DI MAIO INIZIA IL SUO PERCORSO VERSO L'USCITA DALLA SCENA POLITICA.
Giannina Puddu, 26 giugno 2022.
Luigi Di Maio ha perso la sua unica occasione utile per dimostrare di essere all'altezza.
Per smentire le critiche che gli piovvero addosso nel monento in cui, giovane, incolto e senza esperienza, assunse il pesante ruolo di leader politico del Movimento5Stelle.
Al riguardo, risultano ancora oscure le ragioni che indussero, Grillo e Casaleggio, a questa investitura che apparve, subito, ingiustificata a fronte del misero curriculum di Di Maio.
Le sue (sue, si-fa-per-dire...) dichiarazioni programmatiche, volte ad aprire una nuova stagione politica, di Politica Alta, azzerando la vecchia nomenclatura malata di volgare opportunismo e di sporca avidità, avevano incantato milioni di italiani che videro nei 5Stelle, finalmente, l'opportunità di avere una Rappresentanza sana e affidabile.
Se avesse onorato la Fiducia degli elettori, oggi, Di Maio, sarebbe percepito come un eroe politico, leale, affidabile ed il Movimento5stelle potrebbe, ben sperare di ripetere il successo del 2018, perfino incrementandolo.
Invece, Luigi Di Maio, ha confermato l'impressione dei suoi detrattori peggiori e le ultime amministrative hanno inferto il colpo di grazia con percentuali di consenso in vergognoso crollo verticale.
Ha rinnegato ogni sua affermazione precedente, ha agito peggio degli attori che aveva aspramente criticato, anche usando toni fuori dalle righe, come quando chiamò alla sollevazione popolare per chiedere l'impeachment del Presidente Mattarella.
Era il 2018, anno in cui aveva curato i rapporti con il Quirinale abbandonando i vecchi toni scomposti e assumendo un atteggiamento istituzionale.
Era il tempo della candidatura di Paolo Savona al MEF, rifiutata da Mattarella.
Quindi, tuonò: "O Savona al ministero dell'Economia o morte", invocando l'impeachment per Mattarella con riferimento all'art. 90 della Costituzione secondo il quale Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
Motivò con l' accusa, rivolta al Capo dello Stato, di aver impedito la nascita del nuovo governo, opponendo il suo "veto" sul Ministro dell'Economia Paolo Savona e violando la legge nell'esercizio delle sue funzioni.
Quattro anni dopo, nel 2022, su Il Foglio, abbiamo letto: Dall'impeachment al bis al Colle. Piroette grilline su Mattarella.
Esatto.
Da Mattarella, responsabile della "notte più buia della democrazia", Di Maio ed il suo Movimento sono passati al "simbolo luminoso", chiedendo per Mattarella, la riconferma al Quirinale.
Non c'è niente di serio in ciò, nè prima, nè dopo.
Anche i politici peggiori, quelli che agiscono spinti da fini lontani dalla corretta gestione della res pubblica, hanno i loro codici di comportamento che valgono nella ristretta cerchia dei loro sodali e questi codici, prima o poi, più prima che poi, porteranno a rigettare la presenza di Di Maio.
Certo, in questa fase, l'aver spezzato il fronte dei 5Stelle come gruppo parlamentare, togliendogli il potere di nuocere e di influire oltre un certo limite, è elemento strumentale ai fini di chi, questo governo ha interesse a mantenerlo così com'è e così come funziona...
Questa condizione nuova, per un breve tempo, gli sarà riconosciuta come "merito".
Poi, il merito sfumerà e sarà completamente isolato, tornando alla sua condizione iniziale.
Di Maio ha agito solo per sè stesso ed il suo nuovo partitello Insieme Per Il Futuro, con lui a capo, privo di carisma, delle competenze necessarie e dell'etica anche più spoglia, imploderà nel giro di poco rivelando di essere stato fondato solo per mantenerlo a galla e andrà a fondo.
Qualcuno ha lanciato l'ipotesi che Di Maio possa essere riciclato in istituzioni sovranazionali, una volta fuori dall'ambiente politico.
Non credo neanche in questa ipotesi.
Anche ai peggiori, comunque, è richiesto un bagaglio minimo di competenza.