ciò che ne intralci lo “spontaneo” meccanismo, senza alcuna contestuale avvertenza sui connaturali difetti del meccanismo stesso. »

Aspetto ancora irrisolto della vita di Federico Caffè è la misteriosa scomparsa dalla sua casa di Via Cadlolo, un`elegante strada di Monte Mario, avvenuta il 15 aprile 1987. Federico Caffè, che viveva con il fratello Alfonso, professore di lettere all`Istituto Massimo di Roma, aveva da poco raggiunto i limiti d`età per l`insegnamento universitario ed aveva acquisito lo status di professore fuori ruolo. Ad uno dei rari amici fidati aveva rivelato in una lettera di essere in ansia per le proprie condizioni finanziarie che - sosteneva - sarebbero state insufficienti ad affrontare la vecchiaia. In realtà fu poi appurato che l`insigne economista non aveva alcun ragionevole motivo - almeno di tipo economico - di temere per il futuro. Ad un suo allievo confidò in più occasioni quanto fosse per lui doloroso smettere di insegnare, forse la più grande delle sue passioni. Federico Caffè scomparve alle prime luci dell`alba. Il fratello che dormiva nella stanza a fianco, non si accorse di nulla; sul comodino trovò l`orologio, i documenti e gli occhiali che usava per leggere.[5] Emozionò l`opinione pubblica italiana come i suoi studenti setacciarono la città di Roma nei giorni successivi alla sua scomparsa.

 

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