Distretti industriali, il credito delle banche rimane un miraggio
«Razionamento di liquidità e irrigidimento dei rapporti con le banche». Anche le imprese che operano nei distretti industriali italiani segnalano un peggioramento nell`accesso al credito.
«Il fenomeno - si legge in uno studio Unioncamere pubblicato nell`ambito del recente Rapporto della Federazione dei distretti italiani - appare ancora più rilevante se si tiene conto del fatto che per oltre il 55% degli imprenditori contattati i tempi di pagamento da parte dei clienti sono peggiorati nell`ultimo anno, contribuendo certamente a rendere più difficile la formazione di circolante operativo». Colpisce, prosegue lo studio, ripreso da Ansa«il fatto che ben il 30,4% delle aziende di distretto ha affermato di avere incontrato difficoltà di accesso al credito negli ultimi 6 mesi e che, in molti casi, tali difficoltà si sostanziano non solo in tassi più onerosi (indicati nel 36% dei casi), ma anche nella limitazione del credito erogato, indicato da più di un quarto di chi ha avuto rapporti difficili con la banca, a cui andrebbe aggiunto un ulteriore 11% di imprenditori cui non è stato accordato il credito richiesto».
Disponibilità di mezzi liquidi e possibilità di recupero dei crediti commerciali, prosegue il Rapporto Unioncanere, «restano elementi cruciali nelle dinamiche e nelle possibilità di sviluppo dei distretti produttivi. La crisi recente sembra, viceversa, aver accentuato un fenomeno di razionamento di liquidità e un irrigidimento dei rapporti tra banche e imprese, con un effetto di forte selettività nella concessione del credito e, di conseguenza, di sensibile rallentamento degli investimenti». Nonostante il ripetersi di tensioni sui mercati finanziari e del credito, il 2011 ha visto, nel complesso, un considerevole ampliamento della quota di aziende distrettuali che hanno dichiarato di avere effettuato nel corso dell`anno nuovi investimenti produttivi, passata dal 37,3% del 2010 al 57,5% . Un numero maggiore di imprese, rispetto al passato, ha quindi ripreso a pianificare e a spendere per la modernizzazione, ma non è detto che il valore complessivo della spesa sia aumentato consistentemente.